La promiliobatide (Promyliobatis gazolai) è un pesce cartilagineo estinto, appartenente ai miliobatiformi. Visse nell'Eocene medio (circa 48 - 50 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Italia, nel famoso giacimento di Bolca.
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Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Classe | Chondrichthyes |
Sottoclasse | Elasmobranchii |
Superordine | Euselachii |
Ordine | Myliobatiformes |
Famiglia | Myliobatidae |
Sottofamiglia | Myliobatinae |
Genere | Promyliobatis |
Specie | P. gazolai |
Questa razza era di piccole dimensioni, e la lunghezza era di circa 45 centimetri. Il corpo romboidale e molto largo assomigliava molto a quello delle attuali aquile di mare (gen. Myliobatis). Le pinne pettorali a forma di triangolo appuntito raggiungevano il corto rostro. Era presente una piccola pinna dorsale. I denti erano grandi, piatti ed esagonali. La coda era lunga e sottile; all'inizio della coda era presente una spina acuminata, piatta e ricoperta da denticoli.
Promyliobatis gazolai venne descritto per la prima volta nel 1894 da Otto Jaekel, sulla base di resti fossili eccezionalmente conservati e provenienti dalla famosa Pesciara di Bolca, in provincia di Verona. I fossili di Promyliobatis sono tra i più antichi e meglio conservati rappresentanti dei miliobatidi, ovvero le cosiddette aquile di mare. Secondo le revisioni più recenti, Promyliobatis si collocherebbe direttamente sulla linea evolutiva che porta alle attuali Myliobatis (Hovestadt e Hovestadt-Euler, 2013).
Promyliobatis doveva essere un eccellente nuotatore di mare aperto, come le attuali aquile di mare.