Solanum quitoense, è una pianta sudamericana affine alla patata, alla melanzana e al pomodoro, coltivata per il suo frutto, il lulo, utilizzato dagli indigeni delle Ande per il suo succo ipervitaminico.
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Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV.
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Solanales |
Famiglia | Solanaceae |
Genere | Solanum |
Specie | S. quitoense |
Nomenclatura binomiale | |
Solanum quitoense Lam. | |
La specie è originaria delle Ande, dal Venezuela e dal Costa Rica fino al Perù, a quote comprese tra i 1500 e i 2800 m.
È coltivata in tutta l'America centrale e meridionale, particolarmente in Colombia e Ecuador.
Nella lingua quechua, una delle lingue indigene delle Ande, questo frutto viene chiamato lulum, da cui deriva la parola lulo in Colombia, nome utilizzato anche in italiano. Un altro termine con cui viene indicato nei Paesi di origine è naranjilla, che significa "piccola arancia".
Il nome scientifico della specie, quitoense, viene dalla città di Quito, capitale dell'Ecuador.
Solanum quitoense è un cespuglio erbaceo alto fino a 3 m, spinoso nelle forme selvatiche, con foglie piuttosto grandi.
I frutti sono globosi od ovoidali, hanno un diametro di 4–6 cm, sono gialli o arancioni, coperti di fine peluria. La polpa è verde, acida, ricca di succo, con molti piccoli semi.
Il frutto è molto acido, per cui viene usato normalmente per la produzione di succhi, conserve alimentari ecc.
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