L'Erica carnea si presenta come una pianta spontanea perenne appartenente alla famiglia delle Ericaceae e al genere Erica.
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Ericales |
Famiglia | Ericaceae |
Genere | Erica |
Specie | E. carnea |
Nomenclatura binomiale | |
Erica carnea L., 1753 | |
Nomi comuni | |
Erica carnicina | |
È una pianta che forma dei cuscini fioriti dato il suo sviluppo per lo più in larghezza. Tipica delle Alpi, Appennini settentrionali ed Alpi Apuane; vive a quote fino ai 2500 m s.l.m. in prati e pascoli, su pendii rocciosi e soleggiati e nelle zone luminose al limitare dei boschi di conifere. Appartiene alla famiglia delle Ericacee.
Dal fusto sottile e legnoso spuntano foglioline aghiformi dal colore verde vivo, che lo ricoprono per la sua totalità. Possono presentarsi anche di color bronzeo o giallo scuro, in particolari condizioni di esposizione alla luce. L'erica carnea ha fusto strisciante a livello del terreno, alta fino a 40 cm. I fiori riuniti in grappoli apicali sono di colore rosa più o meno sfumato. La forma della corolla richiama una botte ed è formata dalla fusione dei singoli petali fra loro. Dalla sommità della corolla si intravedono 8 stami scuri e uno stilo più lungo, che viene urtato dagli insetti che si posano sul fiore, favorendone l'impollinazione. Fiorisce da febbraio a giugno. È una pianta suffruticosa, spesso come erbacea, sempreverde e aghifoglia, più grande in larghezza rispetto all'altezza. È una pianta molto robusta e spesso capita di vedere i fiori rosei spuntare nella neve, annunciando la primavera.
Esiste anche una mutazione naturale dai fiori molto chiari, a volte totalmente bianchi, classificata come Erica carnea var. albina.
I fiori sono officinali e la pianta è medicinale, hanno proprietà diuretiche assai potenti e servono per la preparazione di tisane urinarie. Hanno inoltre azione antisettica dovuta alla presenza di arbutina; sono usati in casi di cistiti, specie quelle prostatiche, preferiti ad altri preparati, in quanto non tossici.
È pianta molto visitata dalle api per il polline ed il nettare, da cui esse producono un ottimo miele.[1]
L'epiteto specifico carnea si riferisce al colore dei fiori simile a quello della carne viva (latino carō, carnis)[2].
Spesso la pianta viene confusa: infatti il brugo (Calluna vulgaris) a volte è chiamato anche falsa erica, o erica selvatica o ancora più impropriamente erica. Per la similitudine con questa specie, Erica carnea, per quanto riguarda il portamento, la dimensione e il colore, comunemente se ne sbaglia il nome.
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