HeliozelaHerrich-Schäffer, 1853[1] è un genere di lepidotteri, appartenente alla famiglia Heliozelidae, diffuso in Eurasia, Oceania, America Settentrionale e Centrale.[2]
Il nome del taxon è dovuto alla combinazione del termine greco ἤλιος (hélios) = sole, con quello tardo latinozelare = desiderare, per il fatto che queste falene sono solite volare alla piena luce del sole.[1][3][4]
Descrizione
Adulto
Si tratta di minuscole falene diurne, piuttosto primitive, con nervatura alare di tipo eteroneuro, ma con apparato riproduttore femminile provvisto di un unico orifizio, sia per l'accoppiamento, sia per l'ovodeposizione.[5][6][7][8][9]
Capo
Il capo presenta parecchie scaglie piliformi addossate alla capsula cefalica in prossimità del vertice.[5][10]
Gli occhi sono glabri. Gli ocelli sono assenti, come pure i chaetosemata. I palpi mascellari sono molto ridotti, con cinque articoli e privi di invaginazioni; quelli labiali sono pendenti, sottili e trisegmentati; la spirotromba è completa e munita di scaglie in prossimità della base.[5][10][11][12][13]
Le antenne sono poco più corte della costa dell'ala anteriore: sono sottili e non ciliate. Lo scapo non presenta un pecten.[5][10]
Larva di Heliozela resplendella
Torace
Le ali sono lanceolate, spesso grigio-brunastre, con macchie argentate su parte dell'ala anteriore, nella quale il tornus non è individuabile. L'ala posteriore presenta apice appuntito, è più corta dell'anteriore e adorna di una lunga peluria. Si osserva una marcata riduzione delle nervature alari, sia longitudinali, sia trasversali: nell'ala posteriore, la trasversale M-CuA è assente, mentre l'anale è singola. Il settore radiale (Rs) è inoltre ridotto, ed anche media e cubito non sono ramificate.[5][12]
L'accoppiamento alare è di tipo frenato (con frenulum più robusto nei maschi), mentre è presente l'apparato di connessione tra ala anteriore e metatorace; si può inoltre riscontrare un ponte precoxale.[5][11][12][14][15][16][17]
Nelle zampe, l'epifisi è presente, mentre gli speroni tibiali hanno formula 0-2-4.[5][7][10][11][12]
Addome
In questo taxon è presente il processo tergosternale sul primo segmento addominale, tipico della maggior parte degli Adeloidea.[5][7][11][18]
L'apparato genitale maschile rivela, su ogni valva, una struttura a pettine detta pectinifer.[5][7][11][12]
Mina fogliare di Heliozela hammoniella
Nel genitale femminile, l'ovopositore è ben sviluppato e di tipo perforante, tipico degli Adeloidea, al fine di permettere l'inserimento delle uova all'interno dei tessuti fogliari della pianta ospite.[5][7][11][12]
Uovo
Le uova, inserite singolarmente nei tessuti della pianta ospite, assumono la forma della "tasca" che le ospita.[5]
Larva
Il bruco possiede un capo prognato e non più di cinque stemmata.[5][11][19]
Le zampe toraciche sono assenti, sebbene in alcune specie possano essere rudimentali o addirittura sviluppate, come nel caso della nordamericana Heliozela aesella; le pseudozampe sono quasi sempre assenti o vestigiali, con uncini (quando presenti) disposti su file multiple. Spesso al posto delle pseudozampe si notano dei calli ambulacrali. Uno o più calli possono essere riscontrati anche dorsalmente, sull'ottavo segmento addominale.[5][7][10][11][19]
La pupa o crisalide, spesso lunga solo 2 o 3mm, è exarata con antenne corte ed un lungo labrum, che si spinge fin oltre i palpi labiali. Le appendici sono libere e ben distinte, mentre la maggior parte dei segmenti addominali sono mobili (pupa dectica).[5][11][19][20]
Biologia
Comportamento
Le uova vengono deposte una per volta, solitamente al di sotto dell'epidermide di un ramoscello della pianta ospite, talvolta anche direttamente nel picciolo di una foglia.
La larva, che è una minatrice fogliare, si fa strada verso il picciolo e poi verso la lamina della foglia, producendo caratteristiche mine fogliari. Queste ultime possono avere percorso serpentiniforme (ofionomi) oppure possono apparire come chiazze espanse, dai bordi più o meno lineari (stigmatonomi o fisonomi). In alcune specie, la larva scava inizialmente all'interno delle nervature della foglia, prima di passare al parenchima della lamina vera e propria. Al termine della fase di accrescimento all'interno delle mine, la larva costruisce un involucro ovale a partire da due lembi di epidermide fogliare, che lascia come ultimo risultato una sorta di foro ovoidale nella pagina della foglia; a questo punto si lascia cadere verso il fusto della pianta ospite o sul terreno, ove porta a termine il proprio sviluppo.[5][19]
L'impupamento avviene quasi sempre sul terreno, ma in alcune specie il bozzolo rimane adeso ai ramoscelli della pianta nutrice.[5]
Alimentazione
Le larve di Heliozela si accrescono su un ampio spettro di piante nutrici, con diverse specie polifaghe che, in alcuni casi, si cibano di tutti i membri di uno o più generi, oppure una singola essenza in particolare. Fa seguito un elenco parziale di generi e specie attaccati da questi bruchi:[5][19][21]
Sono noti fenomeni di parassitoidismo ai danni di larve di Heliozela hammoniella, da parte dell'imenotterobraconideColastes braconiusHaliday, 1833.[22]
Distribuzione e habitat
Il genere Heliozela è presente in Eurasia, Oceania, America Settentrionale e Centrale.[5]
L'habitat è rappresentato da boschi e foreste a latifoglie.[5]
Il genere comprende 29 specie; di queste, solo quattro sono presenti in Europa, mentre due sono diffuse nell'Italia peninsulare (presenti anche in Sicilia, ma non in Sardegna). Non sono noti endemismi italiani.[26][27]
Heliozela aesella (Chambers, 1877) - Canad. Ent.9: 108 (Canada e Stati Uniti d'America)
Heliozela aheneaWalsingham, 1897 - Proc. Zool. Soc. Lond.1897: 110 (Haiti, Repubblica Dominicana e Cuba)
Heliozela anantiaMeyrick, 1897 - Proc. Linn. Soc. N. S. W.22: 405 (Australia)
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Bibliografia
Pubblicazioni
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