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Ampelocalamus calcareus C.D.Chu & C.S.Chao, 1983 è una specie di piante spermatofita monocotiledone di bambù appartenente alla famiglia Poaceae (ordine delle Poales).[1][2][3][4]

Come leggere il tassobox
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Ampelocalamus calcareus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidi
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Bambusoideae
Tribù Arundinarieae
Genere Ampelocalamus
Specie A. calcareus'
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Bambusoideae
Tribù Arundinarieae
Genere Ampelocalamus
Specie A. calcareus
Nomenclatura binomiale
Ampelocalamus calcareus
C.D.Chu & C.S.Chao, 1983

Etimologia


Il nome generico (Ampelocalamus) deriva da due parole ampelo (= viticcio) e "calamus" (= canna, giunco o gambo).[5] L'epiteto specifico (calcaeus) deriva da "calcare" o "suolo gessoso" e fa riferimento al substrato della pianta.[6]

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici asiatici Cheng De Chu (1928-) e Chi Son Chao (1936-) nella pubblicazione "Acta Phytotaxonomica Sinica. Pechino - 21(2): 204" del 1983.[7]


Descrizione


  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[8]
  • , P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio in genere è ridotto e formato da tre lodicule, delle squame, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali).
  • L'androceo è composto da 3 stami ognuno con un breve filamento libero, una antera e due teche. Le antere sono basifisse con deiscenza laterale. Il polline è monoporato.
  • Il gineceo è composto da 3-(2) carpelli connati formanti un ovario supero. L'ovario, glabro, ha un solo loculo con un solo ovulo subapicale (o quasi basale). L'ovulo è anfitropo e semianatropo e tenuinucellato o crassinucellato. Lo stilo, breve, è unico con due stigmi papillosi.

Riproduzione



Distribuzione e habitat


La specie di questa voce abitano le foreste a foglia larga fino a quote di 500 m s.l.m.. La distribuzione è relativa alla provincia cinese di Guizhou.[13]


Tassonomia


La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[11]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, la specie di questa voce è descritta al'interno della sottofamiglia Bambusoideae (tribù Arundinarieae).[2][8]


Filogenesi


La conoscenza filogenetica della tribù Arundinarieae è ancora in via di completamento. Per il momento i botanici (provvisoriamente) dividono la tribù in 12 cladi. La specie di questa voce è compresa nell'undicesimo clade (Clade XI) definito provvisoriamente "Ampelocalamus" calcareus.[2]

Ampelocalamus calcareus non è correlato alle altre specie del genere Ampelocalamus la maggior parte delle quali sono descritte all'interno del quinto clade della tribù (Phyllostachys clade). La posizione filogenetica della specie di questa voce all'interno delle Arundinarieae non è ancora ben definita. Secondo alcune ricerche questa specie, endemica asiatica (cinese), risulta essere il primo taxon divergente delle Arundinarieae, nella filogenesi della tribù si trova quindi in posizione "basale" e risulta "gruppo fratello" di tutti i rimanenti lignaggi in questa tribù.[3][4]


Note


  1. The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 2 ottobre 2018.
  2. Kellogg 2015, pag. 168.
  3. Zhang et al. 2016, pag. 122.
  4. PeerJ 2018, pag. 14.
  5. David Gledhill 2008, pag. 46.
  6. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 2 ottobre 2018.
  7. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 2 ottobre 2018.
  8. Judd et al 2007, pag. 311.
  9. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  10. Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  11. Strasburger 2007, pag. 814.
  12. Pasqua et al 2015, pag. 467.
  13. eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 2 ottobre 2018.
  14. Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 ottobre 2018.
  15. Attigala 2015, pag. 163.

Bibliografia



Collegamenti esterni


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