BellidinaeWillk., 1870 è una sottotribù di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae).
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Il nome di questa sottotribù deriva dal suo genere più importante Bellis L. la cui etimologia, per fiori così comuni come questo, è sempre un problema in quanto si deve risalire parecchio indietro nel tempo. Alcuni dicono che il nome derivi da Bellide, una delle barbare e crudeli figlie (chiamate Danaidi) di Dànao, re di Argo; altri lo fanno derivare dal latinobellum (= guerra) in riferimento alle sue presunte capacità di guarire le ferite. Più facilmente, secondo i filologi moderni, il suo nome deriva dall'aggettivo (sempre latino) bellus (= bello, grazioso) con riferimento alla delicata freschezza di questo fiorellino.[1][2] Questo nome era già utilizzato dallo scrittore romano Plinio (Como, 23 – Stabia, 25 agosto 79).[3]
ll nome scientifico della sottotribù è stato definito per la prima volta dall'accademico e botanico germanico Heinrich Moritz Willkomm (29 June 1821, Herwigsdorf – 26 August 1895, Schloss Wartenberg in Wartenberg sul Rollberg, Boemia) nella pubblicazione "Prodromus Florae Hispanicae seu Synopsis Methodica omnium Plantarum in Hispania Sponte Nascentium vel Frequentius Cultarum quae Innotuerunt Auctoribus. Stuttgartiae - 2: 30" del 1870.[4][5]
Descrizione
Portamento: L'altezza di queste piante difficilmente supera i 50cm. Sono piante acauli, senza un fusto vero e proprio: il peduncolo fiorale nasce direttamente dalla rosetta basale. La forma biologica prevalente è emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante erbacee (quasi cespitose) perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve con delle foglie disposte a formare una rosetta basale.[6][7][8]
Fusto: il caule è eretto e molto breve, pressoché privo di foglie (fusto afillo), alla sommità della quale si trova l'infiorescenza.
Foglie: normalmente è presente solamente una rosetta basale. Raramente si possono avere alcune foglie alla base dello scapo, in questo caso sono disposte in modo alterno. La lamina delle foglie è semplice con forme spatolate allungate e ristrette verso il picciolo mentre la parte più larga è verso l'apice della foglia; altri tipi di foglia sono a lamina più o meno circolare, lievemente dentata (o crenulata) all'apice e percorsa da un nervo centrale.
Infiorescenza: l'infiorescenza è uniflora, composta da un unico capolino. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: il peduncolo sorregge un involucro cilindrico composto da diverse squame che fanno da protezione al ricettacolo emisferico/conico e privo di pagliette, sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: i fiori esterni, o del raggio ligulati, e i fiori centrali, o del disco, tubulosi. Le squame sono delle brattee erbacee (verdi), piatte, ineguali disposte su una o due serie a forma più o meno lanceolata e arrotondate o appuntite all'apice e ricoperte da una sottile e irregolare peluria.
Fiori: I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). In particolare quelli periferici sono femminili e fertili, sono disposti su una serie ed hanno una corolla ligulata con la ligula molto allargata (sono zigomorfi); quelli interni sono tubulosi, ermafroditi e actinomorfi.
Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: il colore della corolla è bianco (con sfumature rosa - nella parte inferiore) per quelli periferici e arancio per quelli interni. In Bellium i lobi dei fiori del disco possono essere 4 - 5.
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.[10]
Gineceo: il gineceo ha uno stilo in genere filiforme; mentre gli stigmi dello stilo sono due e divergenti con appendici deltate e papillose. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.[10] Le linee stigmatiche dello stilo sono marginali.[11]
Frutto: il frutto è un achenio obovato e compresso e indeiscente con un pappo ridotto (o anche assente) in Bellis, mentre in Bellium è formato da 4 - 6 squame membranose alternate ad altrettante setole.
Distribuzione e habitat
Le specie di questo gruppo sono distribuite solamente in Europa. L'habitat preferito sono i luoghi erbosi delle zone temperate.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[12] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[13]). La sottofamiglia Asteroideae è una delle 12 sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Asteraceae, mentre Astereae è una delle 21 tribù della sottofamiglia. La tribù Astereae a sua volta è suddivisa in 18 sottotribù (Bellidinae è una di queste).
Il numero cromosomico prevalente in questa sottotribù è: 2n = 18.[7]
Genere tipo: Bellis L., 1753 (a sua volta specie tipo Bellis perennis L., 1753).
Composizione della sottotribù
La sottotribù comprende 2 generi e circa 12 specie.[7][14]
Genere
N. specie
Distribuzione
Bellis L, 1753
circa 8 spp.
Europa
Bellium L., 1771
4 spp.
Europa meridionale
Chiave analitica
Per meglio comprendere ed individuare i vari generi della sottotribù, l'elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue un genere dall'altro):[7]
Gruppo A: il pappo è assente oppure formato da una anello con corte setole; le brattee dell'involucro sono disposte su due serie;
Bellis.
Gruppo B: il pappo è formato da una anello esterno composto di 4 - 10 scaglie e uno interno composto da setole; le brattee dell'involucro sono disposte su una serie;
Bellium.
Filogenesi
Cladogramma
Secondo gli ultimi studi la tribù Astereae è suddivisa in più linee filogenetiche (lignaggi o gruppi) e/o cladi: (1) gruppo basale (per lo più lignaggio africano, ma anche eurasiatico), (2) clade paleo-sudamericano, (3) clade della Nuova Zelanda, (4) lignaggio dell'Australasia, (5) lignaggio del Sudamerica, (6) clade nordamericano. La sottotribù Bellidinae è assegnata al "gruppo basale".[8]
Da un punto di vista filogenetico il genere Bellis è strettamente collegato al genere Bellium e insieme formano un gruppo monofiletico all'interno della sottortribù Bellidinae. Tuttavia alcuni botanici[15] propongono di includere nella sottotribù anche il genere Bellidiastrum insieme ad un clade sister (clade parallelo) formato dalle specie eurasiatiche Galatella coriacea Novopokr. e Crinitaria linosyris (L.) Less. Comunque questi ultimi tre generi/specie per il momento rimangono assegnati alla sottotribù Asterinae.[8]
All'interno del gruppo Bellis sono stati individuati due clade annidati (vedi il cladogramma a lato, tratto dallo studio citato e semplificato) e un gruppo basale:
(1)gruppo B. perennis con cinque specie (sia annuali che perenni) e tre livelli di poliploidia, distribuite in tutto il Mediterraneo;
(2)gruppo B. sylvestris con cinque specie (sia annuali che perenni) e cinque livelli di poliploidia, distribuite soprattutto nel Mediterraneo occidentale;
(3)gruppo basale di specie perenni con diversi gradi di morfologia.
Sinonimi
Passate classificazioni includevano i generi di questa sottotribù nelle seguenti tribù (attualmente considerate sinonimi):[14]
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 26 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 316, Berlin, Heidelberg, 2007.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp.171-189. URL consultato il 30 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
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