Il nome generico (Pedicularis) deriva da un termine latino che significa "pidocchio" e si riferisce alla convinzione che queste piante infestino di pidocchi il bestiame al pascolo; altri giustificano l'etimologia del nome del genere all'opposto, ossia in quanto si pensa che queste piante liberino la testa dai pidocchi.[2][3][4] L'epiteto specifico (elongata) indica una infiorescenza allungata.[5][6]
Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto per la prima volta dal botanico austriaco e professore all'Università di Vienna Anton Kerner von Marilaun (Mautern (Bassa Austria), 12 novembre 1831 – Vienna, 1898) nella pubblicazione "Zeitschr. Ferdinand. Tirol. III. xv. (1870) 260" del 1870.[7]
Descrizione
Queste piante sono alte da 15 a 35cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Sono inoltre piante parassite: le radici mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante.[2][8][9][10]
Radici
Le radici, spesso fusiforme, grosse e carnose, si distribuiscono a raggiera cercando di raggiungere le radici di altre piante per succhiarne la linfa.
Fusto
La parte aerea del fusto è ascendente o eretta. La superficie del fusto è percorsa da due linee di peli, mentre nella parte basale è più o meno irsuta e ingrossata.
Foglie
Le foglie hanno un contorno lineare-lanceolato a forma pennatosetta con segmenti profondamente dentati. La superficie è percorsa da 1 - 2 righe di peli, mentre nel resto è glabra. Dimensione delle foglie: larghezza 1 – 2cm; lunghezza 7 – 10cm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono delle spighe capitate con fiori distanziati e peduncolati. Alla base di ogni fiore sono presenti delle brattee fogliacee. Alla maturazione l'infiorescenza si allunga. Le brattee dell'infiorescenza (anche queste a forma pennatosetta) sono glabre/villose con segmenti dentellati.
Fiore
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), tetrameri, ossia con quattro verticilli (calice – corolla - androceo – gineceo) e pentameri (la corolla e il calice sono a 5 parti).
Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[8]
Calice:il calice è gamosepalo con cinque denti diseguali (la base del calice è un tubo campanulato) e con superficie glabra/villosa (è cigliato sui denti e peloso all'interno); i denti del calice sono simili ai segmenti delle foglie (crenati sui bordi) e sono meno lunghi del tubo calicino. Lunghezza del calice: 8 – 12mm.
Corolla: la corolla, a forma più o meno cilindrica, è gamopetala bilabiata a fauci aperte; il labbro superiore della corolla è più o meno falcato e termina in un becco sottile e allungato; quello inferiore è patente con tre lobi ottusi. Il colore della corolla è giallo-sulfureo. Lunghezza della corolla: 14 – 19mm. Lunghezza del becco: oltre 5 – 6mm.
Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami (due grandi e due piccoli). I filamenti sono inseriti più o meno alla base della corolla. Le antere, dissimulate sotto il cappuccio del labbro superiore sono strettamente unite da una fitta peluria. La maturazione del polline è contemporanea allo stigma.[11]
Gineceo: l'ovario è supero formato da due carpelli ed è biloculare. Lo stilo inserito all'apice dell'ovario è del tipo filiforme; lo stigma è semplice ed è protruso oltre il cappuccio della corolla in modo da evitare l'auto-impollinazione.[11]
Fioritura: da giugno a luglio (agosto).
Frutti
Il frutto è una capsula loculicida bivalve a forma compresso-globosa (a maturità è più lunga del calice di 2 – 3mm). I semi sono pochi a forma angolosa.
Riproduzione
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Sistematica
La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[12][13]) distribuiti in tutti i continenti. Il genere Pedicularis comprende 400-500 specie (il genere più numeroso della famiglia con distribuzione quasi cosmopolita - manca in Africa e Australia) delle quali 23 sono presenti nella flora spontanea italiana.
Le tre sezioni del genere
La classificazione del genere è difficile in quanto la forma del fiore è molto simile tra specie e specie; inoltre il colore della corolla nel secco è indistinguibile. Pignatti nella "Flora d'Italia" divide le specie spontanee della flora italiana in tre gruppi in base alla forma del labbro superiore (vedi il disegno):[10]
Sez. Anodontae: l'apice del labbro superiore della corolla è arrotondato (né rostrato e né dentato).
Sez. Rhyncholophae: il labbro superiore della corolla è più o meno falcato e termina in un becco allungato.
Sez. Pedicularis: il labbro superiore della corolla è provvisto di due dentini sotto la parte falcata.
Gruppo di Pedicularis tuberosa
La specie P. elongata appartiene alla sez. Rhyncholophae; all'interno di questa sezione fa parte del Gruppo di Pedicularis tuberosa formato dalle seguenti specie (oltre a quella di questa voce): Pedicularis tuberosa L. e Pedicularis ascendens Schleich. ex Gaudin. Nella "Flora d'Italia" di Pignatti a questo gruppo appartiene anche la specie Pedicularis julica E. Mayer (Pedicolare delle Alpi Giulie) considerata attualmente un sinonimo di Pedicularis elongata subsp. julica (E. Mayer) Hartl [14] I caratteri distintivi di questo gruppo sono il colore giallo della corolla con il becco allungato e il comune numero cromosomico. Per la distinzione delle specie all'interno del gruppo, importante è il rapporto tra la lunghezza dei denti rispetto alla parte tubulosa del calice (vedi disegno a parte).[15] Le specie di questo gruppo sono delle entità ben separate sia dal punto di vista geografico che quello ecologico. Spesso tra queste specie si formano degli ibridi.[10]
Il numero cromosomico di P. elongata è: 2n = 16.[16].
Filogenesi
Secondo una recente ricerca di tipo filogenetico la famiglia Orobanchaceae è composta da 6 cladi principali nidificati uno all'interno dell'altro. Il genere Pedicularis si trova nel quarto clade (relativo alla tribù Pedicularideae). All'interno della tribù il genere è in posizione "gruppo fratello" al resto dei generi della tribù.[17]
Sottospecie
Per questa specie sono riconosciute le due seguenti sottospecie:[10][15][18]
Sottospecie elongata
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[18] – Distribuzione alpina[15])
Nome scientifico: Pedicularis elongata subsp. elongata.
Descrizione: le brattee dell'infiorescenza sono glabre; il calice, lungo 10 – 12mm, è glabro; la corolla è lunga 15 – 19mm e termina con un becco più o meno sottile.
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico - Est Alpico.
Distribuzione: in Italia è una specie comune e si trova soprattutto nelle Alpi Orientali e in parte quelle centrali. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Austria (Länder del Tirolo Settentrionale, Tirolo Orientale e Carinzia) e in Slovenia.[15]
Habitat: l'habitat tipico sono i pascoli subalpini e alpini, anche rocciosi. Il substrato preferito è calcareo (e in parte calcareo/siliceo) con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.[15]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1500 fino a 2500 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino, alpino e in parte quello montano.
Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico la sottospecie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Elyno-Seslerietea variae
Sottospecie julica
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[18] – Distribuzione alpina[15])
Nome scientifico: Pedicularis elongata subsp. julica (E. Mayer) Hartl, 1961.
Nome comune: Pedicolare delle Alpi Giulie.
Basionimo: Pedicularis julica E. Mayer
Descrizione: le brattee del'infiorescenza sono villose; il calice, lungo 8 – 10mm, è villoso; la corolla è lunga 14 – 18mm e termina con un becco sottile.
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico - Sud Est Alpico.
Distribuzione: in Italia è una specie rara e si trova solamente nelle Alpi Orientali. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Austria (Länder della Carinzia) e in Slovenia.[15]
Habitat: l'habitat tipico sono i pascoli subalpini e alpini anche rocciosi. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.[15]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1500 fino a 2200 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e alpino.
Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico la sottospecie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato l'11 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.137, ISBN 88-7621-458-5.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
Eduard Strasburger, Trattato di Botanica, vol.2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Joel R. McNeal, Jonathan R. Bennett, Andrea D. Wolfe e Sarah Mathews, Phylogeny and origins of holoparasitism in Orobanchaceae, in American Journal of Botany, vol.100, n.5, maggio 2013, pp.971-983 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2015).
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