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Ephippiger carlottae (Fontana & Odé, 2003) è un insetto ortottero appartenente alla famiglia Tettigoniidae.[2][3][4]

Come leggere il tassobox
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Ephippiger carlottae
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Exopterygota
Subcoorte Neoptera
Superordine Polyneoptera
Sezione Orthopteroidea
Ordine Orthoptera
Sottordine Ensifera
Famiglia Tettigoniidae
Sottofamiglia Bradyporinae
Tribù Ephippigerini
Genere Ephippiger
Specie E. carlottae
Nomenclatura binomiale
Ephippiger carlottae
Fontana & Odé, 2003

Descrizione


Specie tozza e lenta, abbastanza grande nel suo genere (25–32 mm[2]), con zampe posteriori corte e relativamente strette, come gli altri appartenenti alla sua sottofamiglia. Il pronoto è particolarmente concavo e rialzato nella zona posteriore; le ali sono vestigiali, molto bombate, servono esclusivamente per produrre suoni (come tutti i membri della sottofamiglia Bradyporinae, non sono dunque in grado di volare). La colorazione è inizialmente verde ma verso la fine dell'estate si trasforma in brunastra-rosso-vinaccia, con variazioni da individuo a individuo. La zona ventrale è molto gialla, e la zona occipitale è nera.[2][4]

I cerci sono trapezoidali e bombati, con un dentello scuro ai due angoli; a differenza di E. perforatus però, con cerci abbastanza simili, nell'ultimo tergite vi è una rientranza.[2] anche i titillatori sono peculiari.[2] L'ovopositore è abbastanza lungo (17,5-20,5 mm[2]) ed esile, leggermente piegato all'insù.[2][4]


Biologia



Dieta


È un animale onnivoro, spesso si nutre anche di altre cavallette.


Fenologia


Generalmente gli adulti sono rinvenibili da luglio a fine ottobre.


Bioacustica


Il canto viene prodotto dallo sfregamento delle due tegmine (vestigiali). Sia i maschi che le femmine sono in grado di cantare, e il canto risulta sembrare molto quello di Ephippiger ephippiger.[4]


Distribuzione e habitat


Si tratta di una specie endemica dell'Appennino tosco-emiliano e zone circostanti, noto con certezza per le province di Piacenza, Parma, Reggio nell'Emilia, Modena, Bologna, Firenze, Lucca e Pavia (in una sola località), ma è molto probabile che sia presente anche in altre province della Toscana.[2][4]

Si trova in zone ecotonali, leggermente umide, generalmente sopra i 350 m d'altitudine, spesso in prati assolati o su cespugli di Rubus, in particolar modo di lampone, e su felci, come molti altri Ephippiger.[2]


Conservazione


La Lista rossa IUCN classifica Ephippiger carlottae come specie prossima alla minaccia di estinzione (Near Threatened).[1]


Note


  1. (EN) Buzzetti, F.M., Hochkirch, A., Fontana, P., Kleukers, R., Massa, B. & Odé, B. 2016, Ephippiger carlottae, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 18 marzo 2019.
  2. (EN) Fontana P. e Odé B., A new species of Ephippiger BERTHOLD, 1827 from the Northern Apennines in Italy (Insecta Orthoptera Bradyporidae) (PDF), in Atti Acc. Rov. Agiati, III, n. 225, 2003.
  3. (EN) D.C. Eades, D. Otte, M.M. Cigliano e H. Braun, Ephippiger carlottae Fontana & Odé, 2003, in Ortoptera Species File Online. Version 5.0/5.0. URL consultato il 16 marzo 2019.
  4. Massa B., Fontana P.. Buzzetti F.M., Kleukers R., Odé B., Orthoptera, in Fauna d'Italia, XLVIII, Calderini, 2012, pp. 299-300, ISBN 978-88-506-5408-6.
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