Il citiso scuro (nome scientifico Lembotropis nigricans, (L.) Griseb. 1843) è un arbusto di medie proporzioni con racemi di fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Fabaceae.
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Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV.
Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica. |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi I |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Rosidae |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Sottofamiglia | Faboideae |
Tribù | Genisteae |
Genere | Lembotropis |
Specie | L. nigricans |
Nomenclatura binomiale | |
Lembotropis nigricans (L.) Griseb., 1843 | |
Nomi comuni | |
Citiso annerente | |
Il genere del citisio scuro (Lembotropis) è formato da pochissime specie (4 - 5) di cui una sola (quella della presente scheda) vive spontaneamente in Italia. La famiglia (Fabaceae) invece è abbastanza numerosa : raccoglie 650 generi circa con oltre 12.000 specie. Nelle classificazioni più vecchie la famiglia di questa specie è chiamata Leguminosae ma anche Papilionaceae.
La specie di questa scheda appartiene alla tribù delle Genisteae caratterizzata dall'avere tutti e 10 gli stami monadelfi.
Lembotropis nigricans appartiene ad un genere le cui specie sono a volte molto somiglianti con altre specie di generi vicini dal punto di vista tassonomico (Pignatti si lamenta che i limiti artificiali tra i vari generi sono poco evidenti)[1]. In effetti le specie di Lembotropis inizialmente appartenevano al genere Cytisus ora smembrato in più parti. Questa separazione comunque non è condivisa da tutti i botanici per cui diverse flore mantengono ancora queste specie raccolte sotto il genere originale (Cytisus) creandosi così non poche confusioni e appesantendo ulteriormente la nomenclatura con svariati sinonimi.
La caratteristica principale per cui alcuni botanici ne fanno un genere a parte è dovuta alle sue infiorescenze lunghe, compatte e prive di brattee.
La variabilità di questa specie si manifesta nella pubescenza o nella forma dell'infiorescenza. Sul nostro territorio abbiamo quindi le seguenti sottospecie:
La specie di questa scheda, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Essendo questo genere (e altri come il Chamaecytisus) derivati tutti dal genere iniziale Cytisus, molte sono le specie, appartenenti anche a generi diversi, che a prima vista possono essere scambiate fra di loro. Alcune specie di Chamaecytisus (specialmente quelle a corolla gialla) sono molto simili al Citiso scuro. Un buon elemento di differenziazione è comunque il calice che nel genere Chamaecytisus è tubuloso (il corpo è più lungo dei denti terminali), mentre nella specie di questa scheda è più corto e a forma campanulata.
Il nome generico (Lembotropis) è stato definito dal botanico germanico August Heinrich Grisebach (Hannover, 1814 – Gottinga, 1879); mentre L'epiteto specifico (nigricans) fa riferimento alla particolarità che tutta la pianta annerisce a fioritura finita.
La prima pubblicazione scientifica di questo fiore (con la denominazione di Cytisus nigricans) è dovuta a Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica, in una pubblicazione del 1753. Mentre invece l'inserimento nell'attuale genere è dovuta al Grisebach stesso nel 1843.
Gli inglesi chiamano questa pianta : Black Broom; i tedeschi la chiamano Schwarzwerdender Geißlee; mentre i francesi la chiamano Cytise noircissant.
La superficie della pianta si presenta con dei fitti peli minuti e semplici. Il ciclo biologico è perenne, mentre la forma biologica è del tipo nano-fanerofita (NP), quindi sono piante legnose con gemme svernanti poste tra i 30 cm e i 60 cm (massimo 1 metro) dal suolo. Tutta la pianta si annerisce con la dissecazione (le foglie e i fiori).
La radice è del tipo nodoso e non molto profonda.
Il fusto è legnoso con i rami eretti finemente striati a sezione cilindrica. Il colore dei giovani fusti è bianco-argentino, mentre in seguito si abbruniscono presentando dei fitti peli appressati. In genere la corteccia appare continua e lucida.
Le foglie sono a portamento più o meno pendente (a disposizione alterna lungo il fusto) e trifogliate a tre segmenti (o lobi o foglioline) di forma lanceolata (3 volte più lunghi che larghi) con apice acuto. La pagina superiore dei lobi è percorsa da nervi che però non raggiungono il margine del lobo stesso. Il margine delle foglie è intero, sono inoltre picciolate e il colore è verde scuro. La pagina superiore è glabra, mentre quella inferiore è villosa-argentina. Le foglie sono caduche. Dimensione del picciolo : 10 – 13 mm; dimensione dei due lobi laterali : larghezza 6 mm, lunghezza 18 – 20 mm; dimensione del lobo centrale : larghezza 7 mm, lunghezza 20 – 24 mm;
L'infiorescenza è del tipo a racemo eretto terminale afillo con fiori gialli privi di brattee e odorosi. I fiori sono disposti in modo patente e sono peduncolati (con peli appressati anche questi). Nel suo insieme la forma dell'infiorescenza è vagamente piramidale. Lunghezza dell'infiorescenza : 10 – 15 cm; lunghezza del peduncolo : 4 – 8 mm.
I fiori sono ermafroditi, pentameri, zigomorfi, eteroclamidati (calice e corolla ben differenziati) e diplostemoni (gli stami sono il doppio dei petali).
Il frutto è un legume glabro appiattito (e arcuato alle estremità) di tipo deiscente e senza tubercoli ghiandolari ma con fitti peli appressati. I semi (giallastri e scuri) di forma lenticolare, alla base presentano una appendice callosa. Dimensione del legume : larghezza 0,5 mm, lunghezza 2 – 3 cm.
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale :