La nonnetta bicolore (Lonchura bicolor Fraser, 1843) è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia degli Estrildidi[2].
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Stato di conservazione | |
![]() Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Superclasse | Tetrapoda |
Classe | Aves |
Sottoclasse | Neornithes |
Superordine | Neognathae |
Ordine | Passeriformes |
Sottordine | Oscines |
Infraordine | Passerida |
Superfamiglia | Passeroidea |
Famiglia | Estrildidae |
Genere | Lonchura |
Specie | L. bicolor |
Nomenclatura binomiale | |
Lonchura bicolor Fraser, 1843 | |
Areale | |
Se ne riconoscono attualmente 3 sottospecie[2]:
Una quarta sottospecie, L. bicolor nigriceps è stata recentemente elevata al rango di specie a sé stante, col nome di Lonchura nigriceps[2].
Il nome scientifico della specie deriva dall'unione delle parole latine bi- (prefisso per "due") e color ("colore"), in riferimento alla livrea di questi uccelli, in cui predominano i toni del bianco e del nero.
Questa specie occupa un areale piuttosto vasto che comprende buona parte dell'Africa subsahariana, andando dal Senegal meridionale lungo tutta la fascia costiera dell'Africa occidentale fino all'Angola settentrionale, e ad est attraverso il Congo, l'Uganda ed il Sudan meridionale fino all'Etiopia sud-occidentale e al Kenya occidentale.
La nonnetta bicolore è un uccello piuttosto adattabile, che predilige la savana e le aree erbose secche ma colonizza senza problemi anche le radure nella foresta, le aree cespugliose ed erbose ai margini dei corsi d'acqua, spingendosi inoltre nei centri abitati, eleggendo a propria dimora anche le piantagioni, i giardini ed i cortili delle abitazioni. Sebbene prediliga le aree pianeggianti al livello del mare, questo uccello è osservabile fino a 2000 m di quota.
Misura circa 9–11 cm di lunghezza, coda compresa, per un peso che sfiora i 10 grammi.
Si tratta di un uccelletto dall'aspetto massiccio, caratterizzato da un forte becco tozzo e conico.
Come intuibile sia dal nome comune che da quello scientifico, il piumaggio della nonnetta bicolore è caratterizzato dal contrasto fra il nero lucido di testa, dorso, petto e coda ed il bianco di ventre e sottocoda; su fianchi, codione e copritrici primarie e terziarie è presente un curioso disegno variegato di bianco e nero, mentre le ali sono di colore bruno. Il becco è di colore grigio plumbeo, gli occhi sono di colore bruno scuro, le zampe sono carnicino-nerastre.
Si tratta di uccelli diurni e gregari, che si riuniscono in stormi anche piuttosto consistenti (oltre i 40 individui), spesso insieme alle altre specie di nonnetta, becco d'argento e di uccelli tessitori: gli stormi passano la maggior parte della giornata al suolo, per poi rifugiarsi fra gli alberi durante la notte.
La dieta della nonnetta bicolore è essenzialmente granivora: grazie al forte becco questi uccelli sono infatti in grado di una grande varietà di piccoli semi di graminacee, cereali e bambù, integrando poi la propria dieta anche con frutta (soprattutto la polpa della palma da olio), bacche e germogli: questi uccelli sono stati inoltre osservati mentre si nutrivano di alghe[3]. Rispetto alle munie asiatiche, la dieta della nonnetta bicolore comprende anche una percentuale piuttosto consistente di cibo di origine animale, principalmente piccoli insetti volanti;
La stagione riproduttiva inizia con la fine di quella delle piogge, pertanto il periodo riproduttivo di questi uccelli è piuttosto variabile e virtualmente esteso a tutto l'anno in caso di condizioni climatiche favorevoli: in generale le popolazioni orientali di questa specie si riproducono fra aprile ed agosto, quelle occidentali da settembre a dicembre. Il nido, di forma sferica, viene costruito da ambedue i sessi utilizzando lanugine, paglia, steli d'erba e fibre di cocco: esso viene ubicato piuttosto in alto sui rami degli alberi (2-8 metri d'altezza), e nascosto nel folto del fogliame. La femmina vi depone da 3-4 uova bianche, che verranno covate da entrambi i partner per 11-13 giorni: i nidiacei, ciechi ed implumi alla schiusa, vengono accuditi da ambedue i genitori e lasciano il nido attorno alla terza settimana di vita, tuttavia per almeno altre due settimane tendono a restare vicini ai genitori, assieme ai quali passano la notte nel nido ed ai quali continuano a chiedere inoltre sporadicamente l'imbeccata.
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