bio.wikisort.org - Plantae

Search / Calendar

Il cardo scardaccio (nome scientifico Cirsium eriophorum (L.) Giovanni Antonio Scopoli, 1772) è una pianta erbacea angiosperma dicotiledone perenne molto robusta, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Cardo scardaccio
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Carduoideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Carduinae
Genere Cirsium
Specie C. eriophorum
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Carduinae
Genere Cirsium
Specie C. eriophorum
Nomenclatura binomiale
Cirsium eriophorum
(L.) Scop., 1772
Nomi comuni

Cardo lanoso
Cirsio lanoso
Cardo canuto


Etimologia


Il nome del genere (cirsium) deriva dalla parola greca kirsos = varice; da questa radice deriva poi la denominazione Kirsion, un vocabolo che sembra servisse ad identificare una pianta usata per curare questo tipo di malattia. Da kirsion in tempi moderni il botanico francese Tournefort (1656 - 708) derivò il nome Cirsium dell'attuale genere.[3][4]
Il nome italiano “cardo” è abbastanza generico in quanto nel linguaggio comune si riferisce a diversi generi e specie di piante. Tra i generi che vengono chiamati direttamente “cardo”, oppure hanno una o più specie che comunemente si chiamano con questo nome citiamo: Carduus, Carduncellus, Carlina, Centaurea, Cnicus, Cynara, Echinops, Galactites, Jurinea, Onopordum, Scolymus, Silybum, Tyrimnus, tutti della famiglia delle Asteraceae. Ma anche in altre famiglie abbiamo dei generi con delle specie che volgarmente vengono chiamate “cardi” : il genere Eryngium della famiglia delle Apiaceae o il genere Dipsacus della famiglia delle Dipsacaceae.
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato inizialmente proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, e successivamente perfezionato dal medico e naturalista italiano Giovanni Antonio Scopoli (Cavalese, 3 giugno 1723 – Pavia, 8 maggio 1788) nella pubblicazione ”Flora Carniolica” nel 1772.[5]
L'epiteto specifico (eriophorum) significa “cuscinetto di lana” e fa riferimento all'aspetto del suo capolino in particolare all'involucro dai peli infeltriti.[6]


Descrizione


Descrizione delle parti della pianta
Descrizione delle parti della pianta

Le dimensioni media di questa pianta vanno da 50 a 150 cm (ma può raggiungere anche i 2 metri). La forma biologica della specie è emicriptofita bienni (H bienn); sono piante a ciclo riproduttivo biennale per mezzo di gemme poste al suolo. Nel corso del primo anno presentano solamente una rosetta fogliare mentre nel secondo anno fioriscono completamente.[7][8][9][10][11][12][13]


Radici


Radici secondarie da rizoma.


Fusto


Portamento
Portamento

Foglie


Le foglie sono grandi e verdi a disposizione sparsa; la superficie è cosparsa di peli ispido – setolosi sulla parte superiore della pagina fogliare, mentre è bianco - tomentosa di sotto. Le foglie sono inoltre sessili o sub - amplessicauli; sono di forma pennatifida (o pennato - partite), suddivise in lobi lineari o lanceolato - acuti e distanziati con delle spine all'apice. Anche il margine della lamina presenta delle spinule. Le foglie non sono decorrenti come in altre specie del genere. Dimensione delle foglie: lunghezza media 10 – 30 cm; la zona centrale indivisa è larga 1 – 1,5 cm; i segmenti (massimo 6 per lato) sono larghi da 1 – 1,5 cm e lunghi 3 – 4 cm; le spinule ai bordi delle foglie sono lunghe 2 –3 mm.


Infiorescenza


L'infiorescenza è formata da un capolino terminale (all'apice del fusto principale), normalmente solitario ma molto grande di forma globosa con foglie bratteali patenti o riflesse (da 2 a 4 foglie) che però di norma non superano la dimensione del capolino. L'involucro, a forma ovoide, è composto da numerose brattee (squame) ovato – acuminate dotate di spine all'apice. Anche questa parte della pianta è coperta da una lanugine bianco – tomentosa simile ad una ragnatela (sembra quasi una scacchiera!). Le brattee esterne sono ricurve o patenti; le mediane sono erette. Il ricettacolo è conico. Dimensioni del capolino 4 – 7 cm (comprende anche i fiori); dimensione dell'involucro: larghezza 3 – 7 cm, altezza 2,5 cm; lunghezza delle spine apicali dell'involucro 2 – 4 mm, mentre le squame sono larghe 1,5 – 2 mm e lunghe 20 – 35 mm. Dimensioni del ricettacolo: 20 x 8 mm.


Fiori


Capolino con fiori tubulosi
Capolino con fiori tubulosi

I fiori del capolino sono tutti tubulosi (il tipo ligulato, presente invece nella maggioranza delle Asteraceae, è assente) e fuoriescono dall'involucro sotto forma di un largo pennello. I fiori sono inoltre ermafroditi, tetraciclici (calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri.

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[14]

Frutti


Il pappo
Il pappo

Il frutto è un achenio cilindrico con pappo piumoso formato da molte file di peli barbosi riuniti alla base. Il pappo ha la funzione di aiutare la dispersione del seme portato lontano dal vento. Dimensione del pappo 20 – 30 mm.


Biologia



Distribuzione e habitat


Distribuzione della specie eriophorum (Distribuzione regionale e distribuzione alpina[15])
Distribuzione della specie eriophorum (Distribuzione regionale e distribuzione alpina[15])

Fitosociologia


Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

Formazione: delle comunità perenni nitrofile
Classe: Artemisietea vulgaris
Ordine: Onopordetalia acanthii

Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[16], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[17] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[18]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][19]

Cardueae è una delle 4 tribù della sottofamiglia. La tribù Cardueae a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Carduinae è una di queste). Il genere Cirsium elenca 435 specie con una distribuzione cosmopolita, 35 delle quali sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.[2][10][11][12][20][21]

Basionimo: Carduus eriophorus L., 1753


Filogenesi


Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico della sottotribù Carduinae.[12] In precedenza provvisoriamente era inserito nel gruppo tassonomico informale "Carduus-Cirsium Group".[10] La posizione filogenetica di questo gruppo nell'ambito della sottotribù è abbastanza vicina al "core" della sottotribù (con il genere Carduus forma un "gruppo fratello") e dalle analisi molecolari è stato calcolato in 7,2 milioni di anni fa la separazione di questo genere dal resto del gruppo (è stato l'ultimo a separarsi).[20][21]

Il genere Cirsium spesso viene botanicamente “confuso” con altri generi come quello del Carduus o Cnicus (e di altri ancora). Le specie del primo genere ad esempio sono molto simili a quelle del Cirsium, anche se una certa distinzione è possibile servendosi dell'aspetto del pappo (in Cirsium è formato da setole piumose; mentre in Carduus è composto da pagliette denticolate scabre).

Questa pianta appartiene all'"Aggregato di C. eriophorum”. Si tratta di un gruppo polimorfo di difficile determinazione. A questo gruppo appartiene la seguente specie presente nella flora spontanea italiana: Cirsium spathulatum (Moretti) Gaudin. I seguenti caratteri sono distintivi per questo gruppo:[13]

La specie C. spathulatum (cardo scardaccio) si distingue per l'involucro che ha dimensioni minori da 30 a 40 mm, è inoltre glabro o al più sparsamente pubescente.

Il numero cromosomico di C. eriophorum è 2n=34.[13][22]


Altre specie simili

Diverse sono le specie con caratteristiche più o meno simili che crescono negli stessi ambienti. L'elenco che segue descrive soprattutto il “Gruppo di C. eriophorum” (sei specie compresa C. eriophorum) come è stato definito dai tassonomisti italiani.

Altre specie appartenenti al gruppo hanno l'involucro con le squame ispide (non bianco – tomentose) come:


Ibridi


Le varie specie del genere Cirsium s'incrociano abbastanza facilmente quando vivono vicine. I vari ibridi possono esser distinti a seconda che prevalgono le caratteristiche dell'una o dell'altra parte. Con le altre specie il “Cardo scardaccio” forma i seguente ibridi (l'elenco può non essere completo):[23]

  • Cirsium x dominii M. Schulze (1903) – Ibrido con Cirsium palustre
  • Cirsium x fleischeri Podp. (1904) – Ibrido con Cirsium canum
  • Cirsium x grandiflorum Kittel (1844) – Ibrido con Cirsium vulgare
  • Cirsium x martinii M. Lambert (1911) – Ibrido con Cirsium acaule
  • Cirsium x meratii P. Fourn. (1928) – Ibrido con Cirsium oleraceum
  • Cirsium x sennenii Rouy (1905) – Ibrido con Cirsium arvense

Sinonimi


La specie Cirsium eriophorum, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[24]

  • Carduus eriophorus L., 1753
  • Carduus spurius L.
  • Carduus tomentosus Gilib.
  • Carthamus ferox Lam.
  • Cirsium chatenieri Legrand
  • Cirsium chodatii Barb.-Gamp.
  • Cirsium corbariense var. costae Sennen & Pau ex Sennen
  • Cirsium dinaricum Vandas
  • Cirsium eriocephalum Wallr.
  • Cirsium eriophorum subsp. britannicum Petr.
  • Cirsium eriophorum subsp. chatenieri (Legrand) P.Fourn.
  • Cirsium eriophorum subsp. chodatii (Barb.-Gamp.) Rivas Mart. & al.
  • Cirsium eriophorum subsp. degenii (Petr.) Soó
  • Cirsium eriophorum subsp. dinaricum (Vandas) Petr.
  • Cirsium eriophorum subsp. velenovskyi (Vandas) Petr.
  • Cirsium eriophorum subsp. vulgare Petr.
  • Cirsium eriophorum var. costae (Sennen & Pau ex Sennen) O.Bolòs & Vigo
  • Cirsium eriophorum var. eriophorum
  • Cirsium insubricum Moretti ex Bertol.
  • Cirsium oviforme Gand.
  • Cirsium proponticum Griseb.
  • Cirsium vandasii Petr.
  • Cirsium velenowskyi Vandas
  • Cnicus cinaroides Sm.
  • Cnicus eriophorus (L.) Roth
  • Cnicus eriophorus var. eriophorus
  • Cnicus spinosissimus M.Bieb.
  • Epitrachys propontica K.Koch

Usi



Cucina


L'utilizzo alimentare per questa pianta è circoscritto ai fiori, alle foglie e al fusto. I ricettacoli (raccolti molto presto) cotti si possono mangiare come gli asparagi o i carciofi. Il fusto dopo averlo pelato si usa metterlo a lungo in un bagno di acqua per togliere l'amaro.[25]


Industria


Dai semi è possibile ricavare dell'olio.[25]


Altre notizie


Il Cardo scardaccio in altre lingue viene chiamato nei seguenti modi:

  • (DE) Gewöhnliche Wollkopf-Kratzdistel
  • (FR) Cirse laineux
  • (EN) Woolly Thistle

Galleria d'immagini



Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 6 febbraio 2021.
  3. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 febbraio 2012.
  4. Motta 1960, Vol. 1 - pag. 617.
  5. EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 6 febbraio 2012.
  6. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 6 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2010).
  7. Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  8. Strasburger 2007, pag. 860.
  9. Judd 2007, pag.517.
  10. Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 132.
  11. Funk & Susanna 2009, pag. 300.
  12. Herrando et al. 2019.
  13. Pignatti 2018, vol.3 pag.951.
  14. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  15. Flora Alpina, Vol. 2 - p. 582.
  16. Judd 2007, pag. 520.
  17. Strasburger 2007, pag. 858.
  18. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  19. Funk & Susanna 2009, pag. 293.
  20. Barres et al. 2013.
  21. Ackerfield et al. 2020.
  22. Bureš P. et al, Pollen viability and natural hybridization of Central European species of Cirsium (PDF), in Preslia 2010; 82: 391–422.
  23. Copia archiviata, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 15 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2011).
  24. Global Compositae Checklist, su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato il 6 febbraio 2012.
  25. Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato il 6 febbraio 2012.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica

На других языках


[es] Cirsium eriophorum

Cirsium eriophorum (cardo lanudo) es una especie de planta fanerógama perteneciente a la familia de las asteráceas.

[fr] Cirse laineux

Cirsium еriophorum
- [it] Cirsium eriophorum



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2025
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии