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La volpe volante di Temotu (Pteropus nitendiensis Sanborn, 1930) è un pipistrello appartenente alla famiglia degli Pteropodidi, endemico delle Isole Santa Cruz.[1][2]

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Volpe volante di Temotu
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Chiroptera
Sottordine Megachiroptera
Famiglia Pteropodidae
Genere Pteropus
Specie P. nitendiensis
Nomenclatura binomiale
Pteropus nitendiensis
Sanborn, 1930
Sinonimi

P. sanctacrucis

Areale


Descrizione



Dimensioni


Pipistrello di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 171 e 175 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 117,3 e 119,9 mm, la lunghezza delle orecchie tra 18,1 e 20,5 mm e un peso fino a 320 g.[3]


Aspetto


Il colore delle parti dorsali è giallo crema con la base dei peli bruno-nerastra, mentre le parti ventrali sono marroni brizzolate. Le spalle sono bruno dorate. Il muso è relativamente corto e più scuro del dorso, gli occhi sono grandi. Le orecchie sono di lunghezza media e strette. Le membrane alari sono attaccate sul dorso. La tibia è priva di peli. I maschi sono più scuri delle femmine ed hanno un ciuffo di peli brillanti intorno a delle ghiandole situate sui lati del collo. È privo di coda, mentre l'uropatagio è ridotto ad una sottile membrana lungo la parte interna degli arti inferiori.


Biologia



Comportamento


Si rifugia solitariamente o in piccoli gruppi nelle fronde degli alberi. È attiva prevalentemente di giorno.


Alimentazione


La sua dieta è a base di fiori di mangrovia Bruguiera gymnorrhiza e frutta, raccolta principalmente nelle foreste primarie o secondarie ed anche in giardini.


Riproduzione


Si tratta di una specie monogama. Le coppie di maschi e femmine si rifugiano singolarmente tra la vegetazione.


Distribuzione e habitat


L'areale di questa specie è ristretto a Nendo, Temotu Neo e Tinakula[4], nelle Isole Santa Cruz.

Vive in giardini, nelle foreste primarie e secondarie su piccole isole costiere o nelle mangrovie.


Tassonomia


In accordo alla suddivisione del genere Pteropus effettuata da Andersen[5], P. nitendiensis è stato inserito successivamente[6] nello P. pselaphon species Group, insieme a P. pselaphon stesso, P. insularis, P. pilosus, P. tuberculatus, P. vetulus, P. fundatus, P. tokudae e P. allenorum. Tale appartenenza si basa sulle caratteristiche di avere un rostro del cranio accorciato, sulla presenza di un ripiano basale nei premolari e di una cuspide aggiuntiva nei canini superiori.

Altre specie simpatriche dello stesso genere: P. tonganus.


Stato di conservazione


La IUCN Red List, considerata la ristrettezza del suo areale, il numero esiguo di siti dove risiedono e il continuo declino del proprio habitat, classifica P. nitendiensis come specie in pericolo (EN).[1]


Note


  1. (EN) Leary, T., Hamilton, S. & James, R. 2008, Pteropus nitendiensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Pteropus nitendiensis, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. Flannery, 1995, p. 273.
  4. Rapporto sulla fauna delle isole Santa Cruz del 2014
  5. Andersen, 1912, p. 95.
  6. C.C. Sanborn, Two new fruit bats collected by the Whitney south Sea Expedition, in American Museum Novitates, vol. 435, 1930.

Bibliografia



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