I granchi sono in particolare dotati di un robusto carapace e di due potenti chele, pertanto utilizzano quattro paia di arti per il movimento e le chele per prendere, difendersi e cibarsi. In alcune specie una chela si presenta vistosamente di maggior dimensioni rispetto l'altra. L'addome è ripiegato verticalmente ed è quindi nascosto.
Evoluzione
I primi veri brachiuri fossili risalgono al Giurassico Inferiore (Pliensbachiano)[1][2]. Nel sito paleontologico di Cabeço da Ladeira (Portogallo) sono state scoperte piste fossili di granchio (Laterigradus lusitanica). Queste sposterebbero l'evoluzione dei granchi con adattamenti anfibi al Giurassico Medio (Baiociano)[3].
Tassonomia
L'infraordine Brachyura comprende le seguenti superfamiglie[4]:
I granchi sono in generale commestibili; alcune specie sono anzi pregiate, come ad esempio la granceola (Maja squinado).
I granchi nella cultura
Araldica
In araldica, il granchio rappresenta la gravità di modi e di pensiero.
Il granchio si rappresenta abitualmente, ma non sempre, di colore nero e montante, cioè posto in palo con la testa in alto.
Astrologia
È il simbolo del segno zodiacale del cancro.
Linguistica
Questo animale ha ispirato diversi modi di dire: in spagnolo "pensare all'immortalità del granchio" significa "sognare ad occhi aperti", mentre in italiano "prendere un granchio" indica l'aver compiuto un errore grossolano.
Letteratura
Nella parte finale del poema greco intitolato Batracomiomachia (dal greco anticoΒατραχομυομαχία, Batrachomyomachía, «La guerra dei topi e delle rane») i granchi, quando la vittoria sembra ormai dei topi, giunti sul campo di battaglia annientano i topi facendoli a pezzi e dando quindi la vittoria alle rane; il poema verrà ripreso in seguito anche da Giacomo Leopardi nei Paralipomeni della Batracomiomachia, dove i granchi rappresentano gli austriaci.
Note
(EN) C. E. Schweitzer e R. M. Feldmann, The oldest Brachyura (Decapoda: Homolodromioidea: Glaessneropsoidea) known to date (Jurassic), in Journal of Crustacean Biology, vol.30, 2010, pp.251-256.
(EN) J. T. Haug e C. Haug, Eoprosopon klugi (Brachyura)–the oldest unequivocal and most "primitive" crab reconsidered, in Palaeodiversity, vol.7, 2014, pp.149-158.
(EN) Joel W. Martin e George E. Davis, An Updated Classification of the Recent Crustacea (PDF), su web.vims.edu, 2001. URL consultato il 1º maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2009).
(EN) C. Neto de Carvalho, B. Pereira, A. Klompmaker, A. Baucon, J. A. Moita, P. Pereira, S. Machado, L. Mergulhão, J. Belo e J. Carvalho, Running crabs, walking crinoids, grazing gastropods: behavioral diversity and evolutionary implications of the Cabeço da Ladeira Lagerstätte (Middle Jurassic, Portugal), in C. Neto de Carvalho (a cura di), Ichnology of Portugal and cross-border, Comunicações Geológicas, 103, Special Volume 1, 2016.
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