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Il vischio quercino (Loranthus europaeus Jacq., 1762) è una pianta epifita appartenente alla famiglia delle Loranthaceae, diffusa in Europa.

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Vischio quercino
Loranthus europaeus
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Santalales
Famiglia Loranthaceae
Genere Loranthus
Specie L. europaeus
Nomenclatura binomiale
Loranthus europaeus
Jacq., 1762

Descrizione


È una fanerofita epifita a portamento arbustivo, alta 50–100 cm, con piccoli tronchi legnosi dalla corteccia bruna, che formano un rigonfiamento a cercine nel punto di inserzione sulla pianta ospite.

È una specie emiparassita, cioè è in grado di effettuare la fotosintesi, ma a spese dell'acqua e dei sali minerali della pianta ospite. Non possiede normali radici ma degli austori che si infiltrano nei tessuti dell'ospite.

Ha foglie poco carnose caduche e piccoli fiori unisessuali, giallo-verdognoli, raccolti in infiorescenze a spiga o a racemo.

I frutti sono piccole bacche giallastre, 6–10 mm di diametro, velenose per l'uomo ma appetite dagli uccelli, soprattutto dai tordi, che ne facilitano la disseminazione. I semi, ricoperti da un sottile pericarpo coriaceo e vischioso, non germinano se non sono prima passati attraverso l'intestino di un uccello, in modo tale che gli enzimi digestivi possano modificare la struttura molecolare dello strato protettivo.

Fiorisce ad aprile-maggio mentre i frutti maturano a novembre-dicembre.


Distribuzione e habitat


È diffuso nelle zone temperate dell'Europa centrale e balcanica, sino al Caucaso.
Presente in gran parte della penisola italiana e in Sicilia. Assente in Sardegna. È meno diffuso e conosciuto del vischio bianco (Viscum album), con cui a volte viene confuso.

Si sviluppa sui rami legnosi di diverse specie di Quercus ma anche su vetusti esemplari di Castanea sativa e Olea europaea. In alcuni casi può arrivare a colonizzare l'intera pianta ospite, danneggiandone l'attività fotosintetica e causandone il deperimento.

Cresce in aree collinari e montuose sino ad una altitudine di 1.100 m.


Usi



Note


  1. La pratica dell'uccellagione è attualmente vietata in tutto il territorio nazionale in ottemperanza all'articolo 3 della Legge n. 157 del 1992 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio):

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