Morus L. è un genere di piante della famiglia delle Moracee[1], originario dell'Asia, ma anche diffuso, allo stato naturale, in Africa e in Nord America.
Comprende alberi o arbusti da frutto di taglia media, comunemente chiamati gelsi.
Il nome generico Morus viene dal latinomōrus, parola mediterranea attestata anche nel greco μόρον móron[2] "nero" per via del colore dei frutti di alcune varietà[3]. La parola latina si è poi diffusa in area germanica (antico alto tedesco mūrboum, tedescoMaulbeere) e celtica insulare (gallesemwyar)[3].
Descrizione
Le foglie sono alterne, di forma ovale o a base cordata con margine dentato. Le principali specie conosciute e rinvenibili in Italia e in Europa sono il gelso bianco (Morus alba) e il gelso nero (Morus nigra), mentre le altre sono di varie parti del mondo.
Il "frutto" del gelso è, più propriamente, una infruttescenza detta sorosio costituita da tanti piccoli frutti accostati, generati da altrettanti fiori, e quindi altrettanti ovari. Il tutto è disposto su uno stelo.
Morus nigra L. (gelso nero), coltivato, originario del Medio Oriente
Morus notabilis C.K. Schneid., endemico in Yunnan e Sichuan (Cina)
Morus rubra L. (gelso rosso), coltivato, originario del Nordamerica
Morus serrata Roxb. (gelso himalaiano), proprio della regione himalaiana e terre adiacenti
Morus trilobata (S.S. Chang) Z.Y. Cao, endemico in Guizhou (Cina)
Morus wittiorum Hand.-Mazz., presente solo in Cina
Linneo aveva inserito nel genere Morus anche altre specie, che già a partire dalla fine del '700 furono spostate nel genere affine Broussonetia. Anche queste specie sono indicate con il nome volgare di "gelso", in particolare Broussonetia papyrifera, il gelso da carta.
Usi
Le specie del genere Morus vengono coltivate per diversi scopi:
I frutti (more di gelso nere, di gelso bianche, di gelso rosso) sono edibili (famosa la granita siciliana ai gelsi). Inoltre da essi vengono estratti oli essenziali usati come aromatizzanti per cosmetici naturali e sigarette elettroniche.
Le foglie (soprattutto del gelso bianco) sono utilizzate in bachicoltura come alimento base per l'allevamento dei bachi da seta, e questo giustifica la presenza residua nelle campagne.
Come piante ornamentali.
Per ricavarne legname facilmente lavorabile, buona legna da ardere e per ricavarne pertiche flessibili e vimini per la fabbricazione di cesti; per l'ultimo uso spesso gli alberi sono drasticamente capitozzati.
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