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Timouria Roshev., 1916 è un genere di piante erbacee o arbustive della famiglia delle Poaceae. Timouria è anche l'unico genere della sottotribù denominata provvisoriamente "Stipeae (Clade IV B)".[1][2]

Come leggere il tassobox
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Timouria
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidae
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Stipeae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Stipeae
Genere Timouria
Roshev., 1916
Generi
(Vedi testo)

Etimologia


Il nome del genere è stato dato in onore di Timour (1336-1405), altrimenti noto come Tamerlano, Re tataro dell'Uzbekistan.[3] Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico russo, specialista agrostologo Roman Julievich Roshevitz (1882-1949) nella pubblicazione "Fl. Aziatsk. Ross. 2: 173, pl. 12 (1916)" del 1916.[1]


Descrizione


Spighetta generica con tre fiori diversi
Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e priva di auricole.
  • Ligula: la ligula è membranosa e a volte è cigliata.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente da filiformi a lineari, piatte o convolute, e a consistenza setosa.
  • Glume: le glume, persistenti, hanno tre venature longitudinali; sono più o meno uguali tra di loro e superano il fiore.
  • Plaea: la palea è un profillo con due venature e superficie pubescente; è inoltre cigliata.
  • Lemma: il lemma, dalle forme ellittiche, è corto con i margini sovrapposti e apice privo di ciglia; è densamente pubescente. Lunghezza; 3 - 4 mm.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[4]
  • , P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da tre lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
  • L'androceo è composto da 3 stami ognuno con un breve filamento libero, una antera sagittata e due teche. Le antere sono basifisse con deiscenza laterale. Il polline è monoporato.
  • Il gineceo è composto da 3-(2) carpelli connati formanti un ovario supero. L'ovario, glabro, ha un solo loculo con un solo ovulo subapicale (o quasi basale). L'ovulo è anfitropo e semianatropo e tenuinucellato o crassinucellato. Lo stilo, breve, è unico con due stigmi papillosi e distinti.

Riproduzione



Distribuzione e habitat


La distribuzione del genere è relativa all'Asia centrale dalla Mongolia alla Cina.


Tassonomia


La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[7]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, questo gruppo è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae (tribù Stipeae).[1][4]


Filogenesi


Questo genere forma un clade, o sottotribù, denominata provvisoriamente "Stipeae (Clade IV B)", e insieme ad altri 6 cladi forma la tribù Stipeae Dumort.. La tribù Stipeae è descritta all'interno della supertribù Stipodae L. Liu, 1980. La supertribù Stipodae è il quarto nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri tre sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae e Melicodae).[11] Questo genere è stato recentemente (2011) reinserito nella tribù Stipeae trasferendo alcune specie da altri generi.[12]


Specie del genere


Il genere comprende le seguenti specie:[13]

La circoscrizione di questo genere è provvisoria e ha bisogno di studi più dettagliati.[12]


Note


  1. Kellogg 2015, pag. 218.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su plantsoftheworld.online. URL consultato il 26 aprile 2019.
  3. Etymo Grasses, pag. 291.
  4. Judd et al 2007, pag. 311.
  5. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  6. Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  7. Strasburger 2007, pag. 814.
  8. Pasqua et al 2015, pag. 467.
  9. eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 26 aprile 2019.
  10. Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su plantsoftheworldonline.org. URL consultato il 26 aprile 2019.
  11. Soreng et al. 2017, pag.284.
  12. Romaschenko et al. 2011.
  13. The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 26 aprile 2019.

Bibliografia



Altri progetti


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