Si tratta di falene eteroneure appartenenti ai Ditrysia, con apertura alare compresa tra i 22,2mm di alcuni maschi di Gephyroneura cosmia e i 36,3mm di alcune femmine di Munychryia periclyta; questi lepidotteri hanno abitudini tendenzialmente notturne o crepuscolari, e sono dotati di una buona capacità di volo. Il corpo tende ad essere alquanto robusto, e in particolare il torace e l'addome appaiono ricoperti da una fitta peluria.[1][2][3][5][6]
Adulto
Capo
Il capo appare rivestito di scaglie piliformi.[5] Non sono presenti ocelli né chaetosemata.[1][2][3][5]
Le antenne hanno in entrambi i sessi una lunghezza leggermente superiore alla metà della costa dell'ala anteriore; nei maschi sono bipettinate fino all'apice, mentre nelle femmine possono essere dentate all'apice, o comunque avere processi laterali che si riducono via via di lunghezza in direzione distale; gli antennomeri hanno un asse centrale rivestito di fitte scaglie.[1][2][3][5]
Le appendici boccali sono meno ridotte di quanto si possa riscontrare nelle Anthelinae. I lobi piliferi sono presenti e muniti di setole laterali più o meno sviluppate. I palpi mascellari sono unisegmentati, mentre quelli labiali sono ricurvi, con l'ultimo segmento piccolo, ascendente e quasi nascosto tra le lunghe setole del secondo. La spirotromba è sempre presente, ma in Munychryia è lunga, arrotolata e munita distalmente di papille carenate, mentre in Gephyroneura è più corta (grosso modo della lunghezza dei palpi labiali), nonché priva di papille distali.[1][2][3][5]
Torace
Il torace è fittamente rivestito di lunghe scaglie piliformi, ma il metascuto appare privo di spinule. Non sono presenti organi timpanici toracici.[1][2][3][5]
Nell'ala anteriore si nota la presenza di un'areola allungata, dal cui apice dipartono le sezioni distali di Rs1, Rs2, Rs3 ed Rs4; nel genere Gephyroneura, la suddetta areola risulta più corta, poiché Rs1, Rs2, Rs3 ed Rs4 si uniscono a livello più prossimale; nella parte distale dell'areola, sono presenti due nervature trasversali: una prima tra Rs1 ed Rs2, oltre a una seconda, posta tra R ed Rs1. M2 corre più ravvicinata a M3 che a M1. CuA1 e CuA2 sono chiaramente separate e distinguibili, mentre manca CuP. 1A+2A mostra una netta biforcazione nella regione basale.[1][2][3][5]
Nell'ala posteriore, provvista di una venulazione decisamente più ridotta, Sc è connessa al margine superiore della cellula discale, in un singolo punto (in Munychryia), oppure tramite una nervatura trasversale di lunghezza molto ridotta (in Gephyroneura). Rs ed M1 sono unite in un solo punto (in Munychryia), oppure per un breve tratto (in Gephyroneura), e come nell'ala anteriore, M2 parte in posizione più ravvicinata a M3 che a M1. Manca CuP, mentre 3A è presente e ben definita.[1][2][3][5]
L'accoppiamento alare è del tipo "frenato" nei maschi e amplessiforme nelle femmine, col mantenimento della sola parte basale del frenulum.[1][2][3] La spinarea è assente[7] e l'apice è appuntito, ma solo lievemente falcato.[1][2][3][5]
Nelle zampe, rivestite di fitte scaglie piliformi, l'epifisi è sempre presente in entrambi i sessi, ma più ridotta nelle femmine, mentre gli speroni tibiali, solitamente non molto lunghi, hanno formula 0-2-2 in Gephyroneura e 0-2-4 in Munychryia; fatta eccezione per quest'ultima, le tibie possono rivelare la presenza di diverse spinule, così come i tarsomeri. Arolio e pulvilli sono sempre presenti, questi ultimi provvisti di un lobo dorsale o di processi setiformi alquanto sviluppati. Le unghie hanno struttura semplice, priva di dentellatura ventrale.[1][2][3][5]
Addome
L'addome è alquanto tozzo in entrambi i sessi e, come il torace, risulta privo di organi timpanici; è rivestito da fitte scaglie piliformi.[1][2][3][5]
Nell'apparato riproduttore maschile, tegumen e vinculum sono uniti nella sclerificazione; le valvae sono alquanto inspessite e arrotondate alla base, con un certo numero di setole distali; lo gnathos è assente, così come i socii; l'uncus è robusto e all'apice assume una forma a spatola o a bulbo, nonché provvisto di fitte setole; l'edeago è affusolato e in alcuni casi provvisto di un cornutus.[1][2][5]
Nel genitale femminile, la bursa copulatrix non è mai molto grande, e sul corpus bursae, più o meno arrotondato o allungato, è presente un signum ricurvo; l'ostium bursae è posizionato nella parte anteriore o centrale della superficie ventrale dell'VIII somite; le apofisi posteriori sono sottili e molto allungate, a differenza di quelle anteriori; le papille anali sono poco sviluppate e provviste di setole.[1][2][5]
Uovo
L'uovo è leggermente appiattito in senso dorso-ventrale, con una forma grosso modo ovoidale; una delle due estremità, lievemente più scura e allargata dell'altra, regge il micropilo. Il chorion appare liscio.[1][2][5]
Le uova vengono deposte singolarmente o a coppie, assicurate al substrato da una sostanza colloidale.[1][5][8]
Larva
La larva di I età presenta poche setole secondarie, essenzialmente sul lobo posteriore delle pseudozampe anali. Al contrario, la larva matura è provvista di numerose setole secondarie, che sono piccole e a forma di spatola. La colorazione generale è verde-grigiastra, con quattro linee longitudinali biancastre per lato, presumibilmente a funzione mimetica. Le pseudozampe appaiono giallastre nei due terzi basali e grigiastre nel terzo distale, coi processi posteriori rosati.[1][2][3][5]
Capo
Il capo, di colore giallo-arancio, ha dimensioni maggiori, se confrontato col resto del corpo, di quanto si possa osservare nelle Anthelinae. L'apparato boccale è di tipo ipognato. Sono presenti sei stemmata per lato, disposti su un arco più o meno regolare. La sutura mediana adfrontale è alquanto lunga.[1][9]
Torace
Nel torace, i segmenti hanno tutti dimensioni alquanto simili. Le zampe protoraciche sono più sviluppate delle altre. Le tibie toraciche rivelano un lobo membranoso distale, che si estende oltre la lunghezza dei tarsomeri. Gli spiracoli del protorace sono più grandi di quelli dell'VIII segmento addominale, che a loro volta superano di poco il diametro di quelli del VII; gli spiracoli degli altri somiti hanno tutti dimensioni più ridotte.[1][8]
Nel protorace, le setole D1, XD1 e XD2 si trovano più o meno su una linea retta verticale, in prossimità del margine anteriore del somite; D2 si trova in posizione posterodorsale rispetto a D1; SD2 è assente; L2 è più breve e in posizione lievemente dorsale rispetto a L1 (che è la setola primaria più lunga in assoluto), ma entrambe sono rette dallo stesso pinaculum; SV1 ed SV2 sono nettamente a forma di spatola, a creare una linea orizzontale; MV2 ed MV3 sono presenti, come pure V1.[1]
Nel meso- e metatorace, D1 è anterodorsale rispetto a D2, ed SD2 è dorsale rispetto a SD1; quest'ultima risulta essere di gran lunga la setola primaria più sviluppata dopo L1 del protorace, e quella con la base più sclerotizzata; L ed SV sono entrambe singole, mentre V1, MD1, MSD1, MSD2 ed MV1 sono tutte presenti.[1]
Addome
Nell'addome si osservano D1 e D2 disposte lungo una linea pressoché orizzontale, ma la seconda si trova in posizione leggermente più dorsale tra i segmenti A1-A7, orizzontale in A8, e più dorsale in A9; SD1 è dorsale e più sviluppata rispetto a SD2 tra A1 e A8, mentre A9 presenta solo una singola setola SD; il gruppo L è a doppia setola tra A1 e A8, con L1 posteroventrale rispetto allo spiracolo ed L2 anteroventrale rispetto a L1; A9 regge solo una setola L; il gruppo SV è a singola setola in A1, a doppia setola in A2 (con SV1 ed SV2 disposte su una linea verticale), assente tra A3 e A6 e a singola setola tra A7 e A9; V1 è presente tra A1 e A9; MD1 si trova solo tra A1 e A8; MV3 è presente tra A1 e A9.[1]
Mentre la larva di I età non ha uncini sulle pseudozampe, quelle dalla II alla V età mostrano via via sempre più uncini; le pseudozampe, che si trovano sui segmenti A3-A6 e A10, sono robuste ma non molto allungate, e munite di 17-19 uncini a completa maturazione; l'ultimo paio di pseudopodi, quello anale, alla V età appare più sviluppato dei precedenti, con 27-29 uncini, oltre che nettamente più appuntito.[1][2] Gli uncini sono robusti e disposti su linee ellittiche incomplete, su un singolo ordine.[1][3][9]
Pupa
La pupa è obtecta, alquanto tozza e ben sclerificata, con le appendici fuse tra loro e col resto del corpo. Capo, torace e appendici sono di una tonalità tra il giallo e l'arancio, mentre l'addome è tinto di un arancio un po' più carico, screziato di rosso-brunastro. Il capo rivela inoltre una coppia di robusti processi anteriori, fortemente sclerificati e ricurvi verso l'interno. I palpi mascellari sono assenti, mentre la spirotromba supera di poco la punta delle ali. Le antenne sono relativamente corte (circa i tre quarti della lunghezza della proboscide). I palpi labiali risultano esposti. L'addome è munito di due soli segmenti mobili, A5 e A6, facilmente distinguibili; ventralmente si notano delle macchie poco definite, che potrebbero rappresentare sorte di cicatrici degli pseudopodi; distalmente termina con una coppia di brevi processi appuntiti e ben sclerificati, ma non sono presenti setole del cremaster.[1][2][5]
Il bozzolo ha forma ellittica e allungata; è opaco, di un bruno pallido, e talvolta incorpora parte delle setole della larva; la pupa non è visibile attraverso la parete.[1][2]
Biologia
Ciclo biologico
Gli adulti sono prevalentemente notturni, con una moderata attrazione per la luce.[2][10]
Nella fase immaginale, la spirotromba è ben sviluppata (soprattutto in Munychryia) e presumibilmente funzionante, a differenza di quanto avviene nelle Anthelinae, sebbene le abitudini alimentari di queste falene siano poco conosciute.[1][5]
Anche le larve sono principalmente attive nelle ore di buio, e non si registra il fenomeno del gregarismo.[3][5]
L'impupamento avviene in un bozzolo fissato alla pianta nutrice.[3][9]
Allocasuarina verticillata, una delle piante ospiti di M. senicula
Il bozzolo ha una struttura a doppio strato, essenzialmente costituito da fibre sericee, estruse dalla larva e intessute grazie alla filiera.[3][5]
Alimentazione
Queste larve non sono minatrici fogliari, ma al contrario si alimentano aggrappate alle parti vegetali (principalmente le foglie).[1][2][3][5]
Le uniche piante nutrici riportate in letteratura, appartengono al genere Allocasuarina L.A.S.Johnson, 1982 (Casuarinaceae), come ad esempio:[1][5][8][11]
L'analisi genetica svolta da Heikkila et al. (2015)[20] ha portato alla luce alcune relazioni tra le famiglie di Bombycoidea, così da giungere a un cladogramma da cui è stato ricavato quello riportato qui sotto:
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