Laetiporus sulphureus (Bull.)[1] è un fungo ben noto nei paesi anglosassoni con nomi riconducibili a gallina dei boschi, ovvero chicken of the woods, mushroom chicken, rooster comb, derivati dal sapore del fungo[2] o forse dall'aspetto che può ricordare il piumaggio o la cresta del pollame.
Sessile, a forma di ventaglio, con più ricettacoli sovrapposti; ogni ricettacolo è di spessore mediocre, con il margine di pochi millimetri di spessore; la superficie superiore di colore giallo-rosa volge al rosso-aranciato, con scanalature e strie irraggianti; sotto color zolfo; 10-40 cm di diametro. Questo fungo si presenta con diversi cappelli sovrapposti, che possono raggiungere nell'insieme dimensioni notevoli fino ai 20 ed eccezionalmente 45kg di peso.
Tubuli
Color giallo zolfo, brevissimi, 1-3mm.
Pori
Circolari od ovoidali, piccolissimi e di color giallo zolfo.
Carne
Succulenta e giallina nel fungo giovane, diviene bianca e fragile con l'invecchiamento.
Odore: forte, fungino; gradevole.
Sapore: mite o amarognolo.
Spore
5-7 x 3,5-5 µm, ovoidali, lisce, ialine, bianche in massa.
Habitat
Cresce su ceppaie e piante di latifoglie, in primavera-autunno.
Commestibilità
Specie saprotrofa o parassita del legno di latifoglie, talvolta anche su conifere (La resina del pino la rende certamente tossica).
Tossica e responsabile di sindrome gastrointestinale, ha causato anche episodi di effetto antabuse (sindrome coprinica) in soggetti che avevano assunto bevande alcoliche.
Da visioni più recenti, le intossicazioni da questo fungo sembrano invece essere dovute a specie di Laetiporus molto simili al sulphureus come L. conifericola, che cresce sulle conifere, e L. gilbertsonii, che cresce su eucalipto. Questi ultimi due sono i maggiori responsabili di reazioni tossiche idiosincratiche attribuite a questo genere (http://www.mykoweb.com/TFWNA/P-52.html), inclusa la sindrome da anabuse.
Facilmente riconoscibile per le colorazioni solforine tipiche che assume. Anche se è generalmente considerata tossica in alcuni paesi è consumata abitualmente anche se è consigliabile la prima volta limitarsi ad assaggiarla; si trovano infatti ricette e metodi di cottura.[3]
La consistenza e il gusto sono come il pollo, sarà anche per questo che viene chiamato Gallina di bosco.
La buona cottura e il prelevare il fungo da un albero idoneo cioè non tossico come un pino ma da albero da frutta o ceppo morto, fa sì che le proprietà potenzialmente tossiche si riducano rendendo commestibile il fungo (per sicurezza è bene assaggiarne un pezzetto per notare se si è sensibili).
Etimologia
Dal latinosulphureus = sulfureo, per il colore giallo dell'imenio.
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