Il finocchio marino (Crithmum maritimum L.) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle ombrellifere originaria delle regioni europee mediterranee. È l'unica specie del genere Crithmum.
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Finocchio marino | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Apiales |
Famiglia | Apiaceae |
Genere | Crithmum |
Specie | C. maritimum |
Nomenclatura binomiale | |
Crithmum maritimum L. | |
Nomi comuni | |
Finocchio marino, Bacicci, Paccasassi, Erba di San Pietro, Salissia (I) | |
È una pianta alofita, ossia vive vicino al mare, spesso anche nelle spaccature della roccia; è rizomatosa, perenne, con fusti molto robusti e ramificati, lignificati alla base, alti da 30 a 60 cm.
Le foglie, composte, sono formate da piccole foglioline lanceolate, carnose, glauche, lunghe 1,5-2,0 cm e inserite su un lungo picciolo.
I fiori sono riuniti in ombrelle molto piccole, di colore dal bianco al giallastro; fioriscono da luglio a settembre.
I frutti sono di forma ovoidale, formati da due acheni.
Tutta la pianta è fortemente e piacevolmente aromatica.
È diffuso nelle zone costiere dei paesi dell'Europa meridionale e occidentale, lungo le coste del mar Mediterraneo, in America settentrionale e in Asia centro-occidentale. Cresce sulle scogliere e sui moli.[1]
Alla pianta sono riconosciute proprietà terapeutiche; viene usato come vermifugo e per migliorare la funzionalità del fegato[1]. In passato veniva utilizzata come preziosa fonte di vitamina C, specie tra i naviganti[2].
Le foglie sono ricche anche di carotenoidi e flavonoidi[3][4] ed hanno azione stomachica, digestiva e coleretica, stimolando la secrezione gastrica e biliare, favoriscono i processi digestivi e aumentano l'appetito in soggetti inappetenti[5].
È una pianta commestibile e si abbina spesso con il pesce, ma essendo un alimento assai versatile, viene usato in numerose ricette ed abbinamenti anche con altri alimenti.
Ad Ancona e nella riviera del Conero, la pianta è conosciuta con il nome di paccasassi[6] ed è molto apprezzata come contorno per piatti di pesce, per condire la pasta o anche la pizza (detta in tal caso "pizza dorica") o la crescia; vengono usate le foglie scottate in acqua e aceto (o vino) fino a quando non cambiano colore e poi messe sott'olio. I problemi connessi alla raccolta delle piante spontanee, protette dal regolamento del Parco del Conero, si possono facilmente superare coltivando la pianta in vaso o nell'orto[7]. I paccasassi del Conero sono un'erba aromatica cara a questo territorio e si abbinano bene con i moscioli, ossia i mitili selvatici, presidio Slow Food di questa zona, ma anche con panini a base di pesce, con primi piatti; vengono inoltre utilizzati per ottenere il "pesto di paccasassi" e per insaporire le insalate; un abbinamento molto diffuso è poi con la mortadella o il ciauscolo, sul pane croccante.
È tipico del Salento l'uso di conservare sott'aceto le foglie crude ma leggermente appassite del finocchio marino: nella zona viene chiamato salissia[8]. Ottimo è pastellato (acqua e farina) e fritto. Vanno utilizzate le sole foglioline più tenere, eliminando il sostegno portante. La frittella ha un sapore che ricorda il gambo di carciofo fritto.
In Corsica se ne ricava invece un olio essenziale.
Nell'isola di Maiorca, il finocchio di mare è un accompagnamento aromatico alla cucina maiorchina. Dopo la raccolta viene lavato e messo in salamoia nell'aceto. Marinato, è un ingrediente comune nei piatti tipici di riso, come arròs brut, o per imbottire panini all'olio d'oliva, insieme ai pomodori. Come verdura in salamoia è molto popolare e rappresenta un'alternativa ai capperi di Maiorca[9].
Sulle isole greche dell'Egeo, questa pianta si chiama Κρίταμο (Krítamo) ed è utilizzata nelle insalate e negli antipasti.
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