È un arbusto sempreverde con fusti alti fino a 120 centimetri, rossastri e spogli nella parte inferiore, verdi e pubescenti in quella superiore; se spezzati emettono un lattice irritante.[2][3]
Le foglie, lanceolate, lunghe fino a 9cm, di colore verde-azzurro, sono disposte a spirale nella parte superiore dei rami.
L'infiorescenza è un ciazio con brattee di colore verdastre con evidenti nettari trapezoidali di colore bruno-violaceo, che formano un involucro a coppa attorno a un fiore femminile centrale di colore giallo, circondato da 5 fiori maschili ridotti ai soli stami. Fiorisce da gennaio ad aprile.
Il frutto è una capsula pelosa tricarpellare lunga circa 5mm, che contiene tre semi di colore grigio-argenteo muniti di una caruncola conica.
Biologia
E. characias si riproduce per impollinazione entomogama ad opera di diverse specie di ditteri e imenotteri.[4]
La disseminazione di E. characias avviene con un doppio meccanismo: in un primo momento i semi vengono dispersi sul terreno con un meccanismo "balistico" che può portarli sino ad alcuni metri di distanza dalla pianta madre; successivamente l'opera di dispersione è completata da diverse specie di formiche che trasportano i semi all'interno dei loro formicai (mirmecocoria).[5][6] Tra le specie coinvolte in questo meccanismo di dispersione vi sono Pheidole pallidula, Aphaenogaster senilis, Tapinoma nigerrimum e Messor barbarus.[7]
Distribuzione e habitat
L'areale di E. characias comprende l'Europa meridionale (penisola iberica, Francia - compresa la Corsica, Italia - comprese Sicilia e Sardegna, penisola balcanica), l'Asia minore e il Nord Africa (Marocco e Libia).[8]
Vegeta in ambienti di macchia mediterranea e gariga, su terreni aridi e soleggiati, fino a 1000 m di altitudine.
Euphorbia characias subsp. wulfenii (Hoppe ex W.D.J.Koch) Radcl.-Sm., 1968
Note
Euphorbia characias, in World Checklist of Selected Plant Families, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 16 aprile 2013.
Banfi E.,Consolino F., La Flora Mediterranea, De Agostini, 2005, p.100, ISBN 9788841861912.
Il lattice irritante, come quello della chelidonia, veniva utilizzato per far seccare porri e verruche (F.Mearelli e C.Tardelli, Maremma mediterranea in "Erboristeria domani", luglio-agosto 1995).
Euphorbia characias[collegamento interrotto], in GRIN Database. URL consultato il 15 aprile 2013.
Euphorbia characias, in World Checklist of Selected Plant Families, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 16 aprile 2013.
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