Aechmia metallicella Zeller, 1839 Aechmia saltatricella Fischer von Röslerstamm, 1841 Aechmia stanneella Fischer von Röslerstamm, 1841 Dyselachista saltatricella (Fischer von Röslerstamm, 1841) Heliozela macrocerella (Costa, 1836) Heliozela metallicella (Zeller, 1839) Heliozela saltatricella (Fischer von Röslerstamm, 1841) Heliozela stanneella (Fischer von Röslerstamm, 1841) Tinea macrocerella Costa, 1836 Tinea sericiella Haworth, 1828
Etimologia
L'epiteto specifico deriva dal termine latinosērĭcus = serico, di seta, per l'aspetto "satinato" delle ali dell'adulto.[1][3]
Descrizione
Adulto
Si tratta di minuscole falene diurne, piuttosto primitive, con nervatura alare di tipo eteroneuro, ma con apparato riproduttore femminile provvisto di un unico orifizio, sia per l'accoppiamento, sia per l'ovodeposizione.[4][5][6][7][8]
Capo
Il capo presenta parecchie scaglie piliformi marroncine addossate alla capsula cefalica in prossimità del vertice.[4][9][10]
Gli occhi sono color nocciola. Gli ocelli sono assenti, come pure i chaetosemata. I palpi mascellari sono molto ridotti; quelli labiali sono sottili e trisegmentati; la spirotromba è completa, bruno-rossastra e munita di scaglie in prossimità della base.[4][9][11][12][13]
Le antenne sono moniliformi e poco più corte della costa dell'ala anteriore: sono sottili, brunastre e non ciliate. Lo scapo non presenta un pecten.[4][9][10]
Torace
Le ali sono lanceolate. L'ala anteriore è marroncina con riflessi argentati e due macchie biancastre sul margine posteriore, una in prossimità della base e l'altra a metà dell'ala; quando l'esemplare è a riposo, sulla linea mediana dorsale le due ali anteriori vanno a formare il disegno di due macchie a forma di cuore rovesciato; il tornus non è individuabile, mentre si osservano lunghe fangiature marroncine dal terzo distale della costa fino alla metà del margine posteriore; si nota anche una fascia più chiara e iridescente nella zona subapicale. L'ala posteriore, decisamente più chiara e grigiastra, presenta un apice appuntito ed è più corta e provvista di una lunga peluria sia sulla costa, sia sul margine posteriore; si osserva una marcata riduzione delle nervature alari, sia trasversali, sia longitudinali: la trasversale M-CuA è assente, mentre l'anale è singola; il settore radiale (Rs) è inoltre ridotto, ed anche la media e la cubito non sono ramificate.[4][10][12] L'accoppiamento alare è di tipo frenato (con frenulum più robusto nei maschi), mentre è presente l'apparato di connessione tra ala anteriore e metatorace; si può inoltre riscontrare la presenza di un ponte precoxale.[4][11][12][14][15][16][17]
Nelle zampe, l'epifisi è presente, mentre gli speroni tibiali hanno formula 0-2-4.[4][6][9][10][11][12]
Addome
In questo taxon è presente il processo tergosternale sul primo segmento addominale, tipico della maggior parte degli Adeloidea.[4][6][11][18]
L'apparato genitale maschile rivela, su ogni valva, una struttura a pettine detta pectinifer.[4][6][11][12]
Nel genitale femminile, l'ovopositore è ben sviluppato e di tipo perforante, tipico degli Adeloidea, al fine di permettere l'inserimento delle uova all'interno dei tessuti fogliari della pianta ospite.[4][6][11][12]
Uovo
Le uova, inserite singolarmente nei tessuti della pianta ospite, assumono la forma della "tasca" che le ospita.[4]
Larva
Il bruco possiede un capo prognato, tipico delle specie minatrici.[4][11][19]
Le zampe toraciche sono assenti; le pseudozampe sono sostituite da semplici calli ambulacrali. Si riscontrano calli anche dorsalmente, sull'ottavo segmento addominale.[4][6][9][11][19]
Pupa
La pupa, lunga solo 2 o 3mm, è exarata con antenne corte ed un lungo labrum, che si spinge fin oltre i palpi labiali. Le appendici sono libere e ben distinte, mentre la maggior parte dei segmenti addominali sono mobili (pupa dectica).[4][11][19][20]
Le uova vengono deposte una per volta, direttamente nel picciolo di una foglia, tra maggio e giugno. Attorno al punto di inserzione si può formare un inspessimento tissutale simile a un cecidio.[21]
La larva, che è una minatrice fogliare, si fa strada attraverso il picciolo e poi verso la lamina della foglia, producendo caratteristiche mine fogliari. Al termine della fase di accrescimento all'interno della mina, la larva costruisce un involucro ovale a partire da due lembi di epidermide fogliare, che lascia come ultimo risultato una sorta di foro ovoidale nella pagina della foglia; a questo punto si lascia cadere verso il fusto della pianta ospite o sul terreno, ove porta a termine il proprio sviluppo.[4][19][22]
L'impupamento avviene sul terreno tra luglio e agosto, e la pupa rappresenta lo stadio con cui questa specie supera l'inverno.[21]
Gli adulti sfarfallano all'inizio della primavera, più precocemente nelle parti meridionali dell'areale.[21]
Periodo di volo
La specie è univoltina, con adulti in volo tra la metà di aprile e la fine di maggio.[1][23]
Alimentazione
Le larve di Heliozela sericiella si accrescono su piante nutrici appartenenti al genere Quercus (Fagaceae), tra cui:[4][19][22][24]
La specie è presente in quasi tutta l'Europa, e in particolare nei seguenti paesi: Portogallo continentale, Irlanda, Regno Unito, Francia (compresa la Corsica), Belgio, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Svizzera, Austria, Italia (compresa la Sicilia), Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Romania, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Oblast' di Kaliningrad, Bielorussia, Russia settentrionale e nordoccidentale.[25][26]
L'habitat è rappresentato da giardini, boschi e foreste in cui siano presenti piante di Quercus.[4][21]
La specie non è stata inserita nella Lista rossa IUCN.[32]
Note
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Bibliografia
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