Thalassodromeus (il cui nome significa "corridore del mare") è un genere estinto di pterosauro azhdarchoide thalassodromide vissuto nel Cretaceo inferiore, circa 110 milioni di anni fa (Aptiano-Albiano), in quella che oggi è la Formazione Santana, nel nordest del Brasile. Il genere contiene una singola specie, ossia T. sethi.
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![]() Scheletro di T. sethi, in Giappone | |
Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Ordine | † Pterosauria |
Sottordine | † Pterodactyloidea |
Clade | † Azhdarchoidea |
Famiglia | † Thalassodromidae |
Genere | † Thalassodromeus Kellner & Campos, 2002 |
Nomenclatura binomiale | |
† Thalassodromeus sethi Kellner & Campos, 2002 | |
Sinonimi | |
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Specie | |
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La caratteristica più evidente di Thalassodromeus è senza alcun dubbio la sua enorme cresta cranica, che ha origine alla punta del muso per poi terminare ben oltre la nuca dell'animale, rappresentando il 75% della superficie del cranio, lungo in totale 1,42 metri (4.6 piedi). La punta delle fauci era appuntita e ripiegata verso il basso, e non era presenti denti. L'apertura alare dell'animale era di circa 4,5 metri (14,7 piedi), sebbene un frammento di mandibola riferito a Thalassodromeus, DGM 1476-M, potrebbe indicare un'apertura alare superiore, forse di 5,3 metri (17,4 piedi).[2] La funzione dell'enorme cresta di Thalassodromeus non è ancora ben chiara, ma è possibile che essa venisse impiegata nelle visualizzazioni sessuali, il riconoscimento intraspecifico o la termoregolazione.
Alexander Kellner assegnò Thalassodromeus alla famiglia dei Tapejaridae. Tuttavia, successive analisi filogenetiche hanno dimostrato che l'animale era più strettamente imparentato a Tupuxuara, formando la propria famiglia dei Thalassodrominae, più strettamente correlata agli Azhdarchidi, che ai Tapejaridi.
Il seguente cladogramma mostra l'analisi di Felipe Pinheiro et al. (2011):[3]
Azhdarchoidea |
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Il genere Thalassodromeus è stato nominato nel 2002, da Alexander Kellner e Diogenes de Almeida Campos. La specie tipo ed unica specie ascritta al genere è Thalassodromeus sethi. Il nome del genere, Thalassodromeus, deriva dal greco antico thalasse ossia "mare" e dromaios ossia "corridore", in riferimento al suo presunto stile di vita simile ai becco ai cesoia. Il nome specifico, sethi, si riferisce invece al dio egiziano Seth a causa della somiglianza nella forma testa. Nel 2006, André Jacques Veldmeijer ha suggerito che Kellner avesse confuso Seth con il dio Amun la cui corona mostra una notevole somiglianza con la cresta della testa di Thalassodromeus.[4]
Il genere si basa unicamente sull'olotipo, DGM 1476-R, composto da un cranio parziale danneggiato, ritrovato nella Formazione Santana. Il Thalassodromeus visse nel Cretaceo inferiore (Aptiano-Albiano). Il Thalassodromeus condivise i cieli con il suo piccolo cugino Tapejara.
Un altro frammento di mascella, SAO 251093, è stato inizialmente identificato come una possibile nuova specie, "Thalassodromeus oberlii" (riferendosi alla collezione Urs Oberli), di Veldmeijer nel 2006,[4] dopo aver riferito il campione a T. sethi, nel 2005.[5] Nel 2014, questo frammento è stato assegnato ad un genere a sé stante, Banguela.[6] Nel 2018, la specie Banguela oberlii è stato assegnata al genere Thalassodromeus, come specie T. oberlii.[1]
Inizialmente, Kellner ipotizzò che Thalassodromeus cacciasse in modo analogo al becco a cesoia moderno; trascinando la sua mandibola sulla superficie dell'acqua mentre volava, per pescare. Tuttavia, successive ricerche sull'anatomia della mascella e del collo dell'animale hanno suggerito che per tali pterosauri, questo metodo di alimentazione era impossibile a causa del trascinamento, e la spesa energetica sarebbe troppo elevata.[7] Piuttosto, Thalassodromeus sembra aver avuto una specializzazione per cacciare a terra, come gli Azhdarchidae, convergendo anche nelle proporzioni delle gambe e delle potenti mascelle. Ciò potrebbe suggerire una tendenza raptoriale simili a quelle dei phorusrhacidi.[8]
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