bio.wikisort.org - Plantae

Search / Calendar

L'Equiseto dei campi (Equisetum arvense L., 1753) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia Equisetaceae.

Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Equiseto dei campi
Equisetum arvense
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Divisione Pteridophyta
Classe Equisetopsida
Ordine Equisetales
Famiglia Equisetaceae
Genere Equisetum
Specie E. arvense
Nomenclatura binomiale
Equisetum arvense
L., 1753
Nomi comuni

Rasperella
Coda cavallina


Sistematica


Strobilo
Strobilo

Appartiene alla grande divisione delle Pteridophyte, gruppo di piante più primitive rispetto alle Angiosperme, senza organi sessuali distinti, che si propagano e riproducono per mezzo di spore. La famiglia di appartenenza (Equisetaceae) comprende il solo genere Equisetum con circa 20 o 30 specie (a seconda dei vari Autori) delle quali una decina appartengono alla nostra flora spontanea. Il genere è diviso in due sezioni: Hippochaete e Euequisetum. La pianta di questa scheda appartiene alla seconda sezione cui appartengono specie di luoghi temperati, con stomi superficiali e parti aeree che durante l'inverno si disseccano completamente.


Variabilità


Normalmente i fusti fertili sono eterotrofi (non hanno la funzione fotosintetica); in alcuni casi però si possono trovare individui con i fusti fertili provvisti di rametti verdi e quindi fotosintetici. I fusti sterili invece tendono a colorarsi diversamente secondo l'ambiente: nella zona apicale sono più arrossati in ambienti aridi, mentre se l'ambiente è umido o poco illuminato tendono ad acquistare un aspetto verdastro-gialliccio (clorosi del pigmento superficiale). Un'altra caratteristica soggetta a variabilità è il portamento che può essere eretto o prostrato con ramificazioni più o meno intense[1]. Sono piante con un elevato numero di diploidi: 216 (108 copie di cromosomi). Questo numero è 5 volte superiore al numero di diploidi umani (46).
Nell'elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):


Ibridi


Nell'elenco che segue sono indicati alcuni ibridi interspecifici


Sinonimi


La specie di questa scheda ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:


Specie simili



Etimologia


Il nome generico (Equisetum) deriva dal latino e significa “crine di cavallo”; mentre L'epiteto specifico (“arvense”) fa riferimento al suo habitat tipico: nei campi. Dobbiamo a Dioscoride Pedanio (Anazarbe in Cilicia, 40 circa - 90 circa), che fu un medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, una delle prime descrizioni dettagliate di questa pianta[2]. Il binomio scientifico attualmente accettato (Equisetum arvense) è stato proposto da Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Acker-Schachtelhalm; in francese si chiama Prêle des champs; in inglese si chiama Field Horsetail.


Morfologia


Descrizione delle parti della pianta
Descrizione delle parti della pianta

La forma biologica della specie è geofita rizomatosa (G rhiz), ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei detti rizomi (un fusto ipogeo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei). In realtà anche durante i periodi più avversi la pianta deve continuare a vivere per cui alcuni brevi rami ipogei laterali si trasformano in tuberi rotondi contenenti sostanze di riserva per lo svernamento. Il ciclo biologico è perenne. L'altezza media varia da 10 a 60 cm (massimo 100 cm).


Radici


Le radici sono secondarie (fascicolate) da rizoma e di tipo avventizio. Generalmente sono dei ciuffi che si diramano dai nodi del rizoma e durano un anno al massimo.


Fusto


  • fusti sterili, ruvidi di colore verde e quindi fotosintetici. In questi fusti le foglie sono così poco significative che il fusto si sostituisce ad esse per il processo fotosintetico tramite degli stomi superficiali (ossia delle cellule clorofilliane che sono a contatto con l'epidermide per lunghi tratti). Questi fusti sono ramificati con una dozzina di rametti a quattro coste posti in verticilli alla base delle foglie a sua volta poste nei nodi del fusto; anche i rametti sono articolati in nodi e relativi internodi e quelli superiori sono progressivamente più brevi. I fusti raggiungono l'altezza massima di circa 60 cm; questi secondi fusti si sviluppano solamente dopo che quelli fertili hanno assolto alla loro funzione riproduttiva;
  • fusti fertili, bianchicci o bruni (a volte di colore giallastro e quindi privi di clorofilla), atti alla riproduzione; normalmente non ramificati ma con nodi e internodi con un solo strobilo apicale di sporofilli (foglia modificata che porta gli sporangi, alloggiamento delle spore - i “semi” delle Pteridophyte); anche in questo fusto ai nodi sono presenti delle foglie ma quasi mai i rami; lo strobilo termina in modo arrotondato (non mucronato).

Entrambi i fusti sono fortemente scanalati longitudinalmente (sono alati) e suddivisi in diversi nodi e relativi internodi; le striature verticali (da 6 a 19) presentano inoltre la particolarità di essere sfalsate passando per due internodi contigui. I fusti sono cavi (cavità midollare) o fistolosi, infatti all'interno è presente una sottile cavità longitudinale; questa, nel caso della specie di questa scheda, è larga almeno il doppio delle cavità laterali (in genere 2 – 5 volte quelle laterali, in tutti i casi 1/3 del diametro totale). Inoltre, sempre nell'Equistum arvense, i fusti, ma anche i rami, sono senza vistose sporgenze silicizzate. Diametro dei fusti : 1 – 5 mm. Altezza dei fusti fertili: 10 – 20 cm. Altezza dei fusti sterili: 20 – 50 cm. Lunghezza della spiga fertile (strobilo): 1,5 – 4 cm. Lunghezza media dell'internodo : 2 – 3 cm.


Foglie


Le foglie (in questo caso chiamate più precisamente microfille) sono situate in corrispondenza dei nodi del fusto. Sono erette e appressate al fusto stesso. Sono concresciute le une alle altre (formano una specie di collaretto lobato o guaina attorno al fusto) e non sono differenziate in picciolo e lamina fogliare; le loro dimensioni sono tali per cui ricoprono meno della metà dell'internodo. La forma è lanceolata, squamiforme con un unico nervo dorsale e apice acuminato di colore bruno. Sono presenti al massimo una dozzina di denti (8 - 12) e relative foglie saldate nella parte basale.


Apparato riproduttivo



Distribuzione e habitat



Fitosociologia


Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale[4]:

Formazione: comunità perenni nitrofile
Classe: Agropyretea intermedii-repentis
Ordine: Agropyretalia intermedii-repentis
Alleanza: Convolvulo-Agropyrion repentis

Usi



Fitoterapia


Avvertenza
Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

l'equiseto è un'erba officinale e un'erba medicinale.

L'equiseto può avere proprietà antiemorragiche, cicatrizzanti, emostatiche, diuretiche, astringenti, antitubercolari, ma soprattutto remineralizzanti: studi clinici hanno dimostrato che l'assunzione di equiseto in polvere abbrevia sensibilmente il tempo di guarigione delle fratture ossee[5]. Sembra comunque che abbia anche una certa tossicità specialmente nel bestiame (probabilmente l'elevata quantità di membrane silicizzate possono causare lesioni e quindi infezioni nel tubo intestinale degli erbivori).


Cucina


In passato, presso le famiglie contadine, i germogli venivano occasionalmente impanati e fritti o conditi con aceto. Può essere aggiunto a zuppe o minestroni come integratore di sali minerali. Ancora oggi nel Giappone gli strobili sono bolliti, salati e lasciati macerare in aceto insieme ad una salsa locale; mentre le parti basali della pianta sono lessate e mangiate da alcune tribù indiane del Messico[2]. Il sapore della pianta è simile a quello del fieno.


Altri usi


L'acido silicico presente negli equiseti (“erba dello stagno”) veniva sfruttato nella lucidatura di oggetti in legno o metallo strofinandoli con i fusti. L'operazione risultava pratica anche per la forma e l'elasticità dei fusti stessi, sicché erano sovente adoperati anche per la pulizia dell'interno di vasi e bottiglie. Anticamente queste piante macerate si usavano come fertilizzante (sono abbastanza ricche di minerali), ma anche per combattere la ruggine.
Gli antichi romani utilizzavano l'Equiseto come sostituto del sapone (vedi il sapone degli antichi romani) e anche oggi in cosmetica entra negli ingredienti delle creme antirughe, perché sembra che rallenti l'invecchiamento della pelle. Ha inoltre proprietà anticellulitiche.


Altre notizie


L'Equisetum arvense è una pianta molto antica; si pensa che sia comparsa circa 300 milioni di anni fa. I resti fossili di alcune specie dell'ordine delle Equisetales indicano che erano piante diffuse già alla fine dal Devoniano (395 – 345 milioni di anni fa)[3]. In certe zone è considerata pianta infestante.


Galleria d'immagini



Note


  1. Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 44, ISBN 88-506-2449-2.
  2. Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta, Milano, Federico Motta Editore, 1960.
  3. Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 731-733, ISBN 88-7287-344-4.
  4. AA.VV., Flora Alpina., Bologna, Zanichelli, 2004.
  5. Henri Leclerc, Lineamenti di fitoterapia, traduzione di Valentina Porta, Roma, Aporie, 1989 [1983], SBN IT\ICCU\RMS\1256942.

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàGND (DE) 4512155-2
Portale Biologia
Portale Botanica

На других языках


[en] Equisetum arvense

Equisetum arvense, the field horsetail or common horsetail, is an herbaceous perennial plant in the Equisetidae (horsetails) sub-class, native throughout the arctic and temperate regions of the Northern Hemisphere. It has separate sterile non-reproductive and fertile spore-bearing stems growing from a perennial underground rhizomatous stem system. The fertile stems are produced in early spring and are non-photosynthetic, while the green sterile stems start to grow after the fertile stems have wilted and persist through the summer until the first autumn frosts.[2][3] It is sometimes confused with mare's tail, Hippuris vulgaris.[4]

[es] Equisetum arvense

La cola de caballo (Equisetum arvense) es una especie de arbusto perteneciente a la familia de las equisetáceas. Ayuda con los cálculos renales o de vejiga

[fr] Prêle des champs

Equisetum arvense
- [it] Equisetum arvense

[ru] Хвощ полевой

Хвощ полево́й[1], или хвощ обыкнове́нный, или толка́чик[2], или столбунец[1](лат. Equisétum arvénse) — вид многолетних травянистых растений рода Хвощ семейства Хвощовые (Equisetaceae).



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2025
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии