Tyto gigantea è una specie estinta di barbagianni vissuta nel Miocene superiore, circa 11.63-5.333 milioni di anni fa (Messiniano), in quella che oggi è la penisola del Gargano, Italia. Dai suoi resti, si evince che T. gigantea fosse molto simile alle specie moderne, ma se ne distingueva particolarmente per le dimensioni: un esemplare adulto poteva infatti sfiorare i 90 centimetri (35,4 pollici), ben più del gufo reale euroasiatico (Bubo bubo). Possedeva ossa delle ali relativamente ridotte e il suo peso poteva raggiungere anche i 10 kg, facendo supporre che questo animale fosse incapace di volare. Le zampe in compenso erano molto allungate, indicando capacità di corsa discrete.
![]() | |
---|---|
![]() | |
Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Aves |
Ordine | Strigiformes |
Famiglia | Tytonidae |
Genere | Tyto |
Specie | † T. gigantea Ballmann, 1973 |
Nomenclatura binomiale | |
† Tyto gigantea Ballmann, 1973 | |
Si pensa che T. gigantea si sia evoluta sull'isola del Gargano una volta arrivato su di essa. Il suo antenato volante che raggiunse l'isola in volo era, probabilmente, Tyto balearica, un barbagianni piuttosto grande, con un'apertura alare di 1,50 metri (4,9 piedi), che a quel tempo era diffuso in tutta Europa. È possibile che una popolazione di T. balearica divenne stanziale nel Gargano e col tempo si adattò sempre di più alla vita terrestre; da essa si originò la specie Tyto robusta di dimensioni simili a Tyto balearica ma probabilmente inetta al volo o quasi. T. robusta presentava infatti ossa irrobustite, adattamenti per supportare il suo peso al suolo, ma che avrebbero reso difficoltoso librasi in volo. A quei tempi, la fauna del Gargano cominciava ad aumentare di dimensioni; ciò, insieme alla competizione con la pre-esistente T. balearica, forzò, probabilmente, T. robustaad aumentare ulteriormente le proprie dimensioni. Circa 5 milioni di anni fa comparve infine T. gigantea, che prosperò sull'isola del Gargano fino al Pliocene inferiore, quando i mari sommersero il Gargano.[1][2]
Fino a poco fa si pensava che T. robusta e T. gigantea fossero sinonimi, e che la loro differenza di dimensioni fosse dovuta a dimorfismo sessuale. Questa ipotesi tuttavia si verificò falsa, sia perché la differenza nella taglia era troppo marcata (T. gigantea era almeno il 30% più grande di T. robusta), sia perché non sono mai stati ritrovati i fossili di entrambe le specie nello stesso luogo e nello stesso tempo (negli strati più recenti si trova solo T. gigantea). Con la sua taglia imponente questo animale era probabilmente il superpredatore della sua isola predando anche grandi prede come i grandi erinaceidi del Gargano, Deinogalerix e grandi roditori.[3]
Altri progetti
![]() | ![]() |