ErucastrumC.Presl, 1826 è un genere di piante angiospermeeudicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Brassicacee,[1] dall'aspetto di piccole erbacee dai tipici fiori disposti a croce.
La famiglia delle Brassicaceae (assieme alle Asteraceae) è una delle più numerose delle Angiosperme con circa 350 generi e 3000 specie[2], diffusa principalmente nella fascia temperata e fredda del nostro globo. Il genere Erucastrum comprende una trentina di specie, quattro delle quali sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.
Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Brassicaceae all'ordine Capparales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell'ordine delle Brassicales. Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella a destra).
Nelle classificazioni più vecchie la famiglia del genere Erucastrum era chiamata anche Crociferae e a volte Cruciferae.
Specie spontanee della flora italiana
Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l'elenco che segue utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche[3].
Gruppo 1A: le foglie basali sono imparipennate e il lobo apicale è molto più grande di quelli laterali; il colore della pagina inferiore è glauco;
Erucastrum virgatum (Presl.) Presl.: l'altezza della pianta va a 30 a 60 cm; il ciclo biologico è bienne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Endemico; l'habitat tipico sono le zone ruderali, gli incolti e i pascoli; la diffusione sul territorio italiano è solo al sud (e non molto frequentemente) ad una altitudine fino a 600 ms.l.m..
Gruppo 1B: le foglie basali sono imparipennate e il lobo apicale è appena più grande di quelli laterali; il colore della pagina inferiore è verde;
Gruppo 2A: i peduncoli dei fiori inferiori nascono all'ascella di una foglia bratteale;
Erucastrum gallicum (Willd.) O.E.Schulz – Erucastro francese: l'altezza della pianta va a 20 a 50 cm; il ciclo biologico è bienne o perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Ovest Europeo (Subatlantico); l'habitat tipico sono le zone ruderali, i greti dei fiumi e le scarpate ferroviarie; sul territorio italiano questa pianta è rara ed è presente solo nella provincia di Aosta ad una altitudine fino a 1500 ms.l.m..
Gruppo 2B: i peduncoli dei fiori sono privi di foglie bratteale ascellanti;
Erucastrum nasturtiifolium (Poiret.) O.E.Schulz – Erucastro comune: la parte bassa del fusto è ispida; le foglie basali hanno 3 – 5 segmenti per lato. L'altezza della pianta va a 20 a 50 cm; il ciclo biologico è bienne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Endemico; l'habitat tipico sono i greti dei fiumi, le zone ghiaiose e ruderali; la diffusione sul territorio italiano è solo al nord ad una altitudine dai 200 fino a 2000 ms.l.m..
Erucastrum palustre (Pirona) Vis. – Erucastro friulano: tutto il fusto è glabro; le foglie basali hanno 10 - 13 segmenti per lato. L'altezza della pianta va a 60 a 80 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Endemico; l'habitat tipico sono le paludi e le torbiere; sul territorio italiano si trova solo nei Friuli ed è molto rara.
Lo stesso argomento in dettaglio: Specie di Erucastrum.
Etimologia
Il nome del genere (Erucastrum), definito dal botanico boemo Karel Borivoj Presl (1794 – 1852), è stato ripreso da un altro genere della stessa famiglia: Eruca (tipico nome latino usato da Plinio nei suoi testi)[4].
Morfologia
I dati morfologici si riferiscono soprattutto alle specie europee e in particolare a quelle spontanee italiane.
L'altezza delle piante di questo genere oscilla da 20 a 80cm. Il ciclo biologico è biennale o perenne. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e con poche foglie.
Radici
Le radici possono essere sia del tipo a fittone che di tipo rizomatoso.
Fusto
I fusti sono ascendenti e ramoso soprattutto nella parte alta.
Le foglie sono del tipo imparipennato con numero di segmenti per lato variabile tra 3 - 8. I segmenti sono o completamente oppure parzialmente divisi e a loro volta possono essere lobati o dentati grossolanamente. Le foglie in genere sono verdi su entrambe le facce.
Foglie basali: le foglie basali sono disposte a rosetta e sono più grandi con un lungo picciolo.
Foglie cauline: le foglie caulinari sono più piccole e hanno un picciolo più corto (ma non sono abbraccianti il fusto); sono inoltre disposte in modo alterno lungo il fusto.
Infiorescenza
L'infiorescenza è un racemo di tipo ombrellifero con fiori gialli portati da lunghi peduncoli. In alcune specie i peduncoli partono dall'ascella delle foglie, in altre no. In questa infiorescenza non esiste un fiore apicale. Durante la fruttificazione il racemo si allunga.
Fiore
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi (in realtà sono fiori dissimmetrici – a due piani di simmetria) e tetrameri (calice e corolla composti da 4 parti).
Calice: il calice è formato da quattro sepali, eretti e a due a due ravvicinati ma divisi (dialipetali).
Corolla: la corolla è composta da quattro petali normalmente gialli, alternati ai sepali, disposti in croce e tutti uguali fra di loro; la forma dei petali è obovata.
Androceo: gli stami sono sei (2 corti più esterni e 4 lunghi più interni); sporgono dalla corolla (ma sono più corti dello stilo). Le antere hanno una forma ovato-cordata. I nettari si trovano alla base dell'androceo a disposizione laterale e sono bilobi.
Gineceo: l'ovario è supero a forma ellittica e bi-loculare; per ogni loggia ci sono molti ovuli in posizione pendula. Lo stilo è allungato e sporge dalla corolla mentre lo stimma è a capocchia.
Impollinazione: impollinazione di tipo entomofila.
Frutti
Il frutto è una siliqua (non divisa in logge sovrapposte) contenente numerosi semi. All'apice può essere presente un becco (quasi un uncino). Le valve del frutto sono carenate sul dorso. La siliqua è portata da un breve peduncolo. Il portamento dei frutti è più o meno divergente (quasi patente) dall'asse principale del fusto.
Distribuzione e habitat
Delle 4 specie spontanee della flora italiana solo 2 vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla diffusione delle specie alpine[6].
Legenda e note alla tabella.
Per il “substrato” con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili); vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
Comunità vegetali:
2 = comunità terofiche pioniere nitrofile
3 = comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Ambienti:
B1 = campi, colture e incolti
B2 = ambienti ruderali, scarpate
B5 = rive, vicinanze corsi d'acqua
C3 = ghiaioni, morene e pietraie
Note
(EN) Erucastrum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 10 febbraio 2021.
Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Vol.2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p.841, ISBN88-7287-344-4.
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