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Il finocchio (Foeniculum vulgare Mill.) è una pianta erbacea mediterranea della famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere).
Conosciuto fin dall'antichità per le sue proprietà aromatiche, la sua coltivazione orticola sembra che risalga al XVI secolo.

Disambiguazione – "Finocchio" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Finocchio (disambigua).
Come leggere il tassobox
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Foeniculum vulgare
F. vulgare
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Apiales
Famiglia Apiaceae
Genere Foeniculum
Specie F. vulgare
Nomenclatura binomiale
Foeniculum vulgare
L., 1753
Nomi comuni

Finocchio

Da esso è derivato il termine infinocchiare, nel senso di "truffare, imbrogliare" che deriva dalla pratica di utilizzare il finocchio come antipasto per ingannare il gusto del cliente nei confronti di un vino di scarsa qualità o di utilizzarne i semi per alterare il gusto del vino imbottigliato.[1]


Morfologia


Si distinguono le varietà di finocchio selvatico dalle varietà di produzione orticola (dolce).
Il finocchio selvatico è una pianta spontanea, perenne, dal fusto ramificato, alta fino a 2 m. Possiede foglie che ricordano il fieno, da cui il nome foeniculum, di colore verde e produce in estate ombrelle di piccoli fiori gialli. Seguono i frutti (acheni), prima verdi e poi grigiastri. Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti, impropriamente chiamati "semi".
Il finocchio coltivato, o finocchio dolce, è una pianta annuale o biennale con radice a fittone. Raggiunge i 60–80 cm di altezza. Si consuma la grossa guaina a grumolo bianco che si sviluppa alla base, messa in vendita con un breve ciuffo di fusti e foglie.


Coltivazione


Fiore
Fiore
Foeniculum vulgare
Foeniculum vulgare
Foeniculum vulgare
Foeniculum vulgare

Il finocchio è ampiamente coltivato negli orti per la produzione del grumolo, una struttura compatta costituita dall'insieme delle guaine fogliari, che si presentano di colore biancastro, carnose, strettamente appressate le une alle altre attorno a un brevissimo fusto conico, direttamente a livello del terreno.

Il suo colore bianco è dato dalla tecnica dell'imbianchimento: si tratta di una rincalzatura e si effettua a cadenza regolare nel corso dello sviluppo del grumolo o almeno due settimane prima della raccolta.[2]

La raccolta dei grumoli avviene in tutte le stagioni, secondo le zone di produzione. Si adatta a qualsiasi terreno di medio impasto con presenza di sostanza organica. Le piante vengono disposte in file e distanziate di circa 25 cm l'una dall'altra. La raccolta del grumolo avviene dopo circa 90 giorni dalla semina. Richiede frequenti e abbondanti irrigazioni e preferisce un clima temperato di tipo mediterraneo.


La raccolta del finocchio selvatico


La raccolta del fiore del finocchio selvatico avviene in Italia appena il fiore è "aperto", normalmente a partire dalla metà d'agosto fino a settembre inoltrato. Si può usare il fiore fresco o lo si può essiccare all'aperto e alla luce, ma lontano dai raggi diretti del sole che farebbero evaporare gli olii essenziali. Si possono raccogliere i diacheni all'inizio dell'autunno, quando è avvenuta la trasformazione del fiore in frutto. Le "barbe" o foglie e i teneri germogli si possono cogliere dalla primavera all'autunno inoltrato.


Uso in fitoterapia


Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

In fitoterapia se ne utilizzano i frutti secchi o l'olio essenziale. Contiene: anetolo da cui dipende il suo aroma, fencone, chetone anisico, dipinene, canfene, fellandrene, dipentene e acido metilcavicolo. L'uso principale, come per le piante simili anice verde e carvi, è quello carminativo, cioè aiuta a eliminare i gas intestinali e contemporaneamente ne previene la formazione. Pertanto è utilizzato per chi ha difficoltà digestive, flatulenza o aerofagia. Può essere utile per ridurre la componente dolorosa della sindrome da colon irritabile.[3] Particolarmente indicato nell'allattamento perché è galattoforo, ovvero aumenta la produzione del latte,[4][5] e contemporaneamente previene le coliche d'aria nei bambini. Oltre ciò sono state riconosciute al finocchio qualità di emmenagogo, diuretico, antiemetico, aromatico, antispasmodico, antinfiammatorio e di tonico epatico. Normalmente si utilizzano i frutti secchi in infuso, ma è possibile trovare in commercio anche le bustine liofilizzate o l'olio essenziale. I principi attivi in esso contenuti a dosi molto elevate possono avere effetti allucinogeni, per esempio se concentrati nell'olio essenziale estratto dai semi.[6]


In cucina


Pasta con le sarde (Palermo)
Pasta con le sarde (Palermo)

In cucina si possono usare tutte le parti del finocchio. Si può mangiare il grumolo bianco del finocchio coltivato, erroneamente ritenuto un bulbo, crudo nelle insalate oppure lessato e gratinato e lo si può aggiungere agli stufati.

Del finocchio selvatico, chiamato in cucina anche "finocchina" o "finocchietto", si usano i fiori freschi o essiccati, i frutti o "diacheni", impropriamente chiamati "semi", che sono più o meno dolci, pepati o amari, a seconda della varietà, le foglie (o "barba") e i rametti. Questi ultimi, più o meno grandi, sono utilizzati nelle Marche per cucinare i bombetti (lumachine di mare) o per conciare le olive sotto sale con peperoncino e aglio. Si usano le foglie fresche e sminuzzate per insaporire minestre, piatti di pesce, insalate e formaggi. Nella "pasta con le sarde", nota ricetta siciliana, le foglie del finocchio selvatico sono uno degli ingredienti essenziali.

Si usano i fiori per aromatizzare le castagne bollite, i funghi al forno o in padella, le olive in salamoia e le carni di maiale, in particolare la "porchetta" dell'Alto Lazio e dell'Umbria. In Toscana il finocchio selvatico viene usato per insaporire e profumare la finocchiona, un salame in cui il finocchio sostituisce il pepe nero, oltre che la sua variante meno compatta, chiamata sbriciolona. I cosiddetti "semi" si usano soprattutto per aromatizzare tarallini (Puglia), ciambelle o altri dolci casalinghi e per speziare vino caldo, tisane o salamoie. Inoltre fanno parte della ricetta del finocchino, un biscotto tipico del Piemonte. È in uso nelle regioni costiere del Tirreno un "liquore di finocchietto", per la cui preparazione s'utilizzano i fiori freschi e/o i "semi" e le foglie.

Finocchi al mercato di Ortigia, Siracusa
Finocchi al mercato di Ortigia, Siracusa

Curiosità


L'espressione "lasciarsi infinocchiare" deriva dall'abitudine dei cantinieri di offrire spicchi di finocchio orticolo a chi si presentava per acquistare il vino custodito nelle botti. Infatti il grumolo contiene sostanze aromatiche che modificano leggermente la percezione dei sapori, rendendo saporito il successivo assaggio di un vino di qualità scadente o prossimo all'acetificazione.

La comune distinzione tra finocchio femmina e finocchio maschio è solo formale: il primo è di forma allungata e il secondo di forma tondeggiante. Si ottiene il cosiddetto finocchio maschio, più apprezzato sotto l'aspetto merceologico perché meno fibroso e più carnoso, grazie al concorso di fattori ambientali associati alla natura del terreno e alla sua sistemazione superficiale e a un'adeguata tecnica colturale.


Varietà di finocchio coltivato


Parte basale o grumolo del finocchio
Parte basale o "grumolo" del finocchio

Note


  1. Fraudologia. Teoria e Tecniche della truffa, Milano, Scuola di Palo Alto, 2010
  2. Giardinaggio, Come coltivare i finocchi, su giardinaggioweb.net.
  3. Roberta Pasero, In linea con la fitoterapia, "Sapere&Salute Folia", anno 2, marzo 2003, num. 4, pag. 17
  4. Giuseppe Lodi, Piante officinali italiane, 3ª ed., Bologna, Edizioni Agricole, 1966 [1941].
  5. Per aumentare la montata lattea, su figliadellerborista.it.
  6. Foeniculum vulgare - Mill., su pfaf.org, Plants For A Future. URL consultato il 7 febbraio 2011.

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàThesaurus BNCF 68943 · LCCN (EN) sh85047800 · GND (DE) 4153990-4 · BNF (FR) cb13753545w (data) · J9U (EN, HE) 987007529003105171
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На других языках


[es] Foeniculum vulgare

Foeniculum vulgare, de nombre común hinojo, es la única especie del género Foeniculum.[2] Se encuentra distribuida por las zonas templadas de todo el mundo,[3] aunque nativa de la zona meridional de Europa, en especial la costa del mar Mediterráneo,[4] donde crece en estado silvestre. Es una hierba perenne y sumamente aromática, cultivada para su empleo en gastronomía.[5][6]

[fr] Fenouil commun

Foeniculum vulgare • Fenouil
- [it] Foeniculum vulgare

[ru] Фенхель обыкновенный

Фе́нхель обыкнове́нный (лат. Foenículum vulgáre) — одно-, дву- или многолетнее растение, вид рода Фенхель (Foeniculum) семейства Зонтичные (Apiaceae).



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