I nandù (Rheae Forbes, 1884) sono un sottordine degli Struthioniformes che comprende una sola famiglia, i Reidi (Rheidae), con 2 generi, 2 specie e 8 sottospecie.
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Aves |
Sottoclasse | Neornithes |
Ordine | Struthioniformes |
Sottordine | Rheae |
Famiglie | |
Allo stato fossile si conoscono altri 2 generi monospecifici. La famiglia Opistodattilidi (Opisthodactylidae), conosciuta solo allo stato fossile, comprende altri 2 generi e 2 specie ma spesso è inclusa nella famiglia Rheidae.
Si tratta dei più grandi uccelli dell'America Latina non capaci di volare. La struttura fisica è composta da un corpo forte e zampe massicce causate dalla vita terrestre. Il piumaggio è grigio o bruno con dei riflessi chiari. Il nandù pesa 20–25 kg ed è alto circa 135 cm. Non vi sono caratteristiche differenti che contraddistinguono i due sessi della specie.
Nonostante il nandù non sia in grado di volare, possiede delle ali piuttosto ampie. Queste possono essere aperte ed utilizzate per allontanare eventuali predatori.
Questo uccello vive nelle praterie del Brasile meridionale e della Patagonia.
Nel 2018 è stato segnalato che da tre coppie di nandù fuggite qualche anno prima da un allevamento vicino a Lubecca (Germania settentrionale) si è originata una popolazione selvatica di 566 nandù (secondo il conteggio del Ministero dell’Agricoltura) che ha raggiunto il Meclemburgo e in particolare l'area protetta di Schaalsee, suscitando la protesta dei coltivatori che lamentano la distruzione delle coltivazioni di cereali.[1][2]
Altri progetti
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