Cobitis zanandreai, conosciuto comunemente come cobite del Volturno è un piccolo pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cobitidae.
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Stato di conservazione | |
![]() Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Actinopterygii |
Ordine | Cypriniformes |
Sottordine | Cyprinoides |
Famiglia | Cobitidae |
Sottofamiglia | Cobitinae |
Genere | Cobitis |
Specie | C. zanandreai |
Nomenclatura binomiale | |
Cobitis zanandreai Cavicchioli, 1965 | |
Si riteneva che questa specie endemica fosse ristretta al bacino idrografico del fiume Volturno, con una popolazione introdotta nella laguna di Fondi. Un recente studio riporta la scoperta di numerose popolazioni al di fuori dell'area di distribuzione originale[2]. Oltre che nel bacino del Volturno, la specie è stata rinvenuta anche nella Pianura Pontina ed il bacino del Liri-Garigliano, mentre la sua presenza nel Lago Fondi e canali limitrofi può essere ascritta ad una colonizzazione naturale avvenuta nel corso della sua storia evolutiva[2]. Il Cobite del Volturno occupa i fondali sabbiosi di corsi d'acqua di varia natura, anche in condizioni degradate a causa dell'azione umana, generalmente in tratti a lento scorrimento.
Il corpo è allungato, siluriforme, con la bocca rivolta verso il basso e fornita di barbigli. Le scaglie sono minute. La livrea è mimetica nei fondali: un fondo giallo avorio, più scuro sul dorso, con numerose linee orizzontali formate da minute macchie brune. Vicino al ventre corre una linea di chiazze tondeggianti più grosse dei punti soprastanti. Le pinne sono trasparenti puntinate di bruno.
Il maschio raggiunge una lunghezza massima di 6 cm; la femmina è leggermente più grossa, raggiungendo anche i 7,5 cm.
Il Cobite del Volturno passa la maggior parte del tempo al riparo sotto i sedimenti del letto fluviale o negli anfratti rocciosi ed esce per brevi periodi di foraggiamento principalmente durante la notte o in zone ombreggiate, un comportamento che gli garantisce protezione dai predatori.
La riproduzione è simile a quella di altri congeneri, con fecondazione esterna, poiché è specie ovipara.
Questa specie è dichiarata vulnerabile a causa della ristretta area di origine e del pericolo di distruzione del suo habitat da parte dell'uomo.
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