Chasmanthium Link, 1827 è un genere di piante spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (ex. Graminacee). È anche l'unico genere della tribù Chasmanthieae W.V. Brown & B. N. Smith ex Sánchez-Ken & L.G. Clark, 2010.[1][2][3]
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Il nome del genere deriva da due parole greche: "chasma" (= vuoto) e "anthos" (= fiore) e fa riferimento alle glume dell'infiorescenza che si aprono esponendo i chicchi dei frutti della pianta.[4]
Il nome scientifico del genere è stato definito dal biologo, botanico e naturalista tedesco Johann Heinrich Friedrich Link (Hildesheim, 2 febbraio 1767 – Berlino, 1º gennaio 1851) nella pubblicazione "Hortus Regius Botanicus Berolinensis descriptus" (Hort. Berol. [Link] 1: 159 - 1827)[5] del 1827.[1] Il nome scientifico della tribù è stato definito inizialmente dai botanici W.V. Brown e B. N. Smith e successivamente perfezionato dai botanici J. Gabriel Sánchez-Ken e Lynn G. Clark nella pubblicazione "Phylogeny and new tribal classification of the Panicoideae s.l. (Poaceae)" del 2010.[6]
Descrizione
Il portamento Chasmanthium latifoliumLe foglie Chasmanthium laxumInfiorescenza Chasmanthium latifoliumSpighetta generica con tre fiori diversi
Il portamento delle specie di questo gruppo in genere è cespitoso con rizomi corti o allungati e cicli biologici perenni. I culmi sono vuoti ma solidi con portamento eretto o genicolato o decombente e privo di rami laterali. Massima altezza dei fusti: 30 – 150cm. Il ciclo fotosintetico di queste piante è del tipo C3. Altezza massima dei culmi: 100cm.[2][7][8][9][10][11][12][13]
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie con altre vene distintamente incrociate. Possono essere presenti dei pseudopiccoli.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto.
Ligula: le ligule sono membranosa; la membrana è sfrangiata oppure termina con una frangia di peli.
Lamina: la lamina ha delle forme da lineari a lanceolate; sono presenti delle venature longitudinali, mentre quelle incrociate sono o assenti o presenti e ben distinte.
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali, sono ramificate (o con rami primari non ramificati, o rami primari ramificati formanti rami di ordine superiore) e sono formate da poche spighette (sessili o peduncolate) ed hanno la forma di una pannocchia aperta o contratta o agglomerata.
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, compresse lateralmente e con forme ellittiche o oblunghe o ovate o obovate, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 2 a 10 (fino a 24) fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili o ridotti; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene a maturità con la rottura della rachilla sotto ogni fiore fertile. Lunghezza delle spighette: 14 – 40mm.
Glume: le glume, persistenti e disuguali, sono più corte delle spighette; hanno una consistenza cartacea o erbacea e delle forme lanceolate o ovate con apici acuti o acuminati; le venature sono fino a 11 longitudinali; è presente una carena dorsale.
Palea: la palea è provvista di chiglie alate; può essere gibbosa.
Lemma: il lemma ha delle forme ellittiche o ovate con apici acuti o acuminati; la consistenza è cartacea o erbacea; le venature sono fino a 15 longitudinali;
I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[7]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule hanno una consistenza carnosa.
L'androceo è composto da un stame (o 3), ognuno con un breve filamento libero, una antera sagittata e due teche. Le antere sono basifisse con deiscenza laterale. Il polline è monoporato.
Il gineceo è composto da 3-(2) carpelli connati formanti un ovario supero. L'ovario, glabro, ha un solo loculo con un solo ovulo subapicale (o quasi basale). L'ovulo è anfitropo e semianatropo e tenuinucellato o crassinucellato. Lo stilo, breve, è unico con due stigmi in genere piumosi.
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è puntiforme. L'embrione è provvisto quasi sempre di epiblasto ha un solo cotiledone (allungato) altamente modificato (scutello con fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia si sovrappongono.
Riproduzione
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Le specie di questo gruppo sono presenti nel Nord America.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questo genere (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[10]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, la tribù Chasmanthieae è posizionata all'interno della sottofamiglia Panicoideae.[2][7]
Filogenesi
All'interno della famiglia Poaceae la sottofamiglia Panicoideae appartiene al clade "PACMAD" (formato dalle sottofamiglie Aristidoideae, Arundinoideae, Micrairoideae, Danthonioideae, Chloridoideae e Panicoideae). Questo clade con il clade BEP (formato dalle sottofamiglie Ehrhartoideae, Bambusoideae e Pooideae) forma un "gruppo fratello" (il clade BEP a volte è chiamato clade "BOP" in quanto la sottofamiglia Ehrhartoideae a volte è chiamata Oryzoideae). La sottofamiglia di questa voce, nell'ambito del clade "PACMAD", a parte la sottofamiglia Aristidoideae in posizione "basale", forma un "gruppo fratello" con il resto delle sottofamiglie del clade.[2]
Il clade "PACMAD" è un gruppo fortemente supportato fin dalle prime analisi filogenetiche di tipo molecolare. Questo gruppo non ha evidenti sinapomorfie morfologiche con l'unica eccezione dell'internodo mesocotiledone allungato dell'embrione. Questo clade inoltre è caratterizzato, nella maggior parte delle piante, dal ciclo fotosintetico di tipo C4 (ma anche a volte tipo C3).[2]
La tribù Chasmanthieae fa parte del primo gruppo di tribù che si sono differenziate nell'ambito della sottofamiglia e con la tribù Zeugiteae forma un "gruppo fratello". In alcuni studi i generi di queste due tribù sono tutti descritti all'interno della tribù Chasmanthieae.[2] Nelle specie di questa tribù il ciclo fotosintetico è del tipo C3).[3]
Per questo genere è stata evidenziata la seguente sinapomorfia: la gibbosità della palea[2]; mentre le chiglie alate sono un carattere distintivo di questo gruppo.[13]
I numeri cromosomici delle specie di questo genere sono: 2n = 24 e 48.[2]
Elenco delle specie
Le seguenti specie compongono il genere di questa voce:[12]
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol.88, n.3, 2001, pp.373-457. URL consultato il 22 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
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