L'aguarachay (Lycalopex gymnocercus G. Fischer, 1814), nota anche come volpe di Azara, è una licalopecia di medie dimensioni originaria delle pampas. Superficialmente simile al culpeo più grande, l'aguarachay viene classificato dalla IUCN tra le specie a rischio minimo, dato il suo vasto areale e la sua adattabilità.[2]
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Stato di conservazione | |
![]() Rischio minimo[2] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Carnivora |
Sottordine | Caniformia |
Famiglia | Canidae |
Sottotribù | Cerdocyonina |
Genere | Lycalopex |
Specie | L. gymnocercus |
Nomenclatura binomiale | |
Lycalopex gymnocercus (G. Fischer, 1814) | |
Sinonimi | |
Pseudalopex gymnocercus (G. Fischer, 1814) | |
Areale | |
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Deve il nome volgare ad aguara, il nome guaraní per le licalopecie, mentre il suffisso -chay non ha un vero significato, essendo presente solo per distinguere l'animale dalle altre specie del suo genere.[3] Il nome alternativo è invece in onore del naturalista spagnolo Félix de Azara.[4]
L'aguarachay ricorda il culpeo per aspetto e dimensioni, ma ha muso relativamente più largo, pelo rossastro su testa e collo e disegni neri sul muso. È ricoperta da una corta e folta pelliccia di colore grigio su gran parte del corpo, con una linea nera che corre lungo il dorso e la coda, e di colore chiaro, quasi bianco, sulle regioni inferiori. Le orecchie sono triangolari, larghe e relativamente grandi, di colore rossastro sulla superficie esterna e bianco su quella interna. La superficie interna delle zampe è di colore simile alle regioni inferiori, mentre quella esterna è rossastra sulle zampe anteriori e grigia su quelle posteriori; sulla parte inferiore delle zampe posteriori è presente inoltre una caratteristica macchia nera. Gli adulti presentano una lunghezza testa-corpo di 51-80 cm e pesano 2,4-8 kg; i maschi sono circa il 10% più pesanti delle femmine[5].
I reperti fossili più antichi della specie si segnalano nella formazione Vorohué in provincia di Buenos Aires, risalenti a 2.5-1.5 milioni di anni fa. Si segnalano ulteriori reperti fossili nei sedimenti della formazione Luján in Argentina, risalenti a 30,000 anni fa.[5]
Attualmente vengono riconosciute cinque sottospecie, sebbene l'areale di ciascuna di esse sia incerto e la località tipo di tre di esse sia situata al di fuori della distribuzione odierna della specie[1][5]:
L'aguarachay è diffusa nelle regioni settentrionali e centrali dell'Argentina, in Uruguay, Bolivia orientale, Paraguay e Brasile meridionale. Predilige le distese aperte delle pampas, spesso in prossimità di terreni agricoli, ma si incontra anche nelle foreste di montagna, nel Chaco, nelle boscaglie aride e nelle zone umide. È più comune al di sotto dei 1000 m di quota, ma può spingersi fino a 3500 m nelle praterie della puna[6].
L'aguarachay conduce uno stile di vita perlopiù solitario, ma durante la stagione degli amori, allo scopo di allevare i piccoli, si riunisce in coppie monogame. È prevalentemente notturna e diviene attiva al crepuscolo, sebbene possa esserlo anche durante il giorno. Trova riparo in ogni cavità disponibile, comprese caverne, alberi cavi e tane di viscacce o armadilli[5]. Perfino quando allevano i piccoli insieme gli adulti generalmente vanno a caccia da soli, e marcano il proprio territorio defecando in speciali siti adibiti a latrina[7]. Sebbene possano avere estensione variabile, la maggior parte dei territori degli aguarachay misura circa 260 ettari[5].
Gli aguarachay sono più onnivore della maggior parte degli altri canini, e hanno una dieta varia e opportunista. Si nutrono prevalentemente di uccelli, roditori, lepri, frutta, carogne e insetti, ma talvolta mangiano anche lucertole, armadilli, chiocciole e altri invertebrati, agnelli e uova di uccelli che nidificano al suolo[5]. I loro principali predatori sono puma e cani domestici[6]. Se minacciata da animali più grandi che si avvicinano, l'aguarachay si finge morta, tenendo gli occhi chiusi e rimanendo immobile fino a quando il pericolo non si allontana.
Gli aguarachay si accoppiano agli inizi della primavera e le femmine vanno in calore solo una volta all'anno. Dopo un periodo di gestazione di 55-60 giorni la madre dà alla luce una cucciolata che può comprendere fino a otto piccoli. Questi ultimi nascono tra settembre e dicembre e sono svezzati a circa due mesi di età. Le femmine raggiungono la maturità sessuale entro il primo anno di vita;[5] in cattività alcuni aguarachay sono vissuti fino a quattordici anni.[6]
I piccoli iniziano ad andare a caccia con i genitori verso i 3 mesi. I maschi portano il cibo alle compagne quando queste rimangono nella tana con i cuccioli.[6]
I principali rischi per gli aguarachay derivano dalla caccia data loro per la pelliccia. Esse vengono anche abbattuti per impedire che attacchino il bestiame e sono inoltre minacciate dalla distruzione del loro habitat naturale[6]; tuttavia, dato che nella maggior parte delle aree dove sono state studiate sono ancora abbastanza comuni, non figurano tra le specie minacciate[2].
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