I Physeteridae sono una famiglia di cetacei odontoceti comprendente tre specie:
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Superordine | Cetartiodactyla |
Ordine | Cetacea |
Sottordine | Odontoceti |
Famiglia | Physeteridae Gray, 1821 |
Sinonimi | |
Kogiidae Gill, 1871 | |
Generi | |
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Secondo alcuni autori, le tre specie di capodogli andrebbero ascritte alla superfamiglia Physeteroidea, che comprenderebbe le famiglie Physeteridae e Kogiidae[1].
Secondo altri, invece, le tre specie apparterrebbero tutte alla famiglia Physeteridae, con il genere Physeter inserito nella sottofamiglia Physeterinae e il genere Kogia nella sottofamiglia Kogiinae[2]
In ogni caso è di opinione comune che esistano due generi viventi - Physeter, comprendente una specie - il capodoglio - e Kogia, che comprende il capodoglio nano e il capodoglio pigmeo.
Il Physeter macrocephalus è il più grande odontoceto. I maschi adulti raggiungono una lunghezza di 15-18 m e pesano 36-45 tonnellate. Le femmine sono più piccole, misurando 10-12 m di lunghezza e pesando 14-18 tonnellate. Il cuore tetracamerato di un capodoglio di medie dimensioni pesa 126 kg - quasi quanto due uomini adulti di peso medio.
Caratteristica comune di tutte e tre le specie è la presenza dello spermaceti, una sostanza semiliquida bianca e cerosa che riempie la cassa, o organo dello spermaceti, nella testa di queste balene.
I capodogli sono noti per immergersi ad incredibili profondità alla ricerca di cibo e si nutrono di calamari, pesci e persino di squali.
Il capodoglio ha il cervello più grande di ogni animale sulla terra, con un peso che può raggiungere i 10kg.
Alcuni scienziati sostengono che la famiglia dei capodogli sia un gruppo di fossili viventi, poiché sono un lignaggio di cetacei molto antico. I fossili del gruppo si riscontrano fin dall'Oligocene - circa 35-30 milioni di anni fa, ma i loro antenati ancestrali risalgono al tardo Eocene, prima che si separassero dalla linea degli odoncetidi, una linea che portò eventualmente ai delfini e alle focene.
I resti fossili suggeriscono che i capodogli erano più comuni nel Miocene, quando vissero alcuni lignaggi basali (come Zygophyseter e Naganocetus).
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