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La quinoa (AFI: /kwiˈnɔa/[1]; in spagnolo quínoa o quinua; Chenopodium quinoa Willd.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Chenopodiaceae, come gli spinaci o la barbabietola.

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Quinoa
Chenopodium quinoa Willd.
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Ordine Caryophyllales
Famiglia Amaranthaceae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Caryophyllales
Famiglia Chenopodiaceae
Genere Chenopodium
Specie C. quinoa
Nomenclatura binomiale
Chenopodium quinoa
Willd., 1798

I semi di questa pianta, sottoposti a macinazione, forniscono una farina contenente prevalentemente amido, il che consente a questa pianta di essere classificata merceologicamente a pieno titolo come cereale nonostante non appartenga alla famiglia botanica delle graminacee (Poaceae). Si distingue da altri pseudocereali per l'alto contenuto proteico e per la totale assenza di glutine[2][3]. Nella terminologia anglosassone, che attribuisce il significato di cereale (parola di origine latina) alle sole piante ascrivibili tra le graminacee (o poacee) e ai loro prodotti, la quinoa è invece classificata come pseudocereale. Per il suo buon apporto proteico costituisce l'alimento base per le popolazioni andine. Gli Inca chiamano la quinoa chisiya mama, che in quechua vuol dire «madre di tutti i semi».


Descrizione


Chenopodium quinoa -red faro-
Chenopodium quinoa -red faro-

Il fusto è legnoso ed eretto, da 30 cm fino a 3 m. Le foglie sono alterne con margine dentato. I fiori, ermafroditi o femminili, hanno un perigonio composto da 5 tepali verdi, 5 stami, pistillo piumoso con 2 o 3 stimmi e ovario supero uniloculare.


Proprietà


Quinoa cruda
Quinoa cruda

È ricchissima di betaina, una sostanza che si estrae dalla barbabietola da zucchero (da cui il nome scientifico di quest'ultima, Beta vulgaris var. saccharifera)[senza fonte]. La quinoa, non contenendo glutine, può essere consumata dai celiaci[4].


Varietà


Esistono oltre 200 varietà di quinoa. La varietà più utilizzata è la quínoa Real con un basso tenore di saponine. Altre varietà commercializzate sono: Bear, Cherry Vanilla, Cochabamba, dave 407, Gossi, Isluga, Kaslala, Kcoito, Linares, Rainbow, Red faro, Red head (che presenta una buona adattabilità ai climi piovosi), Temuco.


Coltivazione


StatoProduzione
nel 2004[5] [t]
 %Produzione
nel 2005[5] [t] (
 %
Perù27 04052%32 61356%
Bolivia24 68847%24 50042%
Ecuador6411%6521%
Totale52 369100%57 765100%

La quinoa è testimone di biodiversità, già venerata dagli Inca come pianta sacra, viene coltivata da oltre 5000 anni sugli altopiani pietrosi delle Ande ad altitudini comprese tra 3800 e 4200 metri. È una pianta resistente che non richiede particolari trattamenti. Produce una spiga (panicolo) ricca di semi rotondi, simili a quelli del miglio. Le migliori varietà crescono nei territori salmastri del Salar, nelle zone di Oruro e Potosí (Quínoa real).


Lavorazione


La semina della quinoa può essere effettuata a fine marzo-aprile o tra settembre e ottobre, a seconda delle zone e delle varietà utilizzate (varietà a semina primaverile o autunnale). La raccolta si effettua nei mesi di aprile-giugno per le varietà a semina autunnale e a fine luglio-agosto per quelle a semina primaverile. Controllata e privata di eventuali impurità, viene poi lavata in acqua per eliminare la saponina, sostanza lievemente amara contenuta nella pianta. Infine viene essiccata tramite "secadores" solari.


La coltura della quinoa


Per il ruolo quasi sacro che la quinoa aveva presso le popolazioni andine, all'epoca della conquista spagnola si ebbe l'ovvio conflitto con la cultura cattolica che, al contrario, prevedeva centralità del pane di frumento nel rito eucaristico, e quindi il grano. La coltivazione della quinoa venne così combattuta e scoraggiata; solo in un secondo tempo, quando apparve evidente il miglior adattamento della quinoa all'ambiente andino, la sua coltivazione riprese piede.

Pur essendo una coltivazione di potenziale interesse economico, la quinoa risulta difficilmente coltivabile in ambienti con clima diverso. In particolare, per l'Italia, la quinoa mostra i seguenti limiti: temperature al di sopra di 32-34 gradi anche per breve tempo tendono a causare sterilità del polline nella maggior parte delle colture; la maggiore piovosità e l'elevata umidità atmosferica causano la germinazione dei semi maturi ancora sulla pianta; la quinoa è infine soggetta all'attacco di Aphis fabae (afide nero del fagiolo, particolarmente aggressivo verso le chenopodiacee durante la fase vegetativa) e di Nezara viridula (cimice verde) e altri cimicidi in fase di maturazione del seme. La presenza di coccinelle può limitare e risolvere l'attacco degli afidi, altrimenti letale se lasciato a sé. La specie italiana più vicina a C. quinoa è Chenopodium album, quest'ultima si dimostra estremamente più resistente ai parassiti e assai più aggressiva rispetto a C. quinoa.


Anno internazionale della quinoa


Roma, palazzo della FAO. 2013 anno della Quinoa
Roma, palazzo della FAO. 2013 anno della Quinoa

Il 2013 è stato dichiarato, da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, Anno internazionale della quinoa[6] (IYQ), come riconoscimento per i popoli indigeni andini, che hanno mantenuto, controllato, protetto e conservato la quinoa come cibo per le generazioni presenti e future attraverso la conoscenza e le pratiche del vivere in armonia con la natura. L'obiettivo è quello di focalizzare l'attenzione del mondo sul ruolo che la quinoa gioca a sostegno della biodiversità, sul suo valore nutritivo, sull'eliminazione della povertà a sostegno del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio.

Il ruolo di Segretariato dell'Anno internazionale sarà svolto dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura. La Bolivia, tra i principali produttori di quinoa, avrà la presidenza del Comitato di coordinamento, mentre il Perù, l'Ecuador e il Cile condivideranno la vice presidenza con Francia e Argentina che avranno il compito di relatori.


Consumo


La quinoa può essere consumata previa decorticazione in minestre o risotti. La farina di quinoa è indicata da sola o mescolata a farine di cereali, per tutti gli utilizzi normali della farina quindi: dolci, pane, pasta. La quinoa è priva di glutine, quindi adatta anche ai celiaci.[7][8][9][10]


Galleria d'immagini



Note


  1. Quinoa, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 27 maggio 2017.
  2. Aic e celiachia, su celiachia.it. URL consultato il 30 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).
  3. Dario Bressanini, Il valore della quinoa, su bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it, 27 marzo 2018. URL consultato il 27 Marzo 2018.
  4. Grano saraceno, tapioca, quinoa e amaranto, su celiachia.it. URL consultato il 10 luglio 2015 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2015).
  5. Dati tratti dalla FAOSTAT
  6. Home- International Year of Quinoa 2013
  7. http://senzaglutine.corriere.it/2014/06/17/cereali-si-e-cereali-no/
  8. http://www.lastampa.it/2014/01/23/scienza/benessere/alimentazione/quinoa-il-non-cereale-per-i-celiaci-Tqw3iHg5j9eYWY7Jjx7yjO/pagina.html
  9. Copia archiviata (PDF), su celiachia.it. URL consultato il 19 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2018).
  10. http://www.alimentipedia.it/quinoa.html

Bibliografia



Voci correlate



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Collegamenti esterni


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[en] Quinoa

Quinoa (Chenopodium quinoa; /ˈkiːn.wɑː, kiˈnoʊ.ə/,[2][3][4] from Quechua kinwa or kinuwa)[5] is a flowering plant in the amaranth family. It is a herbaceous annual plant grown as a crop primarily for its edible seeds; the seeds are rich in protein, dietary fiber, B vitamins, and dietary minerals in amounts greater than in many grains.[6] Quinoa is not a grass, but rather a pseudocereal botanically related to spinach and amaranth (Amaranthus spp.), and originated in the Andean region of northwestern South America.[7] It was first used to feed livestock 5,200–7,000 years ago, and for human consumption 3,000–4,000 years ago in the Lake Titicaca basin of Peru and Bolivia.[8]

[es] Chenopodium quinoa

Chenopodium quinoa, también conocida como quinua,[1] quínoa[2] (ambas del quechua kinwa[3]) o quinoa[2] (también del quechua kinuwa[4]), es una hierba perteneciente a la subfamilia Chenopodioideae de las amarantáceas. Técnicamente se trata de una semilla, pero se conoce y se clasifica como un grano integral. Es nativa del altiplano de los Andes que comparten Argentina, Bolivia, Chile y Perú.[5] Fueron las culturas prehispánicas las que la domesticaron y la cultivaron.[6] Se cultiva, sobre todo, en la cordillera andina. Los principales países productores son: Argentina, Bolivia, Ecuador, Estados Unidos, Chile, Colombia y Perú, aunque su cultivo se está extendiendo a diversos países de Europa y Asia, con altos niveles de rendimiento.[5] Es una planta resistente, tolerante y eficiente en el uso del agua, con una extraordinaria adaptabilidad, pudiendo soportar temperaturas desde −4 ℃ hasta 38 ℃ y crecer con humedades relativas desde el 40 % hasta el 70 %.[5]

[fr] Quinoa

Chenopodium quinoa
- [it] Chenopodium quinoa

[ru] Киноа

Кино́а[3][4] (лат. Chenopōdium quīnoa), или Квино́а[5], или Ки́нва[источник не указан 1000 дней] (кечуа kinwa) — хлебная зерновая культура, относящаяся к псевдозерновым, однолетнее растение, вид рода Марь (Chenopodium) семейства Амарантовые (Amaranthaceae), произрастающее на склонах Анд в Южной Америке.



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