Strix uralensis - Zoo di PragaUovo di Strix uralensis uralensis - Museo di Tolosa
Assomiglia allo Strix aluco ma la colorazione è diversa oltre ad essere molto più grande e spesso pesa più di due volte gli esemplari di questa specie.
La colorazione dell'ala inferiore e la coda hanno una certa somiglianza con i falchi giovani (Accipiter gentilis).
Distribuzione e habitat
Si colloca nella fascia della foresta boreale paleartica e si estende verso est fino alla Corea e al Giappone. Sono stati trovati esemplari sui Carpazi fra i Monti Beschidi e le Alpi Dinariche. Nella zona di confine tedesco-ceco-austriaca (Foresta Bavarese, Selva Boema) sono stati eseguiti alcuni tentativi di reintroduzione con successo. Attualmente, delle 10 sottospecie osservate, almeno 8 sono ben note, fra le quali in Europa S. uralensis liturata e S. urlensis macroura.
A partire dal 1994 sono state documentate varie nidificazioni di questo uccello in Italia nella regione Friuli Venezia Giulia.[3] Avvistamenti e catture sono avvenuti successivamente anche in Veneto.
La IUCN Red List classifica S. uralensis come specie a basso rischio (Least Concern).[1]
In Italia è specie protetta dell'art. 2 della Legge 157/92[4].
Note
(EN) BirdLife International 2009, Strix uralensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
(EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Strigidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 13 maggio 2014.
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