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Il ranuncolo ibrido (Ranunculus hybridus Biria, 1811) è una pianta d'alta quota appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae[1].

Come leggere il tassobox
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Ranuncolo ibrido
Ranunculus hybridus
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni basali
Ordine Ranunculales
Famiglia Ranunculaceae
Sottofamiglia Ranunculoideae
Tribù Ranunculeae
Genere Ranunculus
Specie R. hybridus
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Magnoliidae
Ordine Ranunculales
Famiglia Ranunculaceae
Sottofamiglia Ranunculoideae
Tribù Ranunculeae
Genere Ranunculus
Specie R. hybridus
Nomenclatura binomiale
Ranunculus hybridus
Biria, 1811
Sinonimi

Ranunculus pseudothora
Ranunculus phtora

Nomi comuni

(DE) Bastard-Hahnenfuß
(FR) Renoncule hybride


Etimologia


Il nome generico (Ranunculus), passando per il latino, deriva dal greco Batrachion[2], e significa “rana” (è Plinio scrittore e naturalista latino, che c'informa di questa etimologia) in quanto molte specie di questo genere prediligono le zone umide, ombrose e paludose, habitat naturale degli anfibi. L'epiteto specifico (hybridus) deriva dalla lingua latina (= ibrido/misto); probabilmente è una specie intermedia tra altre specie dello stesso genere.


Descrizione


Sono piante perenni, erbacee terrestri poco alte (mediamente da 5 a 8 cm). Da un punto di vista biologico sono definite geofite rizomatose (G rhiz). Le geofite sono piante che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come rizomi o tuberi (in questo caso). Un fusto sotterraneo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei. Questi vegetali sono fondamentalmente glabri, di aspetto glauco e privi di cellule oleifere.


Radici


Le radici sono secondarie da rizoma; consistono in tuberetti di colore chiaro. Dimensione delle radici: larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 5 – 20 cm.


Fusto



Foglie


Foglia basale
Foglia basale

Infiorescenza


L'infiorescenza è composta da pochi (1 o 2) fiori terminali e solitari (uno per ogni peduncolo).


Fiore


I fiori sono ermafroditi, emiciclici, attinomorfi. I fiori sono di tipo molto arcaico anche se il perianzio[3](o anche più esattamente il perigonio[4]) di questo fiore è derivato dal perianzio di tipo diploclamidato (tipico dei fiori più evoluti), formato cioè da due verticilli ben distinti e specifici: sepali e petali. Il ricettacolo (supporto per il perianzio) è glabro. Diametro dei fiori: 10 – 15 mm.

* K 5, C 5, A molti, G 1-molti (supero), achenio[5]

Frutti


I frutti (un aggregato poliachenio) sono degli acheni indeiscenti a forma discoide (compressi ai lati); sono molto numerosi e con un piccolo becco (o rostro) apicale ricurvo. Ogni achenio contiene un solo seme. Insieme formano una testa sferica posta all'apice del peduncolo fiorale. Lunghezza degli acheni: 2 – 3 mm.


Riproduzione


La riproduzione di questa pianta avviene per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi (soprattutto api) in quanto è una pianta provvista di nettare (impollinazione entomogama). La dispersione dei semi è prevalentemente di tipo zoocoria.


Distribuzione e habitat


Distribuzione della pianta
Distribuzione della pianta

Fitosociologia


Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[8]:

Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Elyno-Seslerietea variae
Ordine: Seslerietalia variae
Alleanza: Seslerion variae

Sistematica


Il genere Ranunculus è un gruppo molto numeroso di piante comprendente oltre 400 specie originarie delle zone temperate e fredde del globo, delle quali quasi un centinaio appartengono alla flora spontanea italiana. La famiglia delle Ranunculaceae invece comprende oltre 2500 specie distribuite su 58 generi[4].
Le specie spontanee della nostra flora sono suddivise in tre sezioni (suddivisione a carattere pratico in uso presso gli orticoltori organizzata in base al colore della corolla)[9]: XanthoranunculusBatrachiumLeucoranunculus. La specie Ranunculus hybridus appartiene alla prima sezione (Xanthoranunculus) caratterizzata dall'avere la corolla gialla. Un'altra suddivisione, che prende in considerazione caratteristiche morfologiche ed anatomiche più consistenti, è quella che divide il genere in due sottogeneri (o subgeneri)[10], assegnando il Ranunculus hybridus al subgenere Ranunculus, caratterizzato da piante con fusti eretti (e quindi forniti di tessuti di sostegno), peduncoli dell'infiorescenza eretti alla fruttificazione, lamina fogliare ben sviluppata e petali gialli (o bianchi).
Il numero cromosomico di R. hybridus è: 2n = 16[11]


Sinonimi


Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:


Specie simili


Il carattere distintivo di questa specie è la forma delle foglie molto particolare. Solo alcune specie di ranuncolo possono essere confuse con la pianta di questa voce:


Usi


Avvertenza
Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Queste piante contengono l'anemonina; una sostanza particolarmente tossica per animali e uomini. Infatti gli erbivori brucano le foglie di queste piante con molta difficoltà e solamente dopo una buona essiccazione (erba affienata) che fa evaporare le sostanze più pericolose. Anche le api evitano di bottinare il nettare dei “ranuncoli”. Sulla pelle umana queste piante possono creare delle vesciche (dermatite); mentre sulla bocca possono provocare intenso dolore e bruciore alle mucose[9].


Note


  1. (EN) Ranunculus hybridus Biria | Plants of the World Online | Kew Science, su Plants of the World Online. URL consultato il 6 febbraio 2021.
  2. Motta, vol. 3 - p. 511.
  3. Pignatti, vol. 1 - p. 277.
  4. Strasburger, vol. 2 - p. 817.
  5. Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2008).
  6. Pignatti, vol. 1 - p. 279.
  7. Pignatti, vol. 1 - pp. 277/279.
  8. Flora Alpina, vol. 1 - p. 172.
  9. Motta, vol. 3 - p. 514.
  10. Pignatti, vol. 1 - p. 303.
  11. Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 30 luglio 2010.

Bibliografia



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Collegamenti esterni


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