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L'ofride calabrone (Ophrys argolica subsp. crabronifera (Sebast. & Mauri) Faurh., 2002) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[1]

Come leggere il tassobox
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Ofride calabrone
Ophrys argolica subsp. crabronifera
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Asparagales
Famiglia Orchidaceae
Sottofamiglia Orchidoideae
Tribù Orchideae
Sottotribù Orchidinae
Specie O. argolica
Sottospecie O. argolica crabronifera
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Liliidae
Ordine Orchidales
Famiglia Orchidaceae
Genere Ophrys
Specie O. argolica
Sottospecie O. argolica crabronifera
Nomenclatura trinomiale
Ophrys argolica crabronifera
(Sebast. & Mauri) Faurh., 2002
Sinonimi

Etimologia


Il nome generico (Ophrys), secondo quanto scrive lo scrittore romano Plinio il Vecchio (23 – 79), deriva da un'antica parola greca “οφρύς” e significa “sopracciglio”. Gli antichi (scrive sempre il naturalista latino) usavano appunto questa pianta per produrre una tintura per colorare le sopracciglia. Può essere però che il vero significato derivi molto più semplicemente dalla forma delle lacinie interne del perigonio[2], oppure dalla pelosità del labello (carattere molto più evidente del primo).

Il primo nome specifico (argolica) si riferisce ad una regione greca (l'Argolide) del Peloponneso, luogo dei primi ritrovamenti dell'orchidea Ophrys argolica; il secondo nome specifico (crabronifera) deriva dal latino: cabro = calabrone e ferre = portare[3].


Descrizione


È una pianta erbacea relativamente alta da 20 a 70 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, strutture di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.


Radici


Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi.


Fusto



Foglie


Sono presenti delle foglie radicali a forma oblungo-lanceolata formanti una rosetta basale. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie).


Infiorescenza


L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con 3 – 10 fiori a disposizione lassa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lanceolata; sono lunghe più dell'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sottosopra; in questo caso il labello è volto in basso.


Fiore


Diagramma fiorale[4]
Diagramma fiorale[4]

I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[5].

X, P 3+3, [A 1, G (3)], infero, capsula[6]

Frutti


Il frutto è una capsula deiscente: a maturità la capsula si divide lungo la circonferenza per lasciare uscire i semi. I semi sono numerosi, molto minuti e piatti. Sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[9]


Biologia


La riproduzione di questa pianta può avvenire in due modi:


Distribuzione e habitat



Tassonomia



Variabilità


La variabilità di questa sottospecie si manifesta soprattutto nelle dimensioni della cavità stigmatica (al sud è più piccola); e nel colore del perigonio: nelle isole dell'Arcipelago Toscano i tepali sono completamente verdi (varietà virescens Sommier)[3].


Sinonimi


Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature:


Specie simili


Tutte le orchidee del genere Ophrys ad una prima occhiata sono molto simili tra di loro. L'elemento più distintivo è la forma (e il disegno) del labello. Di seguito sono elencate alcune orchidee con il labello abbastanza simile:

Del gruppo argolica (la specie nominale non è presente in Italia) fa parte un'altra sottospecie:


Conservazione


Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[11]


Note


  1. (EN) Ophrys argolica subsp. crabronifera, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 19 aprile 2021.
  2. Nicolini, vol. 3, p. 150.
  3. GIROS, p. 196.
  4. Judd et al., p. 140.
  5. Pignatti, vol. 3, p. 700.
  6. Tavole di botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 1º maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
  7. Musmarra, p. 628.
  8. Nicolini, vol. 3, p. 151.
  9. Strasburger, vol. 2, p. 808.
  10. Strasburger, vol. 2, pp. 556, 771.
  11. CITES - Commercio internazionale di animali e piante in pericolo, su esteri.it, 7 febbraio 2019. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2021).

Bibliografia



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