Il cervo berbero (Cervus elaphus barbarus Bennett, 1833), detto anche cervo dell'Atlante, è una sottospecie di cervo nobile originaria del Nordafrica.
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Stato di conservazione | |
![]() Critico | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Artiodactyla |
Famiglia | Cervidae |
Sottofamiglia | Cervinae |
Genere | Cervus |
Specie | C. elaphus |
Sottospecie | C. e. barbarus |
Nomenclatura trinomiale | |
Cervus elaphus barbarus Bennett, 1833 | |
Studi genetici indicano che è praticamente indistinguibile dai cervi che vivono in Sardegna e Corsica, attribuiti generalmente a una sottospecie a parte, il cervo sardo. Per questo motivo gli studiosi ritengono che su queste due isole mediterranee i cervi siano stati importati dal Nordafrica. Analisi più accurate, inoltre, suggeriscono che le due sottospecie di cervo vadano raggruppate a costituire una specie a parte, Cervus corsicanus[1].
Il cervo berbero è una delle sottospecie più piccole di cervo nobile: raggiunge un'altezza al garrese di 90–140 cm e un peso di 100–225 kg. Il mantello estivo è rosso bruno con zampe giallastro chiaro; sul dorso alcune file di macchie bianche (tipiche dei giovani) persistono anche negli adulti; il pelo invernale è più lungo e grigio-bruno, con macchie poco evidenti. Il piccolo, oltre alla maculatura su dorso e cosce, presenta 1-2 file di macchie sulla gola. Durante il periodo degli amori il maschio ha collo rigonfio con criniera golare; i palchi possono avere 4-6 ramificazioni e un massimo di 8 punte, sono lunghi circa 80 cm, cadono ogni anno in inverno e ricrescono coperti di pelle caduca (velluto). Ha 4 mammelle e 34 denti con canini superiori, anche se piccoli, sempre presenti. Presenta ghiandole davanti agli occhi, tra le dita delle zampe posteriori e sotto la coda.
Di giorno resta nel bosco e di sera esce in radure a pascolare; vive in branchi di femmine e giovani separati da quelli dei maschi. Da settembre a fine ottobre si verifica il periodo degli amori e i maschi bramiscono per sfidare i rivali e conquistarsi un branco di femmine; i duelli corna a corna possono essere molto violenti. Dopo una gestazione di 7-8 mesi la femmina partorisce uno o due piccoli, che rimangono nascosti tra la vegetazione per 2-3 settimane.
In passato il cervo berbero cadeva spesso preda di leoni berberi, orsi dell'Atlante e leopardi berberi, ma ora i primi due sono completamente estinti, mentre gli altri sono in pericolo di estinzione.
Il cervo berbero è l'unico membro della famiglia dei Cervidi originario dell'Africa. Abita nella foresta mediterranea sempreverde di Algeria, Tunisia e Marocco[1]. In quest'ultimo Paese, in seguito alla caccia intensa, si era estinto, ma nel 1994 alcuni esemplari provenienti dalla Tunisia sono stati reintrodotti in una apposita area recintata del Parco nazionale di Tazekka[2].
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