Il nome generico (Leersia) è stato dato in ricordo del botanico e farmacista tedesco Johann Daniel Leers (1727-1774).[2][3] Il nome scientifico del genere è stato definito dal naturalista, botanico e tassonomista svedese Olof Peter Swartz (Norrköping, 21 settembre 1760 – Stoccolma, 19 settembre 1816) nella pubblicazione "Nova Genera & Species Plantarum seu Prodromus descriptionum Vegetabilium, maximam partem incognitorum quae sub itinere in Indiam Occidentalem annis 1783-87. - 1, 21. 1788" del 1788.[4]
Le piante di questo genere sono alte al massimo 200cm. La forma biologica prevalente è geofita rizomatosa (G rhiz), sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea; durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come bulbi, tuberi e rizomi, fusti sotterranei dai quali, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei. Altre forme biologiche presenti: Elofita (He) ossia piante semi-acquatiche o palustri. Alcune specie sono stolonifere. Sono presenti anche cicli biologici annui. Queste piante sono prive di spine.[5][6][7][8][9][10][11]
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma (se presente) e sono del tipo fascicolato.
Culmo
Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un brevi (o anche allungati) rizomi sottili.
Parte epigea: la parte aerea del culmo è eretta o ascendente/genicolata (quella inferiore può essere strisciante, decombente, prostrata o fluttuante in presenza di acqua). Il culmo è erbaceo (non legnoso e quindi fragile) ed è suddiviso in nodi (da spugnosi a più o meno solidi e pubescenti) e internodi.
Foglie
Le foglie, principalmente cauline, sono composte da una guaina (lunga più o meno come l'internodo), una ligula (tronca e a consistenza cartacea) e una lamina scabra (anche sui margini) con forme da lineari a lanceolate strette. La nervatura è di tipo parallelinervia. Nelle foglie sono presenti dei corpi di silice.
Infiorescenza
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze (ramificate; 1 - 3 rami per nodo) sono delle pannocchie aperte (non pelose) con forme da piramidali a ovali lasse spesso avvolte (parzialmente o completamente) nella guaina delle foglie superiori. I rami sono flessuosi e molto sottili.
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, con forme da ellittico-oblunghe, portate da rachille allungate e compresse lateralmente ma prive di estensioni, hanno un solo fiore ermafrodito, brevemente pedicellato sotteso da due brattee (un lemma e una palea) entrambe carenate, mutiche o con punta, cigliate sulla carena, percorse da 5 venature nel lemma e 3 venature nella palea. Le glume, alla base della spighetta spesso sono assenti. I lemmi sterili non sono presenti. Il colore della spighetta è biancastro con venature verdi. La disarticolazione è sul pedicello.
Fiore
I fiori sono ermafroditi (bisessuali). In genere sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
, P 2, A (1-)3(-6), G (2-3) supero, cariosside.[6]
Il perianzio in genere è ridotto e formato da due-tre lodicule, delle squame, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule possono essere membranose, glabre o cigliate.
L'androceo è composto da 1, 2, 3 o 6 stami ognuno con un breve filamento, una antera e due teche. Le antere sono basifisse con deiscenza laterale. Il polline è monoporato.
Il gineceo è composto da 3-(2) carpelli connati formanti un ovario supero. L'ovario ha un solo loculo con un solo ovulo subapicale (o quasi basale). L'ovulo è anfitropo e semianatropo e tenuinucellato o crassinucellato. Lo stilo è unico con due stigmi papillosi.
Frutti
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi oblunghi e indeiscenti nel quale il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme e aderente. La forma è allungata e appiattita. L'endosperma è duro, è presente inoltre un ilo lineare allungato. L'embrione è provvisto di epiblasto. La fessura scutellare è assente. I margini embrionali della foglia si sovrappongono.
Spighetta generica con tre fiori
Particolari delle piante del genere
Spighette
Guaina - Ligula- Lamina
Palea - Lemma
Riproduzione
Impollinazione: in generale le erbe delle Poaceae sono impollinate in modo anemogamo. Gli stigmi piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra). Nelle specie di questo genere possono essere presenti fiori cleistogamici.[11]
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
La distribuzione delle specie di questo genere è cosmopolita (Europa: 1 specie; Africa: 11 specie; Asia temperata: 4 specie; Asia tropicale: 3 specie; Australasia: 2 specie; Nord America: 6 specie; Sud America: 4 specie. - Alcune specie si trovano in più parti del mondo).[11] L'habitat preferito sono le zone calde.[10]
Solamente una specie di questo genere presente sul territorio italiano si trova anche sulle Alpi. Qui di seguito sono elencati alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione di questa specie:[12].
Comunità vegetale: delle comunità delle megaforbie acquatiche.
Piani vegetazionali: planiziale, collinare e montano.
Substrato: sia calcareo che siliceo.
Livello pH: neutro.
Livello trofico: alto.
Umidità ambientale: bagnata.
Habitat: l'habitat tipico per questa specie sono le rive dei ruscelli e fossi, canali, stagni e risaie; ma anche canneti e paludi.
Zona alpina: tutto l'arco alpino con discontinuità.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questo genere (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[8]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere di questa voce è descritto al'interno della sottotribù Oryzinae (tribù Oryzeae - sottofamiglia Ehrhartoideae).[5][6]
Filogenesi
Il genere Leersia all'interno della sottotribù Oryzinae insieme al genere Prosphytochloa Schweick, 1961 occupa una posizione "basale" (entrambi formano un "gruppo fratello").[13] L'antenato di Leersia (comune con il genere Oryza) probabilmente si è sviluppato in Africa tropicale per poi disperdersi in modo indipendente nelle varie parti del mondo. La colonizzazione di Leersia nel Sud America probabilmente è passata attraverso il Nord America. Si stima che il genere Leersia si sia separato attorno ai 14 milioni di anni fa.[14]
I numeri cromosomici per questo genere sono: 2n = 24, 48 e 60.[5]
Il cladogramma seguente mostra la posizione filogenetica di alcune specie del genere (è indicata anche l'area di origine di ogni nodo dal quale si evidenzia l'origine africana del genere):[14]
Sul territorio italiano è presente solamente una specie di questo genere:[7]
Leersia oryzoides (L.) Swartz., 1788 - Riso selvatico: la pianta arriva ad una altezza di 3 - 20 dm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è geofita rizomatosa (G rhiz); il tipo corologico è Subcosmopolita; l'habitat tipico per questa pianta sono le rive dei fossi, i canali, gli stagni e le risaie; in Italia è una specie comune (ma in via di estinzione) e si trova al Nord fino ad una altitudine di 300 ms.l.m.
In Europa e nell'areale del Mediterraneo sono presenti due specie:[15]
Leersia oryzoides (L.) Swartz., 1788 - Distribuzione: Europa completa, Anatolia e Transcaucasia.
Leersia hexandra Swartz., 1788 - Distribuzione: Penisola Iberica, Africa mediterranea e Israele.
Note
(EN) Leersia, in The Plant List. URL consultato il 5 agosto 2018.
Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 2 agosto 2018.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol.88, n.3, 2001, pp.373-457. URL consultato il 5 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
David Gledhill, The name of plants, Cambridge, Cambridge University Press, 2008.
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