L'avena verdeggiante (nome scientifico Helictotrichon sempervirens (Vill.) Pilg., 1938 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]
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Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV.
Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica. |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
(clade) | Commelinidi |
Ordine | Poales |
Famiglia | Poaceae |
Sottofamiglia | Pooideae |
Tribù | Aveneae |
Sottotribù | Aveninae |
Genere | Helictotrichon |
Specie | H. sempervirens |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Sottoclasse | Commelinidae |
Ordine | Cyperales |
Famiglia | Poaceae |
Sottofamiglia | Pooideae |
Tribù | Aveneae |
Sottotribù | Aveninae |
Genere | Helictotrichon |
Specie | H. sempervirens |
Nomenclatura binomiale | |
Helictotrichon sempervirens (Vill.) Pilg., 1938 | |
Il nome generico (Helictotrichon) deriva da due parole greche "helictos" (= contorto) e "thrix" (= capelli) e fa riferimento alla parte terminale del lemma formata da reste attorcigliate.[2] L'epiteto specifico (verdeggiante) indica una pianta con ciclo biologico perenne.[3]
Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Avena sempervirens, proposto dal botanico francese Dominique Villars (Le Noyer, 14 novembre 1745 – Strasburgo, 26 giugno 1814) in una pubblicazione del 1779, modificato successivamente in quello attualmente accettato Helictotrichon sempervirens perfezionato dal botanico germanico Robert Knud Friedrich Pilger (3 July 1876, in Helgoland – 1 September 1953, in Berlin) nella pubblicazione "Repertorium Specierum Novarum Regni Vegetabilis. Centralblatt für Sammlung und Veroffentlichung von Einzeldiagnosen neuer Pflanzen. [Edited by Friedrich Fedde]. Berlin" (Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 45: 7) del 1938.[1]
Queste piante arrivano ad una altezza di 4 - 12 dm). La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee, perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo. L'avena verdeggiante, più o meno glabrescente, si presenta come densi cespugli.[4][5][6][7][8][9]
Le radici sono fascicolate.
La parte aerea del fusto è formata da culmi robusti ed eretti (la base è avvolta dalle guaine dissolte).
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. La sezione anatomica delle foglie si presenta con dei pilastri sclerechimatici longitudinali interrotti da zone di cellule ialine.
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze hanno la forma di una pannocchia lineare, aperta e sono formate da diverse spighette (30 - 55) sporgenti oltre le glume. I rami primari della pannocchia portano 3 - 7 spighette fertili su ciascun ramo inferiore. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[10]), anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Dimensioni della pannocchia: lunghezza 8 – 20 cm.
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, dalle forme oblunghe e compresse lateralmente, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 2 - 3 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione in genere avviene sopra le glume. Le spighette spesso sono variegate in violetto. Lunghezza delle spighette (senza le reste): 12 – 14 mm.
I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.
I frutti sono dei cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. A volte l'endosperma è liquido.
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[11]
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[13]
Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
Descrizione. L'alleanza Avenion sempervirentis è relativa ai prati e ai pascoli di tipo steppico localizzati in aree povere di argilla e di humus ma ricche di elementi pietrosi. La distribuzione di questa alleanza è nelle Alpi Marittime. Queste comunità spesso confinano con le mughete e con la vegetazione dei detriti di falda.[15]
Specie presenti nell'associazione: Festuca dimorpha, Cyanus triumfettii, Astragalus sempervirens e Ononis cristata.
La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[7]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Helictotrichon è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae con 33 specie distribuite nelle regioni temperate/calde del Mediterraneo, Europa, Africa e Asia.[4][5]
Il basionimo per questa specie è: Avena sempervirens Villars, 1779[13]
La sottotribù Aveninae (contenente il genere della specie di questa voce) è descritta all'interno della tribù Aveneae Dumort., 1824 e quindi della supertribù Poodae L. Liu, 1980. All'interno della tribù, la sottotribù Aveninae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Aveneae" (definito "Poeae chloroplast groups 1"[16] o anche "Palstid Group 1 (Aveneae-type)")[17].
All'interno delle Aveninae si individuano due subcladi. Helictotrichon si trova nel primo clade insieme ai generi Arrhenatherum e Avena.[18] Questo genere tradizionalmente è rimasto parafiletico per lungo tempo; solamente con gli ultimi studi filogenetici è stato ridotto a due soli subgeneri: subg. Helictotrichon e subg. Tricholemma M. Ròser, passando così da un centinaio di specie ad una trentina.[4]
La specie H. sempervirens è una specie poliploide; la stirpe più comune è la forma diploide (2n = 14), quella poliploide (2n = 42). L'allopoliploidia può essersi generata da un evento ibridogeno tra le specie Helictotrichon parlatorei e H. sempervirens, ma è da verificare.[6]
Le seguenti sono sinapomorfie relative a tutta la sottofamiglie (Pooideae):[4]
Per il genere Helictotrichon è stata individuata la seguente sinapomorfia: l'ilo è lungamente lineare.
Il numero cromosomico di H. sempervirens è: 2n = 28 e 42[19]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[9]
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