Il branchiosauro (Branchiosaurus Fritsch, 1876) è un genere di anfibio estinto, probabilmente appartenente ai temnospondili. I suoi resti si rinvengono in terreni del Pennsylvaniano e del Permiano (300 – 270 milioni di anni fa), in Europa e in Nordamerica.[1]
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Stato di conservazione | |
Fossile Periodo di fossilizzazione: Carbonifero - Permiano | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Superclasse | Tetrapoda |
Classe | Amphibia |
Ordine | † Temnospondyli |
Sottordine | † Euskelia |
Superfamiglia | † Dissorophoidea |
Famiglia | † Branchiosauridae |
Genere | † Branchiosaurus Fritsch, 1876 |
Di piccole dimensioni, questo animale possedeva caratteristiche molto simili a quelle di anfibi molto più grandi, noti come eriopidi (Eryopidae). Le differenze sostanziali riguardavano principalmente la differenza di taglia, uno scheletro molto meno ossificato e un cranio più corto. Molto spesso, sui fossili sono presenti tracce di branchie (da qui il nome Branchiosaurus).
Originariamente questi piccoli animali erano stati classificati in un ordine a parte, noto come fillospondili (Phyllospondyli), a causa delle vertebre dalla particolare forma a foglia. Successive analisi sugli stadi di crescita hanno però mostrato una ossificazione crescente negli esemplari più grandi; ciò dimostrerebbe che i branchiosauri, in realtà, sono forme neoteniche di anfibi, appartenenti al gruppo dei dissorofoidi (Dissorophoidea).
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