L’hulok occidentale (Hoolock hoolock Harlan, 1834) è un primate della famiglia degli ilobatidi. Solo recentemente è stato considerato una specie distinta dall'hulok orientale (Hoolock leuconedys). Le due specie sono molto simili, sia nell'aspetto che nelle abitudini.
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Stato di conservazione | |
![]() In pericolo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Superordine | Euarchontoglires |
(clade) | Euarchonta |
Ordine | Primates |
Sottordine | Haplorrhini |
Infraordine | Simiiformes |
Superfamiglia | Hominoidea |
Famiglia | Hylobatidae |
Genere | Hoolock |
Specie | H. hoolock |
Nomenclatura binomiale | |
Hoolock hoolock (Harlan, 1834) | |
Sinonimi | |
Bunopithecus hoolock ssp. hoolock | |
Areale | |
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Spesso definito «acrobata della foresta», l'hulok occidentale si sposta dondolando di ramo in ramo utilizzando le lunghe braccia, in un tipo di locomozione noto come brachiazione[2][3]. È, come le altre 15 specie di gibboni attualmente riconosciute[4], una scimmia antropomorfa snella e aggraziata[2]. Maschi e femmine adulti hanno dimensioni simili (45–64 cm di lunghezza e 5,5-5,6 kg di peso)[2], ma la colorazione del loro fitto mantello varia notevolmente[2][5]. I maschi adulti sono neri con un caratteristico «sopracciglio» bianco che conferisce loro un aspetto molto espressivo. Le femmine sono color marroncino-ramato, con peli color marrone scuro ai lati della faccia e del petto, e una caratteristica scriminatura centrale tra i peli della testa. I piccoli, alla nascita, sono ricoperti da un manto grigio-bianco con sfumature gialle, che diviene nero con l'età. Raggiunta la pubertà, il manto delle femmine ritorna chiaro, mentre quello dei maschi rimane invariato[5].
Il gibbone è ben conosciuto per i suoi richiami emotivi, che vengono emessi per lo più sotto forma di duetto dalla coppia riproduttiva. Tali richiami, vivaci e ossessionanti[2][3], possono essere uditi anche a grande distanza, e hanno conferito all'animale un posto di rilievo nel folklore delle popolazioni indigene dell'Asia[4].
L'hulok occidentale è presente nel Bangladesh orientale, nell'India nord-orientale e nel Myanmar nord-occidentale[1], in un'area compresa tra i fiumi Brahmaputra e Chindwin[4]. È possibile che sia presente anche nel Tibet sud-orientale[1].
È un abitante delle foreste, in particolare delle fitte foreste sempreverdi e semi-sempreverdi[1], ma è possibile avvistarlo anche mentre si sposta, o dorme, in foreste di bambù e piantagioni[1].
L'hulok occidentale si sposta dondolandolosi senza sforzo tra gli alberi, raggiungendo velocità di 56 chilometri all'ora[3], e può anche camminare su due zampe lungo i rami troppo larghi per potervisi appendere, muovendosi con rapidità ed equilibrio[2].
Si nutre principalmente di frutta, e per tale motivo gioca un ruolo importante come dispersore di semi degli alberi della foresta, in quanto i semi passano attraverso il tubo digerente senza essere intaccati e vengono depositati in una nuova sede[6]. Lo stomaco semplice del gibbone è adatto a questa dieta a base di frutta e, diversamente da quello di altri primati, ha una capacità limitata di digerire materiale fogliare[4], ma l'hulok occidentale consuma anche fiori, foglie e germogli[7].
Come altre specie di gibboni, maschi e femmine di hulok occidentale formano coppie monogame che rimangono unite assieme per molti anni. Tuttavia, la loro fedeltà non è assoluta, in quanto entrambi i partner possono accoppiarsi con altri individui[3]. Ogni coppia, insieme al proprio piccolo immaturo, occupa un territorio che viene difeso con manifestazioni sia vocali che visive[3]. La femmina partorisce una volta ogni due anni e mezzo-tre anni un unico piccolo, che rimane nel gruppo familiare per un periodo variabile tra i sette e i dieci anni. Una volta raggiunta la maturità, il genitore dello stesso sesso inizia ad aggredirlo fino a spingerlo ad abbandonare il gruppo[3].
La Lista Rossa della IUCN classifica l'hulok occidentale come specie in pericolo di estinzione (Endangered)[1]. La specie è inserita nella Appendice I della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES).[8].
Si ritiene che il numero di esemplari sia terribilmente diminuito del 90% nel corso degli ultimi 30 anni, in seguito a numerose attività umane[6], e attualmente H. hoolock è considerato una delle 25 specie di primati più minacciate del mondo[7]. Man mano che la popolazione umana ha espanso le proprie attività agricole a carico delle foreste, adibendo il terreno a piantagioni di tè e caffè, sfruttando gli alberi per il legname e intraprendendo altri programmi di sviluppo, il manto forestale è andato frammentandosi e riducendosi. Quando le foreste sono frammentate, il gibbone trascorre più tempo sul terreno, spostandosi da una macchia di foresta all'altra; in questi momenti diventa particolarmente vulnerabile alle aggressioni da parte di cani domestici e selvatici[6]. Oltre alle minacce costituite dalla distruzione dell'habitat bisogna considerare anche la pressione venatoria: gli uomini danno la caccia a questo carismatico primate per la carne, la medicina tradizionale e il traffico di animali domestici; sfortunatamente, gli straordinari canti dei gibboni funzionano come segnali che guidano i cacciatori direttamente verso di loro[6].
Paradossalmente, se da un lato gli esseri umani hanno spinto questa specie sull'orlo dell'estinzione, essa dipende ora interamente dai programmi di conservazione dell'uomo per poter sopravvivere[7]. L'hulok occidentale è presente in numerose aree protette distribuite un po' in tutto il suo areale[1], e in India gode del massimo livello di protezione garantito dalla Legge per la Protezione della Natura del 1972[1][9]; inoltre, varie organizzazioni stanno lavorando insieme per svolgere molte altre azioni di conservazione[10] a tutela di quella che è considerata una specie bandiera delle foreste dell'Asia[6].
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