La viperina piantaginea (Echium plantagineum L.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Boraginaceae, nativa dell'Europa meridionale e occidentale, del Nordafrica e dell'Asia sudoccidentale.[1][2][3] Negli anni 1880, fu introdotta accidentalmente in Australia dove è diventata una pianta infestante, molto difficile da controllare.
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Stato di conservazione | |
![]() Specie non valutata | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Ordine | Boraginales |
Famiglia | Boraginaceae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Boraginaceae |
Genere | Echium |
Specie | E. plantagineum |
Nomenclatura binomiale | |
Echium plantagineum L. | |
Sinonimi | |
Echium lycopsis L. | |
Nomi comuni | |
viperina piantaginea | |
Per l'elevata concentrazione di alcaloidi pirrolizidinici presenti nei germogli, è velenosa per gli animali da pascolo, in particolare per quelli dotati di un tratto digestivo semplice come i cavalli. Le tossine si accumulano nel fegato ed un eccessivo consumo può condurre gli animali alla morte.[4][5]
Echium plantagineum è una pianta annuale a fioritura invernale che raggiunge i 20–60 cm di altezza.[6][7]
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