La graminia litoranea (nome scientifico Elymus athericus (Link) Kerguélen, 1983 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Il nome generico (Elymus) deriva da un antico nome greco (elymos o élumos) per un cereale non identificato.[2][3] L'epiteto specifico (athericus) deriva dalla parola greca "ather" e può essere tradotto con "ardiglione" o "spina dorsale" e fa riferimento alla punta acuminata e indurita delle foglie.[4]
Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Triticum athericum, proposto dal biologo, botanico e naturalista tedesco Johann Heinrich Friedrich Link (1767-1851) in una pubblicazione del 1844, modificato successivamente in quello attualmente accettato Elymus athericus perfezionato dal botanico francese Michel François-Jacques Kerguélen (1928-1999) nella pubblicazione "Lejeunia; Revue de Botanique. Liege" (Lejeunia 110: 57 - 1983) del 1983.[1]
Descrizione
Spighetta generica con tre fiori diversi
Queste piante arrivano ad una altezza di 2 - 12dm. La forma biologica è geofita rizomatosa (G rhiz), sono piante perenni erbacee di breve durata che portano le gemme in posizione sotterranea; durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come bulbi, tuberi e rizomi, fusti sotterranei dai quali, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei. Tutta la pianta è glauca.[3][5][6][7][8][9][10]
Radici
Le radici sono fascicolate di tipo avventizio.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma orizzontale breve o allungato. Lunghezza: 1 – 5cm.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è un culmo eretto-ascendente, liscio e glabro. Alla base può essere ginocchiato. Sono presenti 3 - 4 nodi per culmo.
Foglie
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto; sono presenti dei padiglioni auricolari falcati.
Ligula: la ligula, con apice troncato, è subnulla. Lunghezza: 0,3 – 1mm.
Lamina: la lamina ha delle forme lineari ed è convoluta; l'apice è acuminato con punte indurite. La superficie è glabra con margini scabri; la consistenza è rigida. Dimensioni della lamina fogliare: larghezza fino a 2 – 6mm; lunghezza 8 – 35cm.
Infiorescenza
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, di tipo racemoso terminale (un racemo per infiorescenza), hanno la forma di una spiga eretta, densa e grossa formata da diverse spighette. Le spighette sono sessili, strettamente embricate e disposte di lato al rachide (il racemo è bilaterale). Gli internodi del rachide sono più brevi delle spighette. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[11]), anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Lunghezza della spiga: 4 – 20cm.
Spighetta
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, compresse lateralmente con forme da ellittiche a oblunghe, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 3 - 10 fiori fertili disposti in modo opposto. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore fertile; oppure può cadere l'intera spighetta. Lunghezza delle spighette: 10 – 20mm.
Glume: le glume, persistenti, sono subuguali, con forme oblanceolate-bilobe; sono carenate ed hanno 5 - 7 nervature longitudinali. Lunghezza delle glume: 9mm.
Palea: la palea è un profillo lanceolato con alcune venature e margini cigliati.
Lemma: il lemma ha una forma lanceolata mutico, ottuso o bilobo o (raramente) con resta. Lunghezza del lemma: 8mm. Lunghezza della resta: 2 – 3mm.
Fiore
I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
L'androceo è composto da 3 stami ognuno con un breve filamento libero, una antera sagittata e due teche. Le antere (lunghe 3,5 – 7mm) sono basifisse con deiscenza da una fessura laterale longitudinale. Il polline è monoporato.
Il gineceo è composto da 3-(2) carpelli connati formanti un ovario supero. L'ovario, pubescente all'apice, ha un solo loculo con un solo ovulo subapicale (o quasi basale). L'ovulo è anfitropo e semianatropo e tenuinucellato o crassinucellato. Lo stilo, che si origina dal lato abassiale dell'ovario, è breve con due stigmi papillosi e distinti.
Fioritura: da maggio a giugno.
Frutti
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme da ovate a oblunghe, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è lungo 1/3 della lunghezza del frutto ed è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. L'endosperma è farinoso.
Riproduzione
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[12]
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[13] – Distribuzione alpina[14])
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Euri-Mediterraneo.
Distribuzione: in Italia è una specie comune e si trova su tutto il territorio (meno comune nelle regioni nord-occidentali). Nelle Alpi ha un distribuzione discontinua. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (dipartimenti di Alpes-de-Haute-Provence, Hautes-Alpes, Drôme, Isère e Savoia), in Svizzera (cantoni Vallese, Ticino e Grigioni), in Austria (Länder del Tirolo Settentrionale e Carinzia). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nei Pirenei.[14] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo questa specie si trova soprattutto nell'area europea mediterranea (comprese le isole britanniche), l'Anatolia e l'Africa mediterranea occidentale.[15]
Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono i suoli sabbiosi e argillosi subsalsi, ma si può trovare anche nei greti aridi dei fiumi, nelle ghiaie e alluvioni oppure negli ambienti ruderali, incolti e luoghi calpestati. Il substrato preferito è calcareo/siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[14]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 600m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte quello montano (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche;
Classe: Lygeo-Stipetea
Ordine: Brachypodietalia phoenicoidis
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[8]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Elymus è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae con oltre 150 specie distribuite nelle regioni temperate del nord in tutto il mondo.[5][6]
Non tutte le checklist botaniche sono concordi sulla posizione tassonomica di questa specie:
La "Flora d'Italia" di Sandro Pignatti non riporta il genere "Elymus, mentre descrive una specie "Agropyron punges" (Pers.) E. et S..[7]
La pubblicazione "An annotated checklist of the Italian Vascular Flora" tratta "Agropyron punges" (Pers.) R. et S. come sinonimo di Elymus athericus (Link) Kerguélen.[16]
La pubblicazione "Flora Alpina" conferma la sinonimia di A. pungens (in Pignatti) con E. athericus.[17]
La checklist della "Royal Botanic Gardens" non indica nessun A. pungens tra i sinonimi di E. athericus; mentre lo indica come sinonimo di Elymus pungens.
La checklist "The Plant List" indica A. pungens (Pers.) R. & S. sinonimo di Elymus pungens (Pers.) Melderis.[18]
La checklist "The Euro+Med PlantBase" nomina questa specie Elytrigia atherica (Link) Kerguélen e come un suo sinonimo 'E. athericus; mentre considera A. pungens "nome erroneamente applicato".[15]
In definitiva non risulta una chiara distinzione tra E. athericus e E. pungens.
Il basionimo per questa specie è Triticum athericum Link, 1843.[14]
Filogenesi
Il genere della specie di questa voce è descritto all'interno della tribù Triticeae (supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982). La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Bromeae e Triticeae. All'interno della supertribù, la tribù Triticeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Bromeae.[19]
Il genere Elymus comprende solamente piante poliploidi con i genomi designati "H, Ns, P, S, St, StY, Y, e Xm". Inoltre Elymus è stato soggetto ad una "evoluzione reticolata"[20] per fenomeni di ibridazione, o per il trasferimento orizzontale di geni ma anche per l’endosimbiosi.[5]
Variabilità
Elymus athericus è una pianta polimorfa. I caratteri soggetti a variabilità sono: le foglie, la spiga e le spighette. Altri caratteri mutevoli sono i lemmi aristati oppure no.[7]
Ibridi
Questa specie si ibrida con la seguente altra specie: Elymus repens (L.) Gould.[7]
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[10]
Agropyron athericum (Link) Samp.
Agropyron concinnum De Not. ex Parl.
Elymus laxulus (Hohla & H.Scholz) W.Lippert & Meierott ex Hohla
Elymus pycnanthus var. setiger (Dumort.) Melderis
Elytrigia atherica (Link) Kerguélen
Elytrigia atherica f. setigera (Dumort.) Stace
Elytrigia laxula Hohla & H.Scholz
Elytrigia littoralis (Mutel) Hyl.
Psammopyrum athericum (Link) Á.Löve
Triticum athericum Link
Triticum litorale Host
Specie simili
Può essere confusa con la specie Elymus repens (L.) Gould. Quest'ultima si distingue per possedere il lemma acuto e nervature poco sporgenti nella sezione della lamina fogliare.[21]
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol.88, n.3, 2001, pp.373-457. URL consultato il 20 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2025 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии