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L'avena di Parlatore (nome scientifico Helictotrichon parlatorei (J.Woods) Pilg., 1938 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]

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Avena di Parlatore
Helictotrichon parlatorei
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidi
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Aveneae
Sottotribù Aveninae
Genere Helictotrichon
Specie H. parlatorei
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Aveneae
Sottotribù Aveninae
Genere Helictotrichon
Specie H. parlatorei
Nomenclatura binomiale
Helictotrichon parlatorei
(J.Woods) Pilg., 1938

Etimologia


Il nome generico (Helictotrichon) deriva da due parole greche "helictos" (= contorto) e "thrix" (= capelli) e fa riferimento alla parte terminale del lemma formata da reste attorcigliate.[2] L'epiteto specifico (parlatorei) è stato dato in onore di Filippo Parlatore (1816–1877), botanico italiano.[3]

Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Avena parlatorei, proposto dal botanico inglese Joseph Woods (24 August 1776 – 9 January 1864) in una pubblicazione del 1850, modificato successivamente in quello attualmente accettato Helictotrichon parlatorei perfezionato dal botanico germanico Robert Knud Friedrich Pilger (3 July 1876, in Helgoland – 1 September 1953, in Berlin) nella pubblicazione "Repertorium Specierum Novarum Regni Vegetabilis. Centralblatt für Sammlung und Veroffentlichung von Einzeldiagnosen neuer Pflanzen. [Edited by Friedrich Fedde]. Berlin" (Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 45: 7) del 1938.[1]


Descrizione


Il portamento
Il portamento
Spighetta generica con tre fiori diversi
Spighetta generica con tre fiori diversi

Queste piante arrivano ad una altezza di 3 - 8 dm). La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee, perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo.[4][5][6][7][8][9]


Radici


Le radici sono fascicolate. Sono presenti dei brevi rizomi.


Fusto


La parte aerea del fusto è composta da culmi formanti densi cespugli. I culmi sono robusti, ascendenti, incurvati nella parte apicale e ruvidi (i peli sono orientati verso l'alto). La base dei culmi è ricoperta dalle guaine morte compattate.


Foglie


Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie.


Infiorescenza


Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze hanno la forma di una pannocchia aperta, ampia a disegno piramidale e sono formate da diverse spighette (da 15 a 45). La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[10]), anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Dimensioni della pannocchia: lunghezza 8 – 15 cm.


Spighetta


Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, dalle forme oblunghe e compresse lateralmente, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 3 - 4 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La rachilla è pubescente. La disarticolazione avviene sopra le glume ma non tra fiori. Le spighette sono screziate di violaceo con riflessi ferruginei. Lunghezza delle spighette (senza le reste): 9 – 12 mm.


Fiore


I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.

*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.

Frutti


I frutti sono dei cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. A volte l'endosperma è liquido.


Riproduzione


Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[11]


Distribuzione e habitat


Distribuzione della pianta  (Distribuzione regionale[12] – Distribuzione alpina[13])
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[12] – Distribuzione alpina[13])

Fitosociologia



Areale alpino

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[13]

  • Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite.
  • Classe: Elyno-Seslerietea variae
  • Ordine: Seslerietalia variae

Areale italiano

Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]

  • Classe: Festuco-seslerietea
  • Ordine: Seslerietalia caeruleae
  • Alleanza: Caricion austroalpinae
  • Suballeanza: Caricenion austroalpinae

Descrizione: questa "suballeanza" si riferisce alle praterie emicriptofite, spesso dominate da Sesleria caerulea e da Carex sempervirens, diffuse sui versanti carbonatici da 1.700 m al limite degli alberi nelle Alpi meridionali. È una comunità relativamente termofila con microclima fresco e umido. Le comunità del Caricenion australpinae possono ritrovarsi anche in ambiti collinari e submontani. La distribuzione è relativa all'alleanza endemica del territorio insubrico.[15]


Tassonomia


La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[7]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Helictotrichon è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae con 33 specie distribuite nelle regioni temperate/calde del Mediterraneo, Europa, Africa e Asia.[4][5]

Il basionimo per questa specie è: Avena parlatorei Woods, 1850[13]


Filogenesi


La sottotribù Aveninae (contenente il genere della specie di questa voce) è descritta all'interno della tribù Aveneae Dumort., 1824 e quindi della supertribù Poodae L. Liu, 1980. All'interno della tribù, la sottotribù Aveninae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Aveneae" (definito "Poeae chloroplast groups 1"[16] o anche "Palstid Group 1 (Aveneae-type)")[17].

All'interno delle Aveninae si individuano due subcladi. Helictotrichon si trova nel primo clade insieme ai generi Arrhenatherum e Avena.[18] Questo genere tradizionalmente è rimasto parafiletico per lungo tempo; solamente con gli ultimi studi filogenetici è stato ridotto a due soli subgeneri: subg. Helictotrichon e subg. Tricholemma M. Ròser, passando così da un centinaio di specie ad una trentina.[4] La specie H. parlatorei è una specie tetraploide; la stirpe più comune è la forma diploide (2n = 14), quella tetraploide (2n = 28) in Italia è stata riscontrata nel Piemonte. L'allopoliploidia può essersi generata da un evento ibridogeno tra le specie H. parlatprei e Helictotrichon sempervirens (Vill.) Pilg., ma è da verificare.[6]

Le seguenti sono sinapomorfie relative a tutta la sottofamiglie (Pooideae):[4]

Per il genere Helictotrichon è stata individuata la seguente sinapomorfia: l'ilo è lungamente lineare.

Il numero cromosomico di H. parlatorei è: 2n = 14 e 28[19]


Sinonimi


Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[9]


Note


  1. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 28 settembre 2020.
  2. Etymo Grasses, pag. 131.
  3. Etymo Grasses, pag. 220.
  4. Kellogg 2015, pag. 232.
  5. Judd et al 2007, pag. 311.
  6. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 551.
  7. Strasburger 2007, pag. 814.
  8. Pasqua et al 2015, pag. 467.
  9. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 28 settembre 2020.
  10. Kellogg 2015, pag. 28.
  11. Kellogg 2015, pag. 73.
  12. Conti et al. 2005, pag. 104.
  13. Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 944.
  14. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. Helictotrichon parlatorei. URL consultato il 29 settembre 2020.
  15. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 46.2.2.1 SUBALL. CARICENION AUSTROALPINAE POLDINI & FEOLI CHIAPELLA IN FEOLI & CHIAPELLA & POLDINI 1994. URL consultato il 5 aprile 2016.
  16. PeerJ 2018, pag. 22.
  17. Soreng et al. 2007, pag 440.
  18. Saarela et al.2017.
  19. Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 28 settembre 2020.

Bibliografia



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