L'orango di Tapanuli (Pongo tapanuliensis Nurcahyo, Meijaard, Nowak, Fredriksson & Groves, 2017) è una specie di orango diffusa nell'isola di Sumatra[2].
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Stato di conservazione | |
![]() Critico[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Superordine | Euarchontoglires |
(clade) | Euarchonta |
Ordine | Primates |
Sottordine | Haplorrhini |
Infraordine | Simiiformes |
Parvordine | Catarrhini |
Superfamiglia | Hominoidea |
Famiglia | Hominidae |
Sottofamiglia | Ponginae |
Genere | Pongo |
Specie | P. tapanuliensis |
Nomenclatura binomiale | |
Pongo tapanuliensis Nurcahyo, Meijaard, Nowak, Fredriksson & Groves, 2017 | |
L'orango di Tapanuli è fisicamente molto simile all'orango di Sumatra dal quale si distingue per il pelo più increspato e dal rossiccio meno accentuato, il cranio in media più piccolo e i canini più lunghi[2].
I maschi di questa specie emettono dei lunghi richiami per l'accoppiamento diversi da quelli di qualsiasi altro orango[2].
Anche la dieta di questa specie è unica, in quanto include anche bruchi e coni di conifere[3].
È riscontrabile nelle foreste tropicali di latifoglie a sud del lago Toba, nella parte settentrionale di Sumatra; l'intera popolazione vive in un'area di circa 1000 km2 ad altitudini comprese tra i 300 e i 1.300 m[2].
La IUCN considera la specie come in pericolo critico.
L'orango di Tapanuli, con solo 800 individui in natura, ha la popolazione più bassa tra tutte le grandi scimmie[4]. Le principali minacce per questa specie sono la deforestazione, la caccia[5], il traffico di selvaggina e un progetto idroelettrico che è stato proposto all'interno del suo areale[2] Data la riduzione dell'habitat e la bassa popolazione è probabile che si verifichi depressione da consanguineità[2].
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