Per legge, i nomi di "gallinella" e "cappone" coprono la specie Chelidonichthys lucerna e le specie affini C.cuculus, C.obscurus, Eutrigla gurnardus, Trigla lyra e Trigloporus lastoviza, mentre per altre specie, come C.kumu, è ammesso il termine "gallinella" accompagnato da specificazioni varie (australe, del Pacifico, oceanica).[2]
Al di fuori degli obblighi commerciali, è usato anche il nome di "pesce capone" (o semplicemente "capone"), soprattutto in alcune regioni.[4] A volte è usata anche la combinazione "capone gallinella". In Romagna è chiamato mazzòla.[5]
D'altra parte, il termine "cappone", sempre al di fuori degli obblighi commerciali, in Liguria e Toscana indica anche lo scorfano[6], mentre in Sicilia, dove viene chiamato pesce Fagiano, il termine "pesce capone" o "capone" indica la lampuga.[7]
Distribuzione e habitat
Oceano Atlantico orientale, dall'Irlanda al Marocco e nel mar Mediterraneo da 20 ad anche 200 metri di profondità, su fondali sabbiosi.
Descrizione
Chelidonichthys lucerna
Ha una testa grande e massiccia con un muso ben visibile e sporgente, la spina sull'opercolo non è molto grande. Il profilo della fronte è dritto, non incavato. Le pinne pettorali sono ampie e di color nero-blu con disegni blu elettrico vivace ed una macchia nera all'attaccatura. La linea laterale è evidente, ogni scaglia sulla linea laterale ha un dentello rivolto indietro. Pinna dorsale a punta.
La colorazione del corpo è brunastra o rossiccia sul dorso mentre sui fianchi vira sul rosa salmone. Il ventre è bianco.
Raggiunge i 70cm di lunghezza[8].
Biologia
Può emettere suoni brontolanti con la vescica natatoria. Quando viene inseguito, intorbida l'acqua per confondere il predatore.
Alimentazione
Mangia soprattutto crostacei e molluschi, che cattura sui fondali sabbiosi.[8].
Pesca
Si pesca con reti a strascico[8], reti da posta, palamiti e lenze.
Consumo
Filetti di gallinella infarinatiFrittura burro e salvia
Le carni sono bianche e tenere, molto apprezzate. Vengono consumati di solito esemplari non troppo grossi, di pezzatura compresa tra i due etti e il mezzo chilo[8]. Può essere fritta o cotta al forno[9], in genere dopo essere stata sfilettata. Esistono però anche varie ricette per la cottura in umido, con l'accompagnamento di pomodori o altre verdure[10].
Note
(EN) Nunoo, F.,2015, Chelidonichthys lucerna, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
Egidio Trainito, Atlante di flora e fauna del Mediterraneo, 2004ªed., Milano, Il Castello, 2004, ISBN88-8039-395-2.
Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN88-8039-472-X.
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