Non sono tuttavia infrequenti gli avvelenamenti provocati da questa specie, a causa della somiglianza con l'Amanita caesarea: quest'ultima infatti spesso viene consumata cruda mentre l'A. crocea è commestibile solo previa cottura.
Etimologia
Dal latinocroceus, colore zafferano, per il colore arancione del suo cappello.
Descrizione della specie
Cappello
Convesso o campanulato, poi spianato, con il margine involuto e ampio umbone; colore giallo-arancione chiaro o albicocca al centro, con striature chiare al margine; 3-10 cm di diametro.
In evidenza le lamelle
Lamelle
Bianche o crema, ventricose, annesse o libere.
Gambo
Slanciato, attenuato verso l'apice, ricoperto da squame cotonose concolore al cappello, esclusa la parte superiore; privo di anello.
Carne
Sottile e tenera, bianca, spesso arancione chiaro sotto la cuticola del cappello.
Odore: tenue, comunque gradevole, come di "uova sode"; un po' spermatico quando inizia a deperirsi.
Sapore: dolciastro, di nocciole.
Spore
Tondeggianti o subglobose, non amiloidi, bianche in massa.
Distribuzione e habitat
Cresce in estate-autunno, nei boschi di conifere e latifoglie.
Spesso è presente nei prati, tuttavia sempre nelle vicinanze di zone boschive.
Commestibilità
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Ottima, con cautela.
Attenzione
velenoso da crudo. Si consiglia di eliminare l'acqua di cottura. Cuocere per almeno 20 minuti dall'ebollizione.
Tassonomia
Sinonimi e binomi obsoleti
Amanita vaginata var. crocea Quél., in Bourdot, Rev. Sci. Bourb. Centr. Fr. 11(123): 52 (1898) [1899]
Amanita caesarea (commestibile anche da crudo), da cui però si distingue facilmente per il colore del cappello di un arancione più sbiadito, per il gambo bianco e squamato anziché giallo e privo di squamatura, per le lamelle bianche o crema anziché gialle e per l'assenza di anello.
Amanita fulva (edule con cautela), che però possiede un gambo molto più slanciato.
Amanita muscaria var. formosa (velenoso), per il colore del cappello, da cui l'Amanita crocea tuttavia si distingue per la mancanza dell'anello e delle verruche.
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