La gramigna bionda (nome scientifico Trisetum flavescens (L.) P.Beauv., 1812 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Il nome generico (Trisetum) deriva da due parole: "tre" e "seta" (dal latino "tres" e "saeta"[2]) e fa riferimento al lemma all'apice del quale sono presenti tre setole.[3] L'epiteto specifico (flavescens) deriva dalla parola "giallo" e fa riferimento alle spighette giallastre.[4]
Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Avena flavescens, proposto dal botanico svedese Linneo (1707 – 1778) in una pubblicazione del 1753, modificato successivamente in quello attualmente accettato Trisetum flavescens perfezionato dal naturalista e botanico francese Ambroise Marie François Joseph Palisot de Beauvois (Arras, 27 luglio 1752 – Parigi, 21 gennaio 1820) nella pubblicazione "Essai d'une nouvelle agrostographie; ou nouveaux genres des graminées; avec figures représentant les caractères de tous les genres. Paris" (Ess. Agrostogr. 180 [88, 153]) del 1812.[1]
Descrizione
Il portamentoLe foglieInfiorescenzaI fioriSpighetta generica con tre fiori diversi
Queste piante arrivano ad una altezza di 4 - 8dm). La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee, perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo.[5][6][7][8][9][10]
Radici
Le radici sono fascicolate.
Fusto
La parte aerea della pianta si presenta con cespugli ridotti o culmi isolati, eretti (o genicolato-ascendenti) e robusti. Sono presenti dei brevi stoloni basali. Non sono presenti dei fusti striscianti. I nodi per culmo sono 2 - 5.
Foglie
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto.
Ligula: la ligula, membranosa e cigliata, è molto breve (tronca). Lunghezza 0,3 - 0,5mm.
Lamina: la lamina, glabra o pubescente, ha delle forme piane con apice acuminato. Dimensione della lamina: larghezza 3 – 6mm; lunghezza 3,5 – 12cm.
Infiorescenza
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze hanno la forma di una ampia pannocchia piramidale e sono formate da diverse spighette. I rami inferiori sono fioriferi alla base. Le spighette fertili sono peduncolate. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[11]), anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Dimensioni della pannocchia: larghezza 1 – 3cm; lunghezza 5 – 16cm. Lunghezza del peduncolo: 1 – 4mm.
Spighetta
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, dalle forme ellittiche o lanceolate o oblunghe e compresse lateralmente, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 3 fiori (raramente 5 fiori). Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione in genere avviene sotto ogni fiore fertile. Le spighette sono colorate di giallo-dorato e sono lucide (più raramente sono ocracee o screziate in violetto). Lunghezza delle spighette: 5 – 8mm (massimo 1cm).
Glume: le glume sono ineguali, carenate e con una-tre nervature. Lunghezza della gluma inferiore: 3mm. Lunghezza della gluma superiore: 5 - 5,5mm.
Palea: la palea è un profillo lanceolato con alcune venature e margini cigliati.
Lemma: il lemma, con peli basali lunghi 0,5mm, all'apice termina con tre setole. Possiede una resta inserita a 1/3 dall'apice lunga 5 – 6mm. Lunghezza del lemma: 4,5 – 5mm (comprese le setole di 0,7mm).
Fiore
I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
L'androceo è composto da 3 stami ognuno con un breve filamento libero, una antera sagittata e due teche. Le antere (lunghe 1,8mm) sono basifisse con deiscenza da una fessura laterale longitudinale. Il polline è monoporato.
Il gineceo è composto da 3-(2) carpelli connati formanti un ovario supero. L'ovario, glabro e allungato, ha un solo loculo con un solo ovulo subapicale (o quasi basale). L'ovulo è anfitropo e semianatropo e tenuinucellato o crassinucellato. Lo stilo è breve con due stigmi papillosi e distinti.
Fioritura: da maggio a agosto.
Frutti
I frutti sono dei cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e lineare; l'ilo è puntiforme. L'embrione è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. A volte l'endosperma è liquido.
Riproduzione
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[12]
Biologia
Questa specie è responsabile della calcinosi enzootica dei ruminanti, con deposito di calcio nei tessuti molli inclusi muscoli e tendini, cuore e grandi arterie inclusa l'aorta. I bovini hanno difficoltà a muoversi e stare in piedi e presentano una ridotta produzione di latte.[13] Le capre soffrono di soffi cardiaci e aritmie, perdita di peso, difficoltà a camminare, inginocchiarsi e alzarsi e una ridotta produzione di latte.[14] I cavalli soffrono di dolori ai tendini e ai legamenti, perdita di peso e problemi di movimento.[15]
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[8]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Trisetum è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae con 65 specie distribuite nelle soprattutto nelle regioni temperate dell'emisfero settentrionale.[5][6]
Il basionimo per questa specie è: Avena flavescens L., 1753[16]
Filogenesi
La sottotribù Aveninae (contenente il genere della specie di questa voce) è descritta all'interno della tribù Aveneae Dumort., 1824 e quindi della supertribù Poodae L. Liu, 1980. All'interno della tribù, la sottotribù Aveninae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Aveneae" (definito "Poeae chloroplast groups 1"[17] o anche "Palstid Group 1 (Aveneae-type)")[18].
All'interno delle Aveninae si individuano due subcladi. Trisetum si trova nel clade insieme ai generi Graphephorum, Lagurus, Sphenopholis, Trisetopsis e Tzveleviochloa (compresi i sinonimi Koeleria, Avellinia, Gaudinia, Leptophyllochloa, Peyritschia e Rostraria).[19]Trisetum così come è circoscritto attualmente non è monofiletico.[5] Secondo alcune ricerche la specie di questa voce fa parte del "Trisetum flavescens group" comprendente le specie: T. flavescens, T. gracilee alcune specie del genere Rostraria.[20] Un recentissimo studio (2019) filogenetico propone una nuova circoscrizione del genere Trisetum con alcuni nuovi generi (la posizione tassonomica di T. flavescens però non è modificata).[21]
Il numero cromosomico di T. flavescens è: 2n = 24, 28, 36, 38 e 40[22]
Variabilità
La specie di questa voce è variabile. I caratteri più soggetti a variabilità sono la pelosità, la forma, il colore e le dimensioni delle spighette. Qui di seguito sono descritte alcune entità considerate attualmente sinonimi (vedere paragrafo dei sinonimi) della specie principale:[7]
Trisetum splendens Presl: le foglie sono più strette e villose; le spighette sono biflore. Distribuzione: Sicilia.
Trisetum corsicum Rouy: le foglie sono sottili; l'infiorescenza è contratta (0,8-1,5 x 3–7mm); la pubescenza è breve o nulla. Distribuzione: Corsica.
Trisetum burnoufii (Req. ex Parl.) Nyman: i culmi, le foglie, il rachide dell'infiorescenza e le glume sono ricoperti da una densa pubescenza appressata. Distribuzione: Corsica.
Trisetum purpurascens DC.: le piante sono alte 20 – 70cm; l'infiorescenza è alta 8 – 20cm; le spighette sono lunghe 5 – 7mm. Distribuzione: Alpi Centrali.[16]
Sono invece riconosciute valide le seguenti sottospecie.[10]
Sottospecie flavescens
Distribuzione della sottospecie flavescens (Distribuzione regionale[23] – Distribuzione alpina[16])
Nome scientifico: Trisetum flavescens subsp. flavescens.
Descrrizione: è la stirpe principale.
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Eurasiatico / Sud-Ovest Asiatico.
Distribuzione: in Italia è una specie comunissima e si trova ovunque al Nord; un po' meno al Centro e Sud. Nelle Alpi è presente ovunque. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi.[16] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo questa specie si trova ovunque in Europa, nella Transcaucasia, in Anatolia, nell'Asia mediterranea e nel Magreb.[24]
Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono i prati falciati e concimati. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[16]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 2.200 ms.l.m. (massimo 2.700 ms.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, monatano e aubalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia:
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Molinio-Arrhenatheretea
Ordine: Arrhenatheretalia elatioris
Per l'areale completo italiano la sottospecie in oggetto appartiene alla seguente comunità vegetale:[25]
Macrotipologia: vegetazione delle praterie.
Classe: Molinio-arrhenatheretea Tüxen, 1937
Ordine: Arrhenatheretalia elatioris Tüxen, 1931
Alleanza: Arrhenatherion elatioris Koch, 1926
Descrizione: l'alleanza Arrhenatherion elatioris fa riferimento a prati regolarmente falciati, almeno due volte l'anno (il loro abbandono conduce, spesso anche rapidamente, a fasi di incespugliamento), e concimati in modo non intensivo, su suoli relativamente profondi. Si tratta di comunità floristicamente ricche che sono distribuite dal fondovalle (alta pianura) ai 1000m (1500m sui pendii soleggiati). L'alleanza Arrhenatherion elatioris è distribuita in Italia settentrionale, nell'Europa centrale atlantica e nelle aree alpine e caucasiche.[26]
Sottospecie griseovirens
Nome scientifico: Trisetum flavescens subsp. griseovirens (H.Lindb.) Dobignard, 2004
Distribuzione: Marocco
Altre sottospecie
L'elenco indica alcune sottospecie non riconosciute da tutte le checklist:[27]
Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p.56.2.1 ALL. ARRHENATHERION ELATIORIS KOCH 1926. URL consultato il 20 novembre 2020.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol.88, n.3, 2001, pp.373-457. URL consultato il 21 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
H. Trevor Clifford & Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, New York, Springer, 2007.
Alejandro Quintanar, Santiago Castroviejo e Pilar Catala, PHYLOGENY OF THE TRIBE AVENEAE (POOIDEAE,POACEAE) INFERRED FROM PLASTID TRNT-F AND NUCLEAR ITS SEQUENCES1, in American Journal of Botany, vol.94, n.9, 2007, pp.1554-1569.
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2025 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии