Sturnira ludovici (Anthony, 1924) è un pipistrello della famiglia dei Fillostomidi diffuso nel Continente americano.[1][2]
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Stato di conservazione | |
![]() Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Superordine | Laurasiatheria |
Ordine | Chiroptera |
Sottordine | Microchiroptera |
Famiglia | Phyllostomidae |
Sottofamiglia | Stenodermatinae |
Genere | Sturnira |
Specie | S.ludovici |
Nomenclatura binomiale | |
Sturnira ludovici Anthony, 1924 | |
Areale | |
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Pipistrello di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 66 e 70 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 41 e 45 mm, la lunghezza del piede tra 13 e 16 mm, la lunghezza delle orecchie tra 12 e 19 mm e un peso fino a 23 g.[3]
La pelliccia è lunga e densa. Le parti dorsali sono bruno-grigiastre, talvolta bruno-arancioni, mentre le parti ventrali sono bruno-grigiastre chiare. Sono presenti dei ciuffi di lunghi peli arancioni o rossi scuri intorno a delle ghiandole situate su ogni spalla. Il muso è corto e largo. La foglia nasale è ben sviluppata e lanceolata, con la porzione anteriore saldata al labbro superiore. Le orecchie sono corte, triangolari, con l'estremità arrotondata ed ampiamente separate. Il trago è corto ed affusolato. Le ali sono e attaccate posteriormente sulle caviglie. I piedi sono ricoperti di peli. È privo di coda, mentre l'uropatagio è ridotto ad una frangia di peli lungo la parte interna degli arti inferiori. Il calcar è rudimentale. Il cariotipo è 2n=30 FNa=56.
Si nutre di frutta dei generi Piper, Solanum e di Pothomorme umbellata.
Danno alla luce un piccolo alla volta due volte l'anno, tra aprile e maggio e tra settembre ed ottobre.
Questa specie è diffusa dal Messico centro-occidentale e centro-orientale attraverso l'America centrale fino all'Ecuador e alla Guyana.
Vive nelle foreste sempreverdi, foreste secondarie e frutteti fino a 2.000 metri di altitudine.
Sono state riconosciute 3 sottospecie:
La popolazione del Venezuela è stata riconosciuta nel 2017 come una nuova specie, S.adrianae[4].
La IUCN Red List, considerato il vasto areale e l'abbondanza, classifica S.ludovici come specie a rischio minimo (LC).[1]
Altri progetti
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