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Dryxo Robineau-Desvoidy, 1830 è un genere di insetti della famiglia Ephydridae (Diptera: Schizophora), comprendente le più grandi specie nell'ambito della famiglia.

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Dryxo
Classificazione filogenetica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Diptera
Sottordine Brachycera
Coorte Cyclorrhapha
Sezione Schizophora
Sottosezione Acalyptratae
Superfamiglia Ephydroidea
Famiglia Ephydridae
Sottofamiglia Hydrelliinae
Tribù Dryxini
Genere Dryxo
Robineau-Desvoidy, 1830
Serie tipo
Dryxo lispoidea
Robineau-Desvoidy, 1830
Sinonimi

Blepharitarsis
Macquart, 1844

Cyphops
Jaennicke, 1867

Specie
  • D. brahma
  • D. digna
  • D. freidbergi
  • D. india
  • D. lispoidea
  • D. margaretae
  • D. nudicorpus
  • D. ornata
  • D. woodi

Descrizione


Gli adulti di questo genere sono caratterizzati dalle dimensioni, notevoli se riferite a quelle tipiche della maggior parte degli Efidridi: il corpo può infatti superare il centimetro di lunghezza (4,7-11,2 mm), condizione alquanto rara fra gli Efidridi. Si distinguono dalla generalità dei Dryxini soprattutto per la perdita secondaria di alcuni elementi della chetotassi, in particolare una delle due setole notopleurali e la sopralare presuturale. Questi caratteri sono però condivisi con i generi Corythophora e Omyxa, morfologicamente e filogeneticamente affini, dai quali si distinguono per altri elementi diagnostici che riguardano soprattutto per la chetotassi e la morfologia del torace, delle ali e delle zampe.

Il capo ha una faccia ampia e convessa, proiettata in avanti in un caratteristico profilo fronto-facciale a forma di scudo. Gena alta, parafacce molto larghe. Occhi relativamente piccoli, clipeo ampio ma stretto in altezza, retratto rispetto al profilo facciale. Le antenne hanno arista pettinata, portante 12-16 raggi dorsali lunghi. La chetotassi cefalica è così composta:

Il torace è anch'esso caratterizzato dalla perdita secondaria di alcune setole generalmente presenti come carattere apomorfico nei Dryxini. Gli elementi morfologici di maggiore rilevanza sono i seguenti:

Le ali hanno la costa estesa fino alla terminazione della media e provvista di due brevi ma robuste setole prima della frattura subcostale. La base della radio è coperta ventralmente da numerose setoline chiare. Vena medio-cubitale discale (dm-cu) lunga e sinuosa, più o meno parallela al margine posteriore dell'ala e formante un angolo approssimativamente retto con la media.

Le zampe hanno femori medi e posteriori lunghi più o meno quanto l'addome, e con mesotibie provviste di tre setole prominenti sul lato anteriore.

L'addome ha una pigmentazione dorsale a fasce. Quello dei maschi ha l'epandrio conformato a U e l'ipandrio isodiametrico e leggermente depresso.


Sistematica



Percorso storico


Dal punto di vista storico, Dryxo è stato uno dei primi generi della famiglia degli Efidridi ad essere definiti. Sotto questo aspetto è preceduto solo da Ochthera (1902), Mosillus (1804), Ephydra (1810), Notiphila (1810) e Psilopa (1824). Altri generi sono invece "contemporanei a Dryxo: Coenia, Scatella e Hydrellia, descritti da Robineau-Desvoidy, e Dichaeta, quest'ultimo descritto da Fallén.

Nonostante la sua distribuzione tropicale, diversi sono i contributi relativi al genere Dryxo in letteratura, ma una revisione tassonomica organica e completa si ha solo agli inizi degli anni duemila. La sostanziale uniformità morfologica nell'ambito di Dryxo e del gruppo di generi affini è stata causa di errate impostazioni tassonomiche, fra le quali si ricordano le seguenti:

Queste incongruenze, per quanto adottate dalla generalità degli Autori che si sono occupati della tassonomia dei Dryxini fino agli anni novanta, sono state messe in luce e discusse da Mathis & Zatwarnicki (2002), i quali, oltre a descrivere alcuni nuovi taxa, interni o affini al genere Dryxo, hanno proposto una organica revisione tassonomica. Facendo riferimento alle incongruenze di cui sopra, le sostanziali rettifiche proposte dai due ditterologi sono le seguenti:


Suddivisione tassonomica


Il quadro aggiornato della suddivisione in specie risale alla revisione di Mathis & Zatwarnicki (2002), che, oltre alle rettifiche di cui si è detto, integrano i precedenti cataloghi con l'istituzione di tre nuove specie. Nel complesso, il genere Dryxo si compone di nove specie:

Pur riportando le nuove specie classificate da Mathis & Zatwarnicki (2002), il BioSystematic Database of World Diptera adotta ancora come valida la vecchia nomenclatura trinomiale, basata sulla suddivisione nei sottogeneri Dryxo (Dryxo) e Dryxo (Cyphops)[12].


Filogenesi


Mathis & Zatwarnicki (2002) mettono Dryxo in stretta relazione filogenetica con il genere monotipico Omyza, di nuova descrizione. Questi due generi formerebbero una linea a sua volta in relazione con il genere Corythophora:

  Dryxini  

  Afrolimna + Paralimna

  Corythophora

  Dryxo + Omyxa

  Papuama + Oedenops + Oedenopiforma


Distribuzione


Il genere Dryxo ha un'ampia distribuzione che si estende sostanzialmente nelle regioni tropicali dell'Africa, dell'Asia e dell'Oceania. La distribuzione è dunque afrotropicale, orientale e australasiana, con propaggini che si estendono, per alcune specie, ad alcune regioni meridionali del Paleartico: D. ornata, infatti, è presente anche nelle Isole Canarie, in Marocco e in Iran. Quest'ultimo rappresenta anche il limite di espansione dell'areale di D. brahma. L'unica specie esclusivamente paleartica è D. nudicorpus, presente in Giappone e in alcune stazioni orientali della Cina e della Russia asiatica. D. nudicorpus è anche l'unica specie di questo genere rappresentata in regioni temperate.

La distribuzione delle varie specie è riassunta nella seguente tabella:

Regione afrotropicaleRegione orientaleRegione australasianaRegione paleartica
Dryxo brahmaxx
Dryxo dignax
Dryxo freidbergix
Dryxo indiax
Dryxo lispoideaxx
Dryxo margaretaex
Dryxo nudicorpusx
Dryxo ornataxx
Dryxo woodix

Note


  1. Mario Bezzi (1908). 6: Simuliidae, Bombyliidae, Empididae, Syrphidae, Tachinidae, Muscidae, Phycodromidae, Borboridae, Trypetidae, Ephydridae, Drosophilidae, Geomyzidae, Agromyzidae, Conopidae. In L. Schultze (a cura di) Zoologische und Anthropologische Ergebnisse einer Forschungsreise im westlichen und zentralen Sudafrika ausgefuhrt in den Jahren 1903-1905; Erster Band: Systematik und Tiergeographie, IV: Insecta (Erste Serie), D: Diptera (I). Denkschriften der MedicinischNaturwissenschaftlichen Gesellschaft zu Jena. 13: 179-201.
  2. Mario Bezzi, Ditteri Eritrei; Parte Seconda (1): Diptera Cyclorrhapha, in Bollettino della Società Entomologica Italiana, vol. 39, 1908, pp. 3-199.
  3. Ezra Townsend Cresson Jr., Studies in the Dipterous Family Ephydridae. Paper II (abstract), in Transactions of the American Entomological Society, vol. 55, n. 2, 1929, pp. 165-195. URL consultato l'11 luglio 2011.
  4. Brian Henry Cogan, A Revision of the Ethiopian Species of the Tribe Notiphilini (Diptera: Ephydridae), in Bulletin of the British Museum (Natural History), Entomology, vol. 21, n. 6, 1968, pp. 281-365.
  5. Mathis & Zatwarnicki (2002), p. 17.
  6. Brian Henry Cogan, Willis Wagner Wirth (1977). Family Ephydridae: 321-339. In M.D. Delfinado & D.E. Hardy (a cura di) A Catalogue of the Diptera of the Oriental Region, Volume 3: Suborder Cyclorrhapha (Excluding Division Aschiza). Huniversity Press of Hawaii, Honolulu.
  7. Mathis & Zatwarnicki (2002), pp. 27-30.
  8. Mathis & Zatwarnicki (2002), pp. 10-16.
  9. Mathis & Zatwarnicki (2002), pp. 16-17.
  10. Mathis & Zatwarnicki (2002), pp. 22-24.
  11. Mathis & Zatwarnicki (2002), pp. 20-22.
  12. (EN) N.L. Evenhuis; T. Pape; A.C. Pont; F.C. Thompson, Nomenclator Search Results, in N.L. Evenhuis, T. Pape, A.C. Pont, F.C. Thompson (eds.) BDWD, BioSystematic Database of World Diptera, Systema Dipterorum, Natural History Museum of Denmark, University of Copenaghen, 2009. URL consultato il 13 luglio 2011.

Bibliografia



Collegamenti esterni


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