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L'ofride di Morisi (Ophrys × morisii (Martelli) G.Keller & Soó) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[1]

Come leggere il tassobox
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Ofride di Morisi
Ophrys × morisii
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Asparagales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Orchidoideae
Tribù Orchideae
Sottotribù Orchidinae
Genere Ophrys
Specie Ophrys × morisii
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Liliidae
Ordine Orchidales
Famiglia Orchidaceae
Genere Ophrys
Specie Ophrys × morisii
Nomenclatura binomiale
Ophrys × morisii
(Martelli) G.Keller & Soó, 1931
Sinonimi

Ophrys aranifera var. morisii (bas.)
Ophrys morisii
Ophrys argolica subsp. morisii

È un'entità di origine ibridogena (O. argolica subsp. crabronifera × O. sphegodes)[2].


Etimologia


L'epiteto specifico è un omaggio al botanico sardo Giuseppe Giacinto Moris (1796 – 1869).


Descrizione


È una pianta erbacea alta da 20 a 40 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, strutture di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.


Radici


Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi.


Fusto



Foglie


Sono presenti sia foglie radicali formanti una rosetta basale, che foglie cauline del tipo amplessicaule; in totale le foglie sono da 4 a 6. La forma delle foglie è ovato-oblunghe di colore verde-grigio. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie).


Infiorescenza


L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con 4-10 fiori in disposizione lassa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lanceolata; sono lunghe come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sottosopra; in questo caso il labello è volto in basso.


Fiore


Diagramma fiorale[3]
Diagramma fiorale[3]

I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[4].

X, P 3+3, [A 1, G (3)], infero, capsula[5]

Frutti


Il frutto è una capsula deiscente: a maturità la capsula si divide lungo la circonferenza per lasciare uscire i semi. I semi sono numerosi, molto minuti e piatti. Sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[8]


Biologia


La riproduzione di questa pianta avviene in due modi:


Distribuzione e habitat



Tassonomia



Variabilità


La forma e il disegno del labello in questa orchidea sono molto variabili.


Sinonimi


Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature:[1]


Conservazione


Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[11]


Note


  1. (EN) Ophrys × morisii, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 aprile 2021.
  2. (EN) Ophrys × morisii, su World Checklist of Orchidaceae, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 aprile 2021.
  3. Judd et al., p. 140.
  4. Pignatti, vol. 3, p. 700.
  5. Tavole di botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 1º maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
  6. Musmarra, p. 628.
  7. Nicolini, vol. 3, p. 151.
  8. Strasburger, vol. 2, p. 808.
  9. GIROS, p. 232.
  10. Strasburger, vol. 2, pp. 556, 771.
  11. CITES - Commercio internazionale di animali e piante in pericolo, su esteri.it, 7 febbraio 2019. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2021).

Bibliografia



Voci correlate



Collegamenti esterni


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